In mostra 14 codici miniati riconducibili alla produzione miniatoria bolognese tra la seconda metà del XIII e inizi del XIV secolo. Capolavori selezionati dal patrimonio collezionistico di assoluto pregio del Museo Civico Medievale di Bologna, che aderisce alle celebrazioni per il settecentenario della morte del Sommo Poeta con l’esposizione Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese.

Dante soggiornò a Bologna una prima volta probabilmente intorno al 1286-87, quando forse frequentò, come “studente fuori corso”, l’Università. Il secondo e più prolungato soggiorno durò almeno due anni, dal 1304 al 1306. Dopo avere lasciato Verona e poi Arezzo, Dante ricercava nella scrittura e nello studio il motivo del suo riscatto che l’avrebbe risollevato dall’ignominia dell’esilio, iniziato nel 1302. È probabile che avesse scelto proprio Bologna come meta atta a garantirgli le necessarie risorse per vivere e anche per studiare e scrivere.

Miniatore bolognese Antifonario

Ebbe la possibilità di entrare in contatto con alcuni luoghi deputati alla produzione e alla vendita dei libri, dove probabilmente aveva avuto notizia dello stesso miniatore Oderisi da Gubbio di cui racconta l’incontro, tra i superbi, nell’XI canto del Purgatorio. Canto dal quale trapela l’interesse del poeta per le discipline pittoriche e per l’arte della decorazione miniata del libro.

Oderisi da Gubbio risulta documentato a Bologna tra gli anni sessanta e settanta del Duecento, il che induce a credere che egli avesse operato nell’ambito della miniatura locale del cosiddetto “primo stile” – una scuola tradizionale ancora legata allo stile bizantino – le cui caratteristiche ritornano, come documentano alcuni dei codici esposti, nella stesura rapida e corsiva, giocata su una gamma assai limitata di colori.

Seguì più tardi una diversa e più aggiornata corrente di stile capace di rinnovare, nel ricorso a una sintassi figurativa legata ai modelli della tradizione bizantina, il carattere delle decorazioni dei codici bolognesi in una direzione goticizzante. Questa corrente, definita “secondo stile”, ebbe come protagonista il cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona. È forse a questo cambiamento che Dante allude nella Commedia quando, dopo avere fatto riferimento a Oderisi da Gubbio parla appunto dell’altro miniatore, il fantomatico Franco Bolognese.

Maestro della Bibbia di Gerona, (Bologna ultimo quarto del XIII secolo)
Graduale, Provenienza San Francesco
Bologna, Museo Civico Medievale

I riflessi di questo stile aulico si possono cogliere in buona parte dei codici miniati a Bologna tra la fine del Duecento e i primissimi anni del Trecento, dove tuttavia appare crescente anche l’adesione ad un ritmo narrativo di stampo ormai gotico che in taluni casi sembra già presupporre la conoscenza di certi modelli giotteschi.

La mostra, visibile dal 28 maggio al 3 ottobre 2021, è curata da Massimo Medica, responsabile Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, nonché curatore della preziosa esposizione Le Arti al tempo dell’esilio allestita nella Chiesa di San Romualdo a Ravenna (vedi approfondimento DeArtes qui).

Compatibilmente con l’evolversi della pandemia, è previsto un calendario di quattro visite animate pomeridiane rivolte al pubblico adulto, a cura di “Senza Titolo” S.r.l., arricchite da letture tratte dalla Divina Commedia e da altre opere di studiosi che si sono occupati di Dante.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Bologna Musei, 27 maggio 2021
Immagine di apertura: Maestro della Bibbia di Gerona, Graduale


DANTE E LA MINIATURA A BOLOGNA
AL TEMPO DI ODERISI DA GUBBIO E FRANCO BOLOGNESE
28 maggio – 3 ottobre 2021

Museo Civico Medievale
via Manzoni 4 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 2193916 / 2193930
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica

www.museibologna.it