Emerso durante gli scavi effettuati in due tempi diversi, nel 2019 e nel 2020, apre ora al pubblico il termopolio della Regio V, l’antica tavola calda di Pompei. I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine per il ceto medio e basso consumare il prandium (pasto) fuori casa. Sebbene nella sola Pompei se ne contino almeno un’ottantina, il termopolio della Regio V – ubicato nello slargo all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi – si distingue per l’eccezionale decorazione del bancone dipinto, con le immagini della Nereide a cavallo di un ippocampo e di animali probabilmente preparati e venduti nel locale (vedi approfondimento DeArtes sul ritrovamento, con galleria immagini, qui).
L’impianto commerciale gode ora di una nuova copertura lignea a protezione del bancone dipinto, e si è proceduto al rifacimento dell’antico meniano (balcone) a sbalzo, su cui è stata collocata parte dell’originaria pavimentazione in cocciopesto.
Sono previste visite anche al cantiere della casa di Orione e del Giardino, dimore dalle straordinarie decorazioni, dove sono in corso i lavori di sistemazione in vista dell’apertura permanente dell’intera area.
LA CASA DI ORIONE
Prende il nome dal mosaico pavimentale presente in un ambiente della domus, raffigurante una tra le più raffinate e inedite iconografie rinvenute a Pompei, quella del mito di Orione. La scena rappresenta il catasterismo dell’eroe Orione, ovvero la sua trasformazione in costellazione, ed è probabilmente connessa a quella di un secondo mosaico della casa. Entrambi i mosaici denotano un notevole livello culturale e probabili rapporti del proprietario con il mondo mediterraneo orientale, da cui potrebbero provenire.
La dimora era stata già intercettata nel corso degli scavi ottocenteschi, tra il 1891 e il 1893, e nel 2017 è stata interamente portata in luce. Presenta una struttura con atrio centrale, circondata da stanze decorate con pregiate pitture di I stile e mosaici pavimentali. Al momento dell’eruzione del 79 d.C. l’abitazione era in corso di ristrutturazione. Prima degli scavi ufficiali, in passato furono praticati diversi cunicoli allo scopo di recuperare oggetti preziosi, che hanno purtroppo compromesso in più punti la struttura della casa.
LA CASA DEL GIARDINO
Cosiddetta per la presenza di un giardino con portico affrescato, è nota per il rinvenimento dell’iscrizione a carboncino che cambia la data dell’eruzione. Sul portico affaccia la sala delle megalografie, raffiguranti in un riquadro Venere con una figura maschile (Paride o forse Adone) e Eros, e in un altro Venere in atto di pescare, assieme a Eros. Nello stesso ambiente è presente un raffinatissimo ritratto femminile, probabilmente la domina.
Sull’atrio si affaccia la stanza degli scheletri, dove sono stati ritrovati i resti di una decina di individui che qui si rifugiarono nel vano tentativo di salvarsi, e i cui resti sono oggetto di studio e analisi del DNA. In alcuni ambienti di servizio, invece, è stata ritrovata una cassetta in legno contenente monili femminili e amuleti contro la malasorte, oggi esposti nell’Antiquarium di Pompei (vedi approfondimento dettagliato DeArtes, con galleria immagini, qui)
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa Parco Archeologico Pompei, 6 agosto 2021
Visite dal 12 agosto 2021, tutti i giorni dalle ore 12.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30), con accesso da via di Nola e uscita dal vicolo delle Nozze d’argento. Non è necessaria la prenotazione.