Il Comando TPC dell’Arma dei Carabinieri – Nucleo TPC di Bologna – congiuntamente al Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale felsineo a carico di 5 persone indagate per associazione a delinquere, consistente nel sequestro preventivo impeditivo di circa 500 opere ritenute contraffatte dell’artista Francis Bacon e nel sequestro preventivo finalizzato alla confisca di denaro, beni e altre utilità del valore di oltre 3 milioni di euro.

L’Arma dei Carabinieri aveva sequestrato nel maggio 2018 numerose opere d’arte contemporanea false, in possesso di un soggetto avente specifici precedenti penali. Tra queste, 2 disegni a firma di Francis Bacon (Dublino, 28 ottobre 1909 – Madrid, 28 aprile 1992), uno degli artisti più celebri del XX secolo, appartenenti a una collezione di dubbia autenticità e che uno degli indagati asseriva aver ricevuto direttamente dall’artista.

Parallelamente, la Guardia di Finanza ha analizzato le movimentazioni finanziarie con l’estero della medesima persona, incompatibili con le sue fonti lecite di reddito.

I successivi sviluppi investigativi hanno portato al sequestro, a Bologna e a Treviso, tra i mesi di marzo e maggio 2020, di ulteriori 13 opere attribuite anch’esse a Francis Bacon. Contestualmente, è stata determinata la falsità anche delle oltre 500 opere facenti parte dell’intera collezione italiana.

È emerso che il sodalizio si serviva di una società con sede nel Regno Unito ove venivano convogliate e reimpiegate le provviste per poi redistribuirle, una volta “ripulite”, ai vari indagati, direttamente o attraverso imprese nazionali ed estere con sede in Spagna e

Polonia. L’obiettivo del gruppo era accreditare i disegni nel mercato dell’arte attraverso prestigiose esposizioni nazionali e internazionali, cataloghi, siti internet, fondazioni e società di diritto estero, così da accrescerne la “quotazione” per poi rivenderli a ignari acquirenti.

Le indagini hanno condotto al sequestro “impeditivo” dell’intera collezione di opere d’arte e al sequestro “preventivo” finalizzato alla confisca – sia diretta per 1,8 milioni di euro circa, quale profitto del reato di truffa, sia “per equivalente” – di denaro, beni e altre utilità sino al valore di 1,4 milioni di euro circa, quale profitto del reato di autoriciclaggio.

L’operazione ha richiesto l’impiego di oltre 60 militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del Comando TPC che hanno operato, congiuntamente e in stretta sinergia, tra le province di Bologna, Padova, Milano e Treviso.

Bologna, 10 settembre 2021

RESTITUITI BENI ALLE CHIESE NAPOLETANE
Due marmi policromi, alcuni dipinti, una statua lignea del 600: beni artistici di grande rilevanza, trafugati da diverse chiese napoletane, sono stati restituiti dal Comandante del Nucleo TPC di Napoli, Magg. Giampaolo Brasili, e dal Comandante della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, Cap. Saverio Loiacono, al Direttore dei beni culturali della Diocesi di Napoli mons. Eduardo Parlato, alla presenza del Direttore del Museo Diocesano di Napoli, mons. Adolfo Russo.

Un elemento architettonico in marmo policromo, risalente al XVII secolo, era stato asportato dalla chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli tra il 1994 e il 1995. L’opera è stata recentemente rimpatriata dagli Stati Uniti, dove era elemento d’arredo di una lussuosa villa in Florida di proprietà di un italo-americano, che, ignaro della provenienza, l’aveva acquistata da un antiquario romano durante una vacanza in Italia. Il possessore, cristiano praticante, ha rinunciato alla proprietà, lieto di poter far ricollocare l’elemento marmoreo nell’edificio di culto.

Un dipinto raffigurante la “Santissima Trinità” è stato restituito a don Carmine Nappo, parroco della chiesa Santa Maria degli Angeli di Napoli. Il dipinto venne trafugato dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli di Pizzofalcone negli anni Ottanta, in seguito alla sua chiusura a causa del terremoto.

Gli approfondimenti investigativi hanno portato a rintracciare, nel dicembre 2020, in un deposito di via Foria, quattro opere d’arte, tra cui una statua lignea del Seicento trafugata nel 1973 dal Museo Statale Le Prieure Du Vieux Logis di Nizza (FR), e di porre così fine a traffico illecito di beni culturali.

Una lesena in marmo policromo con decori floreali e vegetali era stata smembrata da un altare della chiesa di Gesù e Maria, di proprietà dell’Arciconfraternita degli Uffiziali dei Banchi di San Potito, chiusa per inagibilità dagli anni Ottanta a seguito del sisma. In quegli anni l’edificio di culto è stato oggetto di vari atti di sciacallaggio e altri arredi sono ancora in fase di ricerca. La lesena è stata recuperata presso un antiquario cuneese che l’aveva acquistata da una nota casa d’aste francese, che ne era in possesso da circa 15 anni.

Il Magg. Giampaolo Brasili ha inoltre restituito al Soprintendenza ABAP di Napoli Arch. Luigi La Rocca, alla presenza di funzionari del Fondo Edifici di Culto della Prefettura di Napoli, due dipinti risalenti al XVIII secolo, raffiguranti “L’Annunciazione” e “Sogno di San Giuseppe”, rubati il 17 ottobre 1969 dalla chiesa di San Severino e San Sossio di Napoli. Il loro recupero è frutto di un attento accertamento effettuato dalla SezioneElaborazione Dati TPC sui siti internet di conosciute case d’asta, in particolare su quello diuna società del nord Italia.

M.C.S. 7 settembre 2021