L’osservazione del firmamento nell’antico Egitto e i sistemi sviluppati dalla cultura nilotica per misurare lo scorrere del tempo e l’avvicendarsi ciclico delle stagioni attraverso la volta celeste sono il tema della mostra “Ad Astra: la decifrazione della tavola stellare di Mereru”. Si tratta del secondo appuntamento del progetto espositivo “Nel laboratorio dello studioso”, dedicato all’attività scientifica che quotidianamente si svolge sugli oggetti esposti nelle sale e custoditi nei magazzini del Museo Egizio di Torino.
A costituire il centro dell’esposizione – a cura di Enrico Ferraris e aperta al pubblico dal 2 luglio fino al 29 agosto – è la tavola stellare di Mereru: il reperto, risalente Medio Regno (2000 a.C. circa) e rinvenuto nel 1908 dalla Missione Archeologica Italiana nella necropoli mdi Assiut, ha l’aspetto di una griglia nella quale trovano posto i nomi di 36 stelle appositamente selezionate per scandire, con il loro sorgere, le dodici ore della notte nel corso dell’anno.
La loro sequenza, che nelle tavole stellari assume un andamento diagonale, era caratterizzata in particolare dalla levata di Sirio, che a fine luglio annunciava l’arrivo della piena del Nilo, l’avvio del nuovo anno agricolo e la promessa di rinascita per gli spiriti dei defunti.
Una rappresentazione che testimonia da una parte un processo di registrazione e traduzione grafica dei moti delle stelle, e dall’altra la peculiare concezione circolare del tempo che permea la tradizione religiosa antico egiziana.
Le restanti quattro vetrine espongono, tra gli altri oggetti, stele, strumenti rituali e frammenti decorati che raffigurano le modalità di rappresentazione della volta celeste, concepita come un’immensa distesa d’acqua, e le tradizioni religiose legate alla concezione ciclica del tempo. Nei mesi di luglio e agosto sono in programma visite guidate con il curatore.
LE PROSSIME MOSTRE IN PROGRAMMA
Settembre – novembre 2021: Figli di Horus proteggete questo ushabti! Il modellino di sarcofago di Kha (a cura di Paolo Marini). Novembre 2021 – gennaio 2022: Gatti, falchi e anguille. I bronzi votivi per mummie animali (a cura di Johannes Auenmüller). Gennaio – marzo 2022: Un santuario portatile per la dea Anuket (a cura di Paolo Del Vesco). Marzo – maggio 2022: Il Libro dei Morti di Baki, Scriba del Signore delle Due Terre (a cura di Susanne Töpfer).
ALLA RICERCA DELLA VITA. COSA RACCONTANO I RESTI UMANI?
Frammenti di esistenze lontane nel tempo riaffiorano dal passato per raccontare la vita nell’Antico Egitto, attraverso sei individui che cessarono il proprio cammino terreno a età diverse fra loro, per proseguirlo nell’aldilà affidando il proprio corpo al rito della mummificazione.
A svelarle è la nuova sala con cui il Museo Egizio amplia il suo percorso di visita, conducendo il pubblico in un itinerario “Alla ricerca della vita”, nome con cui è stato battezzato il nuovo spazio articolato su due piani.
SEI STORIE PER RACCONTARE UNA VITA
A costituire il fulcro dell’esposizione è una teca, che garantisce i massimi standard conservativi, allestita per contenere 91 mummie che fanno parte della collezione del Museo: grazie a una speciale pellicola, sei di queste mummie sono svelate al pubblico. Sei “protagonisti” appositamente scelti di età differenti per mostrare le varie fasi dell’esistenza, da quella nemmeno sbocciata di un feto, fino all’avanzata maturità di una donna cinquantenne. È quindi idealmente una vita intera, dalla nascita alla vecchiaia, quella che si ricompone dall’insieme delle mummie, esposte in un ambiente raccolto per un’esperienza di confronto ravvicinata e al contempo riguardosa nei confronti di questi esseri umani vissuti fra i 4mila e i 2mila anni fa.
Il ricco corpus di informazioni, restituite ai visitatori attraverso i testi e i video presenti in sala, è frutto del lavoro di ricerca realizzato dallo staff scientifico del Museo in collaborazione con gli esperti del partner scientifico esterno, l’Eurac Research di Bolzano.
ESPORRE I RESTI UMANI
La sala “Alla ricerca della vita” non si confronta solo con lo studio dei resti umani, ma anche con il tema della loro esposizione e le implicazioni etiche che la caratterizzano. Una questione che vede il Museo impegnato in un confronto costante sia con il pubblico, sia con la comunità scientifica nazionale e internazionale. Già a partire dal nuovo allestimento inaugurato nel 2015, il Museo ha sviluppato una segnaletica specifica che invita i visitatori ad accostarsi alle mummie e ai resti umani con il dovuto rispetto. Il pubblico può esprimere il proprio punto di vista sul tema compilando il questionario da smartphone attraverso un QR Code.
Tutti i contenuti multimediali della sala sono liberamente accessibili attraverso il sito.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa 24 giugno e 2 luglio 2021