Per la prima volta una mostra indaga, attraverso 22 opere, la carriera di ritrattista di Giovanni Segantini. Eccellente autore di paesaggi e di scene di vita contadina, considerava il ritratto come il più nobile dei generi pittorici, in quanto, com’ebbe a dire “ha come obiettivo l’esplorazione del volto umano (…) Il ritratto è lo studio che colla maggior semplicità di mezzi racchiude la più efficace parola dell’Arte nell’espressione della forma viva”.

La rassegna “Giovanni Segantini maestro del ritratto”presenta 16 dipinti e 6 disegni provenienti da collezioni pubbliche e private internazionali, realizzati lungo tutta la carriera di Segantini, dagli esordi a Milano (1879) fino alla morte prematura in Alta Engadina (1899). Questi lavori permettono di seguire l’evoluzione della ritrattistica segantiniana da specchio a simbolo, cioè la graduale trasformazione del modo in cui l’artista ha inteso questo genere: partendo dalle opere giovanili, in cui persegue una resa più o meno fedele dei tratti fisionomici, giunge alla concezione del ritratto come veicolo per esprimere un’idea o un simbolo.

Ritratto Vittore Grubicy De Dragon, 1887, proprietà Museum der bildenden Künste, Leipzig

Il percorso espositivo, al Museo Segantini a St. Moritz (Svizzera) dal 1° giugno al 20 ottobre 2021, si apre con alcune importanti opere del periodo giovanile milanese, come l’affascinante ritratto di Leopoldina Grubicy (1880), sorella di Vittore Grubicy de Dragon, mercante d’arte e amico dell’artista. Alle opere milanesi segue una scelta di lavori realizzati durante il soggiorno in Brianza (1881-1886), tra cui il toccante disegno del piccolo Gottardo (1885), il primogenito dell’artista, addormentato dopo aver subito un’operazione.

Subito dopo il trasferimento a Savognin, nel Cantone dei Grigioni, Segantini realizzò uno degli esempi più belli del suo talento come “esploratore del volto umano”. Si tratta del ritratto monumentale di Vittore Grubicy (1887), nel quale raffigura l’amico su un primo piano fortemente costruito, circondato da alcune tele appena coperte, nell’intento di definirne il lavoro di mercante d’arte.

Petalo di rosa, 1890 Proprietà privata, Italia

Di appena tre anni più tarda è l’elegia simbolista Petalo di rosa (1890), l’ultima rappresentazione della compagna Bice Bugatti, un capolavoro della ritrattistica segantiniana, ridipinto sopra un’opera dal titolo Tisi galoppante (1881). Il pittore decise qui di cancellare il precedente, lugubre messaggio di malattia e morte, sostituendolo con un simbolo di vita.

È attraverso gli autoritratti che si manifesta in modo ancora più inequivocabile la metamorfosi da specchio a simbolo; i sei lavori esposti, i più noti della sua produzione, spaziano dal 1879 al 1898, dal primo autoritratto, un’opera realista che rispecchia il fascino dei lineamenti del giovane artista ventenne, fino all’ultimo, che presenta un volto da profeta.

Catalogo bilingue italiano e tedesco, pubblicato dalla casa editrice Hatje Cantz. Tra le iniziative collaterali, visite guidate in lingua tedesca. Su richiesta sono possibili guide in italiano.

M.F.C.S.
Fonte: CLP Relazioni pubbliche, 28 maggio 2021
Immagine di apertura: Ritratto di Leopoldina Grubicy 1880
Proprietà Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte, Winterthur

GIOVANNI SEGANTINI MAESTRO DEL RITRATTO
1 giugno – 20 ottobre 2021

Museo Segantini
via Somplaz 30, St. Moritz (Svizzera)
Tel. +41 81 833 44 54
info@segantini-museum.ch / info@kubus-sils.ch
www.segantini-museum.ch