Altre opere d’arte sono state recentemente restaurate e riconsegnate alla fruizione pubblica. Prosegue incessante l’attività di mecenatismo di Friends of Florence, organizzazione no-profit statunitense, alla quale aderiscono privati di ogni parte del mondo, che offre un supporto finanziario finalizzato alla salvaguardia di beni artistici della città di Firenze e del territorio limitrofo. Oltre ai restauri dei capolavori più famosi e più conosciuti al mondo, Friends of Florence presta grande attenzione alla conservazione di tutto quel patrimonio culturale che costituisce testimonianza di civiltà, che racconta la storia toscana e che contribuisce a mantenerne viva l’identità, affinché anche le future generazioni possano crescere ispirate dai valori positivi di cui queste opere sono portatrici.

Da sinistra Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence, il Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze Ragini Gupta, il Maestro Zubin Metha 

Alla Presidente Simonetta Brandolini d’Adda è stato conferito il Premio del Consolato Generale degli Stati Uniti per la Diplomazia Culturale. Ecco alcune parole espresse durante la cerimonia di consegna, il 1 luglio 2021: «Ringrazio il Console Generale Ragini Gupta per il Premio ricevuto che dedico al nostro Consiglio, al Florence Chapter e a tutti i benefattori e accademici che troviamo sempre al nostro fianco. Nei lunghi mesi della pandemia abbiamo compreso profondamente quanto l’arte, la musica e la creatività in tutte le sue forme consolino e diano serenità e speranza. Dagli Stati Uniti abbiamo ricevuto prova tangibile di questo sentimento con un interesse sempre maggiore verso tutti i nostri progetti…. Il nostro patrimonio artistico appartiene al mondo intero e va conservate salvaguardato per tutti noi e per le future generazioni … ».

Di seguito, le importanti iniziative portate a termine, o intraprese, nella seconda metà del mese di giugno 2021, dai Friends of Florence. Per le iniziative precedenti, DeArtes rimanda alla consultazione del proprio archivio.

Il Tabernacolo dopo il restauro, ph. by Filippo Tattini

RESTAURATO IL TABERNACOLO DI S. AMBROGIO
DI GIOVANNI DELLA ROBBIA

È stato presentato il restauro del Tabernacolo di S. Ambrogio di Giovanni della Robbia. L’intervento è stato realizzato da Filippo Tattini, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, grazie al contributo di Friends of Florence, attraverso il dono di Peter Fogliano e Hal Lester. Un intervento motivato dai molteplici significati rivestiti dall’opera, oggetto di devozione popolare presso il quartiere, oltre che d’indiscutibile pregio storico artistico.

Il restauro ha consentito di riportare alla giusta leggibilità il tabernacolo anche nello spirito che Friends of Florence condivide con il Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli, nato trent’anni orsono all’interno dell’Associazione degli Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini.

Il tabernacolo versava in un pessimo stato di conservazione dovuto principalmente alla sua collocazione in esterno e all’esposizione agli agenti atmosferici, che hanno provocato concrezione di materiali e danni strutturali. Pertanto, oltre alla ripulitura, sono tati messi in sicurezza alcuni elementi a rischio di distacco e caduta.


 L’OPERA
La terracotta invetriata realizzata intorno al 1525 da Giovanni della Robbia è posta nel rione della Mattonaia, all’angolo dell’edificio tra via De’ Macci e borgo La Croce, e guarda a Piazza S. Ambrogio. L’opera è costituita da un’edicola centinata sulla quale si trova la statua di Sant’Ambrogio all’interno di una nicchia, affiancata da lesene con capitelli compositi che sostengono un arco a tutto sesto.

Il santo è rappresentato barbato con gli abiti vescovili in atto benedicente, mentre con la mano sinistra regge il libro e un pastorale che oggi è stato sostituito da una semplice asta metallica. Sant’Ambrogio indossa, oltre alla mitra e ai guanti bianchi gemmati, una dalmatica bianca sulla quale spicca una stola incrociata di colore blu, coperta in parte da un piviale verde con bordure dorate, finemente decorato.

L’opera fu commissionata dalla Città Rossa del rione di Sant’Ambrogio, una delle Potenze festeggianti della città, espressione del popolo minuto cui era demandata l’organizzazione di feste, spettacoli, armeggiamenti nel rione e che si occupava di sostenere le istituzioni laiche e religiose del quartiere.
 

M.C.S.
6 Luglio 2021

Storie di Tobia e Tobiolo

RESTAURATO L’AFFRESCO CON LE STORIE DI TOBIA E TOBIOLO AL MUSEO DEL BIGALLO 
È stato restaurato l’affresco del Trecento con storie della vita di Tobia e Tobiolo proveniente dal Museo del Bigallo di Firenze, che si spera possa presto accoglierlo nelle sue sale rinnovate. L’intervento, realizzato da Lidia Cinelli sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana e le Province di Pistoia e Prato, ha consentito all’affresco di recuperare la sua leggibilità e fruibilità, ed è stato reso possibile grazie al dono delle famiglie dei bambini che frequentano la scuola Kindergarten Bilingual School, insieme alla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze e Friends of Florence, nell’ambito del progetto We Art, nato dalla collaborazione tra istituzioni pubbliche e private operanti in Toscana.

L’OPERA
L’affresco fu dipinto intorno al 1360 all’interno dell’attuale Museo del Bigallo e racconta le storie di Tobia e Tobiolo, due importanti figure dell’Antico Testamento, dedite a opere di misericordia e in particolare alla sepoltura dei morti, tema strettamente legato alla funzione più importante della Compagnia della Misericordia che lo fece realizzare.

In origine l’opera era composta da 18 episodi che raccontavano con dovizia di dettagli le storie dei due santi, ma è arrivato ai giorni nostri privo di sei episodi, andati persi durante i lavori di ristrutturazione settecenteschi realizzati nell’edificio e che modificarono in maniera sostanziale l’ambiente nel quale il ciclo pittorico era conservato. Con l’alluvione del 1966 le storie furono ulteriormente danneggiate e con il restauro del 1968 si decise di procedere allo strappo delle scene ricollocandole su un supporto di vetroresina trattato a neutro. 

Lo stato di conservazione rendeva molto difficoltosa la lettura dell’opera, ed erano presenti rifaciture che avevano alterato la cromia originale. L’intervento è risultato particolarmente complesso, in quanto lo stacco dell’affresco aveva notevolmente assottigliato la superficie pittorica.

M.C.S.
16 giugno 2021

Pala di Bosco ai Frati

TORNA AL MUSEO DI SAN MARCO LA “PALA DI BOSCO AI FRATI” DI BEATO ANGELICO
La Direzione regionale musei della Toscana presenta al Museo di San Marco la Pala di Bosco ai Frati del Beato Angelico, restaurata grazie al contributo dei Friends of Florence. 
Il ritorno di questo splendido dipinto nella Sala del Beato Angelico aggiunge un’opera fondamentale alla ineguagliabile esposizione monografica degli straordinari capolavori del pittore e frate domenicano, che riunisce le tavole monumentali, i dipinti di dimensioni minori, le raffinatissime predelle e i reliquari. 

Con il restauro, durato un anno ed eseguito da Lucia Biondi, il dipinto ha riacquistato i suoi valori pittorici, l’estrema trasparenza e luminosità. Il baldacchino della Vergine è tutto in oro zecchino e le campiture azzurre sono totalmente a base di lapislazzuli, nella sua varietà più preziosa, proveniente dall’Afghanistan. Elementi molto costosi che confermano una committenza importante quale era quella di Cosimo de’ Medici. 
 
La Pala di Bosco ai Frati è da annoverare nel nucleo dei grandi capolavori all’interno della copiosa produzione del frate pittore arrivata fino ai nostri giorni. Si tratta dell’ultima impresa su tavola dal grande artista domenicano, eseguita con ogni probabilità negli anni 1450/52 – in concomitanza con i pannelli affascinanti dell’Armadio degli Argenti per la chiesa della Santissima Annunziata di Firenze – quando egli rivestiva l’incarico di Priore del Convento di San Domenico di Fiesole, prima di partire per Roma dove si sarebbe spento nel 1455. 
 
Quasi alla fine della sua esperienza umana e artistica, il Beato Angelico rinnovò con questa prestigiosa commissione, quasi certamente affidatagli da Cosimo il Vecchio, il suo legame profondo con i Medici e con il loro architetto prediletto, Michelozzo di Bartolomeo. La pala infatti fu eseguita per la chiesa del convento francescano di Bosco ai Frati in Mugello, di cui i Medici erano patroni e che fu progettato da Michelozzo.

L’OPERA
La composizione della pala è dominata dalla figura centrale della Vergine affiancata da due angeli, assisa su un singolare seggio completamente celato da un fastoso drappo dorato, con un cuscino sontuoso di lontano ricordo bizantino, anch’esso dorato. Il manto della Madonna si espande ai suoi piedi fino a occupare quasi l’intero gradino marmoreo. In primo piano, sulla sinistra, sono dipinte le figure dei Santi Francesco, Ludovico di Tolosa e Antonio da Padova, caratterizzate da un forte accento naturalistico. Sulla destra, si vedono i Santi medici Cosma e Damiano e San Pietro martire.

M.C.S.
14 giugno 2021

Cappella Brancacci

FIRMATO ACCORDO PER IL RESTAURO DELLA CAPPELLA BRANCACCI
Era il novembre 2020 quando la Cappella Brancacci, il piccolo gioiello contenuto nella chiesa del Carmine che fa parte dei musei civici fiorentini e che contiene i preziosi affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino Lippi, è stata sottoposta a un primo monitoraggio per valutare il suo stato di salute (vedi approfondimento DeArtes qui). È stato firmato lo scorso 14 maggio 2021 un protocollo di intesa, della durata di tre anni, tra Comune, Soprintendenza e Opificio delle Pietre Dure che definisce le prossime azioni di analisi, monitoraggio, e restauro.

La Fondazione Friends of Florence ha annunciato l’intento di compartecipare, insieme alla Jay Pritzker Foundation, a finanziare e realizzare l’intervento di analisi e monitoraggio e ha espresso anche interesse al finanziamento del restauro.

L’OPERA
Vedi approfondimento DeArtes e immagini qui.

M.C.S.
14 maggio 2021

www.friendsofflorence.org