La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova ha riconsegnato alla città di Mantova la facciata e l’apparato decorativo della ex chiesa di San Maurizio, dopo l’intervento di restauro appena concluso. Il Soprintendente Gabriele Barucca ha descritto le fasi dell’intervento, reso possibile da un finanziamento ministeriale. Il lavoro non solo ha permesso il recupero materico della facciata, ma la sua analisi ravvicinata sta portando a nuove conoscenze sia sulle tecniche esecutive sia sulla storia dei restauri che l’immobile ha subito nel corso del tempo.
CENNI STORICI
La chiesa, situata in Via Chiassi 35 a Mantova, fu aperta al culto nel 1616. Il progetto fu affidato all’architetto Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche dei Gonzaga, su incarico dell’ordine dei Teatini, titolare dell’annesso convento. L’ordine religioso fu fondato da san Gaetano Thiene e Gian Pietro Carafa (all’epoca vescovo di Chieti, ossia episcopus theatinus) e fu approvato da papa Clemente VII con breve del 24 giugno 1524.
Sulla facciata, in stile barocco, si trovano quattro statue in pietra raffiguranti san Maurizio, santa Caterina di Antiochia, san Paolo e santa Margherita. All’’interno erano collocate tele secentesche di autori quali Giuseppe Bazzani, Ludovico Carracci, Jacob Denys, Frans Geffels, Lorenzo Garbieri. (I dipinti provenienti dalla chiesa di San Maurizio sono recentemente stati esposti in mostra a Palazzo Ducale: vedi notizia DeArtes qui).
Nella prima cappella a sinistra si trova la lapide che copriva la tomba del condottiero Ludovico di Giovanni de’ Medici, detto Giovanni delle Bande Nere, morto a Mantova nel 1526. Qui, nel 1627, fu sepolto Vincenzo II Gonzaga, settimo duca di Mantova.
Durante l’occupazione francese, tra il 1808 e il 1814, la chiesa, precedentemente dedicata ai santi Maurizio e Margherita, divenne parrocchia militare con l’appellativo di san Napoleone. Con il ritorno degli austriaci la chiesa tornò a essere intitolata a san Maurizio e venne aggregata alla parrocchia di San Barnaba. Anche a seguito dei danneggiamenti causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, nel 1957 l’edificio venne chiuso al culto.
M.F.C.
Fonte: Ufficio Stampa Soprintendenza, 20 luglio 2021 e Wikipedia
Immagini tratte dalla pagina Facebook della Soprintendenza