Ottocento reperti, nella maggior parte inediti e provenienti dai depositi, raccontano una terra senza confini. Il nuovo allestimento al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è dedicato alla Piana Campana, quel ricco territorio che, dalla città di Napoli sino ai confini settentrionali con il Lazio, ritrovò nella contaminazione culturale una cifra distintiva della propria lunga storia. Dal Neolitico all’Età del Bronzo, da Cuma a Pozzuoli, da Capua a Napoli: la Campania è una terra senza confini, puntualizza il Direttore del MANN, Paolo Giulierini: una regione dalla storia millenaria che fu chiave del Mediterraneo anche prima dell’Impero Romano. Le finalità sono rafforzare il ruolo centrale sul territorio del Mann; creare un centro per l’archeologia della Campania settentrionale; lavorare insieme ai maggiori musei europei alla costruzione di una grande mostra internazionale itinerante.

Testa di torello dal santuario della dea marica- foce garigliano- Vi sec. a C.

“La Piana Campana. Una terra senza confini” si configura come prosecuzione ideale della mostra “Gli Etruschi e il MANN” (vedi approfondimento dettagliato DeArtes con galleria immagini qui), di cui il nuovo allestimento conserva alcuni manufatti di pregio.  

Il progetto è soprattutto un laboratorio di ricerca permanente sulla Campania antica: il MANN si pone al centro di un itinerario condiviso con altre istituzioni, tra cui la Direzione Regionale Musei della Campania, la Regione Campania, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio- SABAP del Comune di Napoli, la SABAP per l’area Metropolitana di Napoli, la SABAP di Caserta e Benevento, con cui sono stati sottoscritti due protocolli d’intesa, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Il MANN e gli enti partner si propongono di proseguire nel percorso di scavo, inventariazione dei materiali e ricerca nei depositi, con la prospettiva di costruire una grande e comune esposizione, di cui l’allestimento sulla Piana Campana rappresenti il momento iniziale. 


Allestimento Piana Campana

IL NUOVO ALLESTIMENTO
Il percorso espositivo, visitabile dal 16 luglio 2021, si articola in due sale: una dedicata al territorio, la seconda incentrata sulle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La prima evidenzia alcune specifiche aree, come Gricignano e Carinaro (età del Bronzo), con reperti provenienti dagli scavi US Navy e Treno Alta Velocità a Gricignano di Aversa e Carinaro, nella provincia di Caserta. Fra i più importanti manufatti espositi, che provengono non solo dalle necropoli, ma anche dai villaggi locali, figurano pugnali di bronzo (età del Bronzo Antico/ dal 2300 a.C.); biconici per incinerazione; l’imponente vaso decorato a stampo e risalente al Bronzo Medio (XIV/XIII sec. a.C.).

Ci si sofferma sulla Valle del Clanis alla fine dell’VIII secolo a.C., con i poli di Cuma (la Tomba Artiaco) e della necropoli di Gricignano di Aversa (VIII/VII sec. a.C). Qui è possibile ammirare una selezione di diversi corredi funerari, dalla donna al guerriero, al cacciatore, al sacerdote, senza trascurare i giovani e i bambini, seppelliti in enchytrismòs (inumazione in vaso).

Si passa alla Campania settentrionale, in particolare l’area ausone-aurunca, con gli splendori orientalizzanti di Cales (Calvi Risorta). Nella tomba 89 della bambina di Cales, si trovano reperti di pregio come la conocchia in vetro blu e i calzari in bronzo. Inoltre i tesori del santuario della dea Marica alla foce del Garigliano, da cui proviene un patrimonio straordinario di ex-voto e terrecotte architettoniche.

Testa dal santuario Ponte delle Monache di Cales- metà V sec. a.C.

Si giunge al VI-V secolo a.C. con i reperti dal santuario caleno extraurbano di Monte Grande: tra gli oggetti mai esposti al pubblico, un ex-voto in bronzo e alcune terrecotte che spiccano per qualità di fattura, provenienti dagli scavi di Calvi Risorta.

Il secondo ambiente dell’allestimento comprende, per Capua, le terrecotte architettoniche dal santuario di fondo Patturelli e un simulacro di Mater Matuta. Focus anche su Suessula (l’attuale Acerra), rappresentata dalla collezione Spinelli, e ancora su Nola. Insieme a questi reperti, che risalgono al IX-III sec. a.C., è esposta una selezione dei manufatti etrusco-italici della Collezione Borgia.

L’allestimento si inserisce nell’ambito di un più ampio progetto di studio dell’antico territorio campano in collaborazione con la Saint Mary’s University (Halifax, Canada). Organizzazione e catalogo Electa.

M.F.C.S.
Fonte: Ufficio Comunicazione MANN, 16 luglio 2021
Contributi fotografici: Livia Pacera (fotografa e storica dell’arte)

Mann – Museo Archeologico Nazionale
Piazza Museo 19, Napoli
tel. +39 081 4422 149

www.museoarcheologiconapoli.it