Il Museo Guggenheim di Bilbao presenta The Line of Wit (La linea dell’ingegno), una selezione di opere della collezione museale, alcune raramente esposte, assieme a prestiti a lungo termine, che si caratterizzano come intelligenti e sperimentali. Gli artisti rappresentati in mostra – tra i quali Georg Baselitz e Yoko Ono – utilizzano materiali e tecniche insolite e molti sfidano scherzosamente le convenzioni estetiche, con ingegno e arguzia. Allestita dal 11 giugno 2021 al 6 febbraio 2022, questa è la prima mostra curata da Lekha Hileman Waitoller, giunta al Guggenheim Museum Bilbao nell’ottobre 2019 dall’Art Institute of Chicago.
GALLERY 305. DEFYING TRADITION
Il percorso segue un criterio tematico. La prima galleria è dedicata ai processi artistici non ortodossi e ai sistemi di visualizzazione. Alcune di queste opere occupano lo spazio in modi inaspettati, come in Cristina Iglesias Untitled (Alabaster Room) (1993), in cui i fogli traslucidi di alabastro bianco si librano agili sopra la testa, digradando dolcemente verso il basso e alterando sia la luce che lo spazio circostante. Object for Reflection (2017) di Alyson Shotz consiste in piccoli pezzi di alluminio forato legati tra loro da anelli di acciaio. L’opera assume forma tridimensionale solo una volta installata: sospesa al soffitto, tensione e gravità trasformano la lastra metallica in una scultura.
Hichiko Happo (2014) di Yoko Ono fornisce un esempio di processo artistico, come avvenne durante la sua performance nell’ambito della retrospettiva che il Guggenheim le dedicò nel 2014. Sulle nove tele che compongono l’opera, Ono ha dipinto la frase “sette felicità e otto tesori” in giapponese. L’inchiostro nero sumi gocciola su ogni tela, ricordando le tradizioni dell’action painting e dell’antica calligrafia del Paese nativo.
In The Way Things Go (Der Lauf der Dinge,1987) di Peter Fischli e David Weiss, la reazione a catena cinematografica crea l’illusione di un movimento continuo tra materiali ordinari come pneumatici, fuochi d’artificio e un pallone. Il film è una sequenza di cadute, sversamenti e piccole esplosioni che creano un continuum di caos controllato, in una combinazione fantasiosa di gioco e sperimentazione, in un abbraccio tra l’assurdo e l’oggetto quotidiano.
GALLERY 306. MODES OF REPRESENTATION
La seconda galleria include una selezione di opere rappresentative o figurative, che esemplificano la miriade di modi in cui gli artisti esplorano la forma umana come soggetto, spesso utilizzando la strategia della ripetizione seriale su più tele o all’interno di una composizione.
Una selezione dell’iconica serie di sedici dipinti di Georg Baselitz Mrs. Lenin and the Nightingale (La signora Lenin e l’usignolo, 2008) costituisce buona parte della mostra. Queste tele di grande formato presentano i soggetti capovolti. La metà delle opere contiene figure dai colori vivaci su uno sfondo bianco, mentre l’altra metà presenta dipinti principalmente in tonalità di grigio e blu su sfondo nero. L’inversione delle figure provoca distanziamento con lo spettatore, sollecitato a concentrarsi sul contenuto. Formalmente, i dipinti raggiungono l’astrazione pur mantenendo la figurazione.
In mostra anche una selezione della serie di undici ritratti di donne sorridenti di Alex Katz, Smiles (1994). Lo stile è caratterizzato da piani di colore appiattiti, spazi pittorici superficiali e linee riduttive ma acutamente descrittive, incastonate su uno sfondo monocromo. L’obiettivo di Katz non è quello di rappresentare la personalità del soggetto, ma piuttosto aprire una riflessione più profonda sulla natura della rappresentazione e della percezione delle immagini.
GALLERY 307. METHODS AND MATERIALS
L’ultima parte del percorso raccoglie opere astratte sperimentali nei metodi e nei materiali. Alcuni artisti utilizzano materiali non tradizionali, come vernici commerciali, piatti o una lavagna e gesso. In queste opere, lo spettatore è invitato a contemplare le scelte critiche dell’artista e le diverse possibilità cui si prestano i materiali stessi.
Julian Schnabel ha iniziato a esporre i suoi dipinti su lastre nel 1979, con frammenti di stoviglie rotte incorporate in una resina poliestere simile allo stucco, sovraverniciati con immagini in pittura ad olio. I soggetti distorti e le trame sgargianti sono ispirati ai mosaici dell’architetto catalano Antonio Gaudí. In opere come la monumentale Spagna (1986), i piatti e le tazze rotti sporgono dalla superficie come seghettati, come pennellate scultoree, sconvolgendo il piano pittorico.
Il lavoro di Erlea Maneros Zabala esplora il ruolo dei mass media nel plasmare le narrazioni contemporanee attraverso il trattamento delle immagini e la visione soggettiva della storia. Il suo lavoro del 2013 intitolato Basque Graphics. Typography and Ornament: 1961–1967, formato da trentanove lastre di rame inciso, impiega immagini cariche di significati politici e storici, e successivamente le trasforma e le serializza.
Molti degli artisti in questa stanza hanno sperimentato la fisicità della pittura. Il mezzo principale usato da Prudencio Irazabal è un polimero liquido sottile, che si addensa con il gel prima di aggiungere piccole quantità di pigmento liquido per creare diversi colori con vari gradi di traslucenza, come in Untitled #767 (1996).
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 10 giugno 2021
Cover image: Georg Baselitz, Mrs Lenin and the Nightingale,
Lucian and Frank plein air (Lucian und Frank Plein-air), 2008,
Guggenheim Bilbao Museoa © Georg Baselitz, Bilbao, 2021
THE LINE OF WIT – LA LINEA DELL’INGEGNO
11 giugno 2021 – 6 febbraio 2022
www.guggenhem-bilbao.eus