Grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Vaticani, è riunito e visibile per la prima volta il trittico composto dalla Madonna in trono con il Bambino e gli angeli, attualmente custodito nel Museo Diocesano di Spoleto, e dagli scomparti laterali con le raffigurazioni di Santa Paola Romana e Santa Eustochio che, scampati alla furia del terremoto del 1703, entrarono nel mercato dei collezionisti e sono documentati in Vaticano a partire dal 1867.
In occasione del recente restauro dei due scomparti laterali conservati all’interno della Collezione Vaticana, riportanti la ricercata iconografia di due sante poco note, Paola Romana ed Eustochio, madre e figlia che vissero all’epoca di San Girolamo (fine IV secolo), se ne è approfondito lo studio e si è cercato di trovare lo scomparto centrale perduto. Le ricerche hanno individuato al Museo Diocesano di Spoleto una tavola frammentata, dove è rappresentata una Madonna in trono col Bambino tra due angeli reggicortina. Il dipinto, seppur mutilo della parte inferiore, appare stilisticamente affine ed è stato riconosciuto come parte centrale del trittico. L’opera ornava in origine l’altare della chiesa di Santa Maria presso il castello di Abeto di Preci, da cui l’appellativo di “Maria Santissima di Piè di Castello”.
Al fine di comparare i tre elementi del trittico, si sono rese necessarie accurate indagini scientifiche. La Madonna di Spoleto è stata trasferita al Gabinetto di Ricerche Scientifiche applicate ai Beni Culturali dei Musei Vaticani, dove sono stati esaminati l’essenza lignea, i pigmenti, le incisioni e i punzoni, che ne hanno confermato la piena compatibilità. Il Reparto per l’Arte Bizantino-medievale ha proseguito le ricerche storico-artistiche ed è arrivato all’ipotesi ricostruttiva che viene qui presentata.
È stata selezionata anche un’opera più tarda del medesimo maestro da mettere a confronto, la Madonna in trono col Bambino tra due angeli, oggi custodita presso il Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio del Mugello. Si tratta di polittici realizzati da una delle botteghe fiorentine più raffinate e ricercate del tempo, destinati all’arredo liturgico di cappelle e pievi delle zone rurali di Umbria e Toscana, successivamente smembrati, riconfigurati in parte come opere autonome e in parte dispersi.
Due momenti del percorso stilistico del Maestro della Madonna Straus, attivo a Firenze tra il 1385 e il 1415, un pittore che, da un iniziale neogiottismo, lentamente si apre al nuovo stile internazionale, accogliendo in parte i modi di Lorenzo Monaco e di Gherardo Starnina, ma mantenendo sempre una sua originale arcaicità.
La mostra dal titolo “Incanto tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus”, visibile dal 15 giugno al 7 novembre 2021, è curata da Adele Breda, Curatore del Reparto per l’Arte Bizantino-medievale dei Musei Vaticani, da Stefania Nardicchi, Conservatore del Museo Diocesano di Spoleto, e da Anna Pizzamano, Dottoranda in “Storia e Beni Culturali della Chiesa” presso la Pontificia Università Gregoriana.
Catalogo edito da Quattroemme, Perugia.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Opera Laboratori Siena, 15 giugno 2021
INCANTO TARDOGOTICO
IL TRITTICO RICOMPOSTO DEL MAESTRO DELLA MADONNA STRAUS
15 giugno -7 novembre 2021
Museo Diocesano Spoleto
Tel.0577286300
duomospoleto@operalaboratori.com
www.duomospoleto.it