Una mostra dedicata alla rassegna internazionale delle Orestiadi e una nuova installazione permanente. Nel giorno dell’anniversario della sua nascita, la Fondazione Orestiadi ha reso il tradizionale omaggio al proprio fondatore. Dopo il terremoto del 1968, il sindaco e intellettuale Ludovico Corrao rese concreta l’utopia della città degli artisti, che diventò così il simbolo della ricostruzione del Belìce. Burri, Consagra, Accardi, Isgrò, Pomodoro, Paladino, Nunzio, Schifano, Quaroni, Venezia, Mendini, Purini, Levi, Damiani, Sciascia, Dolci, Buttitta e ancora Joseph Beuys, Robert Wilson, Philip Glass, Thierry Salmon, Boetti, Scialoja, Turcato, Necrosius, Kusturica, Cage, Pennisi, Kokkos, Giovanna Marini, Zavattini, Zavoli,sono soltanto alcuni degli artisti che accolsero l’invito dal senatore. Le loro opere hanno reso la rifondata Gibellina uno dei luoghi più interessanti per la sperimentazione nelle arti contemporanee.
Quest’anno si celebrano anche i quarant’anni delle Orestiadi, la rassegna internazionale di teatro, musica, poesia, arti visive, che ha segnato idealmente l’inizio di una profonda germinazione culturale della città: l’incontro tra artisti, architetti, musicisti e poeti, registi, compositori, scenografi, costumisti, attori arrivati da tutto il mondo, con i contadini, gli artigiani, gli operai, le donne e i giovani di Gibellina, concretizzato nel coinvolgimento della comunità in scena, e delle maestranze locali per la realizzazione delle scenografie e dei costumi in un dialogo continuo tra arti performative e arti visive.
Una caratteristica sempre presente nell’impianto performativo della città, con le sue architetture e le sue opere en plein air, molte delle quali nate come scenografie teatrali, come per esempio l’iconica Montagna di sale di Mimmo Paladino, e la Città di Tebe di Pietro Consagra.
LA STORIA
Al “Teatro dei Ruderi”, sotto le macerie di Gibellina, furono rappresentati i primi spettacoli delle Orestiadi. Una scena che dà ancora vita a ciò che è rimasto nella memoria, che salva dall’oblio ciò che rischiava di essere sepolto due volte.
Pochi anni dopo Alberto Burri ricoprì di cemento bianco le macerie raccolte in blocchi, creando il Cretto, una delle più grandi opere di land-art al mondo. Il Cretto divenne anche un enorme luogo scenico destinato ad accogliere spettacoli indimenticabili anche grazie al forte impatto emotivo del paesaggio lunare, in cui conta soprattutto la forza dell’invisibile, di ciò che non si vede più, e quindi proprio il nascosto risulta con il teatro ancora più evidente.
Le Orestiadi di Gibellina, dirette dal 2018 da Alfio Scuderi, hanno presentato negli anni artisti, registi, compositori, scenografi, costumisti, attori, chiamati qui per creare e realizzare opere che fossero in forte connessione con la storia e la rinascita di un popolo che, a partire dalla notte del 14 gennaio del 1968, fu testimone e vittima del terremoto che distrusse i paesi del Belìce.
LA MOSTRA
Presenta, dal 26 giugno al 25 luglio 2021, le testimonianze della straordinaria esperienza delle Orestiadi di Gibellina, rassegna internazionale di teatro, musica, poesia, arti visive, che nel 2021 arriva alla 40a edizione. Immagini, documenti, costumi, libretti di scena, frammenti di scenografie raccontano i momenti chiave del percorso delle Orestiadi attraverso il teatro e le arti performative e visive dal 1982 a oggi. Un percorso mai interrotto che ne fa uno dei festival più longevi in Italia, con più di 400 spettacoli prodotti e ospitati, un cospicuo patrimonio la cui rilevanza rende questo un esperimento culturale unico.
Sono in mostra, tra le altre opere: la maquette della Montagna di sale ed i bozzetti realizzati da Mimmo Paladino per La sposa di Messina con la regia di Elio De Capitani presentata al Cretto di Burri nell’estate del 1990; i costumi per La passione di Cleopatra, il modello del “Carro di Oreste”; la maquette della scenografia di Villa Eumenidi di Arnaldo Pomodoro; la scenografia di Gibella del Martirio di Emilio Isgrò; i frammenti delle scenografie di Bob Wilson; i bozzetti per la Città di Tebe di Pietro Consagra. La mostra è accompagnata dalle musiche realizzate da Giovanna Marini per Le Troiane di Thierry Salmon nel 1988.
L’INSTALLAZIONE
Nella stessa giornata inaugurale, è stata presentata al pubblico la nuova installazione “Contraccolpi”, realizzata da Alberto Timossi per il Giardino del Baglio Di Stefano. Un’opera site specific con cui la Fondazione continua la pratica degli atelier, che negli anni ha portato nella città alcuni dei maggiori interpreti dell’arte contemporanea europea.
M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 21 giugno 2021
Immagine di apertura: Baglio di Stefano,
Foto Luca Savettiere
LE ORESTIADI DI GIBELLINA
26 giugno – 25 luglio 2021
Fondazione Istituto di Alta Cultura “Orestiadi” – ONLUS
Baglio Di Stefano, 91024 – Gibellina (TP)
tel. +39 0924 67844
Sede di Tunisi:
Dar Bach Hamba – 9
Rue Bach Hamba 1000 Tunis, Tunisie
tel. 0021671 325115
www.orestiadi.it