In mostra oltre 90 opere, per lo più di grafica, dei due grandi artisti del Novecento italiano che si sono distinti e affermati grazie all’invenzione di un nuovo linguaggio in pittura e scultura. Il Museo del Paesaggio riapre la stagione espositiva con la mostra “Carrà e Martini. Mito, visione e invenzione. L’opera grafica” con pezzi provenienti dalla collezione del Museo e da una collezione privata milanese. L’esposizione, a cura di Elena Pontiggia e di Federica Rabai, direttore artistico e conservatore del Museo, è allestita presso gli spazi di Palazzo Viani Dugnani a Verbania, dal 13 giugno fino al 3 ottobre 2021.
CARRÀ. L’OPERA GRAFICA
In mostra sono presentate circa cinquanta tra acqueforti e litografie a colori, che comprendono tutti i più importanti esiti dell’artista.
Si va dagli incantevoli paesaggi dei primi anni venti, tracciati con un disegno essenziale e stupefatto, fino alle visionarie immagini realizzate nel 1944 per un’edizione di Rimbaud, in cui Carrà, sullo sfondo della guerra mondiale, rappresenta angeli, demoni, creature mitologiche e figure realistiche, segni di morte ma anche di speranza.
Fin dagli inizi, inoltre, Carlo Carrà (Quargnento – Alessandria 1881 – Milano 1966) avvia grazie all’incisione un sistematico ripensamento della sua pittura, che lo porta a reinterpretare con acqueforti e litografie i suoi principali capolavori. L’incisione diventa così per l’artista un momento di verifica, ma anche uno struggente album dei ricordi.
MARTINI. L’OPERA PITTORICA E GRAFICA
Alla fine degli anni trenta Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano, 22 marzo 1947), “nauseato dalla scultura” come egli stesso scrive alla moglie, prende sistematicamente a dipingere, accettando la sfida di un linguaggio per lui quasi nuovo, di cui deve assimilare pazientemente la tecnica. Bisogna ricordare che non è un dilettante ma un maestro, il vincitore del gran premio alla Quadriennale, uno degli artisti più famosi d’Italia, se non d’Europa.
Le circa quaranta opere in mostra sono comprese tra il 1921 e il 1945 e coprono tutta la carriera dell’artista, a iniziare dal lavoro a matita su carta Il circo del 1921 circa, importante disegno del momento di “Valori plastici”, quando Martini è molto prossimo a Carrà e in genere a una personale rivisitazione della congiuntura metafisica.
Accanto a questi lavori sono esposte dieci sculture.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, giugno 2021
Immagine di apertura: Carlo Carrà L’ovale delle apparizioni 1918-1952
CARRÀ E MARTINI. MITO, VISIONE E INVENZIONE. L’OPERA GRAFICA
13 giugno – 3 ottobre 2021
Museo del Paesaggio
Palazzo Viani Dugnani
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