Un ritrovamento inaspettato a Torre del Lago: nella Villa Museo Giacomo Puccini, amatissima residenza del Maestro, durante i lavori di restauro è emerso un bellissimo ciclo di decorazioni a tempera, sino ad ora rimasto nascosto dalle sete che ricoprono le pareti della sala, al piano terra, chiamata dallo stesso Puccini “Omnibus”, dove componeva e riceva gli amici. Le decorazioni si trovano nella fascia tra il soffitto a cassettoni e le finestre e si suppone che girino su tutti i lati della stanza.
Vi sono raffigurati soggetti marini che si ripetono: sul fondo verde oliva, spiccano dei coralli dalla vivace colorazione rosso mattone e delle carpe dal corpo bianco puntinato e il muso scuro. Una pittura che rispecchia il gusto di Puccini per i temi legati al Giappone e che ricorda i soggetti trattati dall’amico Galileo Chini e che possiamo vedere su alcuni dei suoi vasi o ceramiche.
Sappiamo che il Maestro si occupò personalmente di realizzare la Villa con la collaborazione sia di Galileo Chini che di Plinio Nomellini, insieme agli architetti Luigi De Servi e Giuseppe Puccinelli. Nomellini aveva dipinto delle figure intere sulle pareti, ma le carte dell’archivio ci dicono che purtroppo si deteriorarono a causa dell’umidità.
La Villa che vediamo oggi, infatti, fu costruita su una preesistente torre di guardia che aveva le sue basi a pochi metri dall’acqua del lago. Puccini se ne innamorò, la acquistò dal guardiacaccia che la abitava all’epoca e la trasformò completamente. Per allontanarla dall’acqua comprò un pezzo di terreno dai Ginori e lo adattò a giardino, ma l’umidità è sempre stata un problema.
Si sapeva che le figure di Nomellini, annerite e deturpate dall’umidità, erano state ricoperte da stoffe e si pensava dunque che sotto non ci fosse più niente. Per questo è stata davvero una grande sorpresa trovare queste fasce decorate, durate lo smontaggio delle sete per il loro restauro. Le decorazioni spuntate dietro ai pannelli di tessuto, si collocano presumibilmente tra il 1905 e il 1910, successive a quelle di Nomellini, e ne è stata trovata testimonianza in alcune foto dell’epoca conservate nell’archivio Puccini.
Durante il periodo di restauro delle stoffe, le decorazioni saranno oggetto di studio e documentazione, e saranno straordinariamente visibili al pubblico che visiterà la villa per tutta l’estate.
LA CASA MUSEO
Trasformata in museo nel 1925 per volere del figlio Antonio, dopo una lunga vicenda ereditaria, la casa passò nelle mani di Simonetta Puccini, che l’ha sempre tenuta aperta. Gli ambienti di inizio ‘900, conservano ancora il pianoforte Förster, il paravento prezioso dono dal Giappone, i quadri degli amici macchiaioli, compagni di vita e di caccia: tutto introduce il visitatore in quell’atmosfera tanto cara al compositore, che qui fu sepolto nel 1926, nella cappella ricavata da un salottino e decorata con allegorie della musica.
In luglio e agosto la Villa è aperta tutti i giorni.
C.S.M.
Fonte: Davis&Co, 22 luglio 2021
Fondazione Simonetta Puccini
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