La riapertura al pubblico del Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia ha riservato una sorpresa. Nei magazzini, all’interno di una cassetta confusa fra numerosi materiali, sono riemersi tre importanti frammenti in marmo greco appartenenti a una delle statue più belle e pregiate presenti nel museo, dove sono conservate sculture di epoca romana provenienti dall’area del porto traianeo di Centumcelle e dalle lussuose dimore d’ozio che punteggiavano il litorale a nord di Roma.

Tra queste spicca la villa attribuita al giurista Ulpiano, vissuto nel III secolo d.C., uno dei fondatori della dottrina giuridica romana, i cui resti sono stati individuati nell’Ottocento a Santa Marinella. Dalla sua villa provengono diverse repliche in marmo greco di famose sculture antiche, oggi esposte in vari musei europei.

Protagonista della “riscoperta” è un dinamico Apollo alto circa 2 metri. La statua, nella testa dai delicati tratti giovanili, nel movimento spiraliforme del busto e nell’esasperazione del rapporto chiastico degli arti, tradisce una chiara influenza dallo stile di Lisippo, l’artista prediletto da Alessandro Magno e uno dei maggiori scultori dell’antichità. L’opera, databile al I-II secolo d.C. è stata trovata nel 1957 all’interno di Villa Simonetti, sempre nell’ambito della grande villa marittima di Ulpiano. La statua fu rinvenuta mutila, con accanto i frammenti della gamba sinistra, della mano destra e della fiaccola impugnata, i quali, non reintegrati nel successivo restauro, finirono nei depositi del museo.

L’Apollo di Civitavecchia è considerato la replica del Colosso di Rodi. La grandiosa statua bronzea dedicata al Sole-Helios venne realizzata nel 293 a.C. da Carete di Lindo, fedele allievo di Lisippo, un’opera di inaudita altezza che raggiungeva quasi i 32 metri. Il colosso fu abbattuto dal disastroso terremoto che sconvolse Rodi nel 228 a.C.

Nella slanciata e armonica torsione del busto verso sinistra, l’Apollo-Helios di Civitavecchia porta, appoggiata alla schiena, la faretra chiusa con la tracolla e, con la mano sinistra abbassata, regge l‘arco, desinente a testa di cigno.

La gestualità solenne del Colosso è stata immortalata perfino dalla Statua della Libertà di New York, ispirata proprio al celebre monumento di Rodi. La Statua della Libertà condivide con l’Apollo-Helios di Civitavecchia, oltre al braccio sollevato con la fiaccola, l‘enfasi del movimento della gamba destra portata all’indietro.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, 4 giugno 2021

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