Nella piazza dove si erge il Duomo di Arezzo, è possibile visitare lo spazio sacro con una nuova modalità di “lettura” storico-artistica, oltre che religiosa. Il fulcro del percorso parte dall’Arca di San Donato, in cui sono custoditi i resti mortali del Santo Patrono di Arezzo e secondo vescovo della città. Si tratta di uno scrigno prezioso che, dall’oscurità della chiesa, per la luminosità dei marmi levigati e gli inserti vitrei, risplende come “arca di luce”, ispirata alla pagina biblica in cui si racconta che Mosè fece costruire un’arca rivestita d’oro puro per conservarvi le “Tavole della Legge”.
Un’arca di luce è pure il magnifico ciclo di vetrate di Guillaume de Marcillat, eseguite tra il 1516 e il 1524, influenzate dal Manierismo della scuola di Raffaello. Arca di luce è anche uno degli attributi della Vergine, alla quale è dedicata una cappella detta della Madonna del Conforto, realizzata a seguito del miracolo avvenuto il 15 febbraio 1796, che fece cessare un terremoto.
Il Duomo di Arezzo conserva molti altri capolavori, fra cui l’affresco di Piero della Francesca con la solenne figura di Maria Maddalena eseguita forse nel 1459, mentre il Maestro di Sansepolcro dipingeva, nella sottostante Basilica di San Francesco, il ciclo che rappresenta la Leggenda della vera croce.
Il percorso continua di fronte al Duomo dove sorge il Palazzo Vescovile, sede del MUDAS – Museo Diocesano di Arte Sacra, che presenta una collezione di dipinti, sculture, manoscritti miniati, parati e oreficerie, mentre al primo piano si possono ammirare la quadreria, gli affreschi di Teofilo Torri e la Camera dei Papi.
Si segnalano tre rari crocifissi lignei, databili tra la fine del XII secolo e i primi decenni del XIII. Una sala è riservata al tema dell’Annunciazione e un’altra conserva le opere del monaco camaldolese Bartolomeo della Gatta. La quarta sala è dedicata a Giorgio Vasari, con un significativo nucleo di opere, ma custodisce anche lavori di altri pittori, tra cui la predella di una tavola di Luca Signorelli.
L’ultima sala contiene quadri, sculture lignee, terrecotte e preziosi oggetti liturgici. Tra questi, la preziosa Pace di Siena, splendido esempio d’inizio Quattrocento di oreficeria franco-fiamminga, già donata da Pio II alla Cattedrale di Siena, prima che il concistoro senese a sua volta la donasse alla Cattedrale di Arezzo nel 1799.
Il percorso, con la nuova gestione di Opera Laboratori, è attivo dal 22 maggio 2021.
M.C.S.
Fonte: Opera Laboratori, 22 giugno 2021
DUOMO DI AREZZO
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