Si parla in questi giorni di certificati verdi digitali per viaggiare all’interno dell’Unione Europea. Un salto indietro di oltre tre secoli riporta nella Verona d’inizio Settecento, alla necessità, anche allora, di avere dei pass per viaggiare, che recavano la rassicurante immagine di San Zeno. Un patentino è riemerso dall’Archivio di Stato di Dresda, ritrovatoda Tatiana Korneeva nel corso di una ricerca dedicata al teatro italiano di Sassonia nel XVIII secolo. A rilanciare la notizia, è Piermario Vescovo, direttore artistico del Teatro Stabile di Verona e attento studioso del teatro del 500-600-700.

Tomaso e Caterina Ristori, attori di professione, sono il padre e la madre di Giovanni Alberto, celebre musicista che opera a Dresda dal 1715. Tommaso e Caterina partono da Verona per la Sassonia. Lui ha cinquantaquattro anni, la sua statura viene definita “ordinaria” e per il colore dei capelli si registra “perrucca”. Caterina (che era appena quindicenne quando partorì Giovanni Alberto) di anni ne ha trentotto e il figlio Mario diciotto.

Pass 1715

I provveditori alla Sanità di Verona, rilasciando il certificato che permette loro di viaggiare in Europa, sottolineano che “si partono da questa Magnifica Città (per l’Iddio grazia) libera d’ogni sospetto di mal contagioso”.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Teatro Stabile Verona,
Contributo fotografico: Tatiana Korneeva