La ricchezza dei genovesi e la loro parsimonia sono proverbiali. La storia della città è intrecciata con quella del denaro, dei commerci, dell’alta finanza, come anche della solidarietà e della carità. Attraversa secoli di storia delle monete, dal Medioevo all’età Moderna, la mostra “Il Re Denaro. Le monete raccontano Genova fra arte, lusso e parsimonia” offre un’occasione per scoprire opere spesso non esposte per ragioni conservative e che abbracciano un arco di tempo lungo quanto l’attività della Zecca genovese, dal 1138 al 1860. I pezzi esposti provengono in gran parte dalle Civiche Collezioni, con il coinvolgimento attivo di molti Musei di Genova, oltre che da prestatori pubblici e privati.

Da un’idea di Guido Rossi, curatore insieme ad Anna Orlando, le monete, le loro forme e i simboli che riportano, scandiscono un percorso che attraversa quasi otto secoli nelle sale di Palazzo della Meridiana. E comprende anche dipinti, disegni, sculture, accessori, oggetti d’arredo e di uso quotidiano e documenti che rivelano gli aspetti economici, finanziari, politici e sociali della storia di Genova.

Grazie a postazioni multimediali e una app, le vicende sono narrate da personaggi chiave dei diversi periodi storici, che portano una “testimonianza diretta” del loro tempo. Ogni postazione ospita monete originali oltre a contenuti multimediali con aneddoti e approfondimenti. Le sezioni di Palazzo della Meridiana si integrano con un percorso dedicato nei Musei di Strada Nuova, a Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, dove elementi grafici e visivi del percorso espositivo permanente suggeriscono accostamenti e approfondimenti.

Sigillo pendente

LA MOSTRA SEZIONE PER SEZIONE
Il prologo è dedicato a “Santi e basilischi. Leggende e realtà delle origini della città (secoli IV – X)”, alle origini della Genova altomedievale e di alcuni miti fondativi della città, come il miracolo di San Siro contro il basilisco, e l’affermarsi di devozioni come quella per San Giorgio. La monetazione romana e poi bizantina viene sostituita da quella carolingia.

Il primo capitolo “Genovese dunque Mercante! Genova alla conquista del Mediterraneo (secoli XI -XIV)” viene raccontato da Benedetto Zaccaria, ammiraglio vincitore della battaglia della Meloria. Sono i secoli dell’espansione nel Mediterraneo, della prima Crociata, delle lotte vittoriose con Pisa e Venezia. Compaiono le prime monete d’argento coniate a Genova, con il simbolo della Croce e l’immagine della città, e poi i grossi, e il genovino in oro.

Con “Fra Mediterraneo ed Europa (secolo XVI)”, al tempo della Repubblica aristocratica, e la riforma del 1528 è raccontata da Andrea Doria. Ma già nel 1407 nasce il Banco di San Giorgio, che può essere considerato la prima banca del mondo. Si cominciano a battere le doppie, anche in multipli sempre più grandi.

Grosso d’oro o Genovino

Il terzo capitolo, “I banchieri del Re: dall’apogeo al tramonto (secoli XVII – XVIII)”, riguarda il cosiddetto “Secolo dei Genovesi”, quello in cui l’oro “nasce onorato nelle Indie … viene a morir in Spagna ed è seppellito a Genova”: la Repubblica domina l’Europa dal punto di vista commerciale e finanziario. Dal 1637 la Madonna è la Regina di Genova e compare sugli scudi e le grandi doppie, anche in preziosi multipli come i 6 scudi d’argento o le 25 doppie in oro: enormi monete di rappresentanza, status symbol delle famiglie dei banchieri genovesi. Nella seconda metà del Seicento inizia il declino, ma l’oro scorre ancora per anni, e l’immagine di San Giorgio campeggia sui reali.

Otto reali in argento

“Genovesi in crisi tra rivolte e cospirazioni (secoli XVIII-XIX)” racconta della fine della Repubblica, che continuerà a celebrare se stessa nelle monete fino alla fine del Settecento, ma che poi seguirà il corso della storia europea. A Genova agiscono Balilla e Mazzini, Mameli, Corvetto e Rubattino. Sulle monete battute in città dopo il 1798, anno di inizio della “Repubblica Ligure” di ispirazione francese, si trovano simboli come il berretto frigio; nel 1805 compare l’effigie di Napoleone e poi nasce il marengo. Quando Genova entrò a far parte del Regno di Sardegna, la Zecca continuò a battere moneta con l’effigie dei sovrani Savoia. Le monete prodotte in città si distinguono da una piccola àncora.

Medaglia per Andrea Doria

“Finanzieri & mecenati. Dall’Unità d’Italia alla Prima Guerra Mondiale (secoli XIX-XX)”. Il porto conosce un notevole sviluppo, grazie anche al ricco intervento dei duchi di Galliera, Raffaele De Ferrari e sua moglie Maria Brignole-Sale, i quali narrano questo ultimo atto, contraddistinto della loro straordinaria generosità verso la città. Con l’unità d’Italia si chiude la storia della Zecca di Genova, che ha battuto moneta per oltre sette secoli.

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Comune Genova, 26 maggio 2021

Giovanni Maria Dellepiane “il Mulinaretto” (Genova 1660 – Monticelli D’Ongina 1745) “Francesco Maria Imperiale doge di Genova” Genova, Musei di Strada Nuova

IL RE DENARO. Le monete raccontano Genova fra arte, lusso e parsimonia
27 maggio – 12 dicembre 2021

Palazzo della Meridiana
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Genova 16124
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Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco e Palazzo Tursi
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Veduta di Porto Pisano