Un’occasione per esplorare i diversi volti della dea che hanno popolato l’arte europea e italiana, mostrandone le luci e le ombre, il fulgore e il furore, e ripercorrendo immaginari e rappresentazioni capaci di esercitare il loro fascino fino ai giorni nostri. Da Lucas Cranach a Peter Paul Rubens, dalle monete romane ai Libri d’ore, da Dosso Dossi a Guercino, da Paris Bordon al Veronese, l’esposizione restituisce la mutevolezza dell’immagine della dea lungo un arco temporale che va dal II secolo a. C. al Seicento. Con “Venere. Natura, ombra e bellezza” si apre la terza tappa del progetto espositivo “Venere divina. Armonia sulla terra” (vedi approfondimenti DeArtes qui e qui) prodotto da Fondazione Palazzo Te, a Mantova. In mostra, importanti prestiti internazionali dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dal Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dall’Akademie der bildenden Künste di Vienna e molti altri.

Venere è una figura prismatica: nasce dalle acque come Venere celeste, presiede alla rigenerazione della natura come Venere primavera; sposa di Vulcano, è amante di Marte e innamorata di Adone, ma soprattutto madre del pericoloso Cupido e con lui testimone di amori infelici.

Giovanni Francesco di Niccolò de Luteri detto Dosso Dossi
Il risveglio di Venere 1524 – 1525 circa
Bologna, Quadreria di Palazzo Magnani, proprietà Unicredit

LA MOSTRA
Il progetto espositivo a cura di Claudia Cieri Via, articolato in nove sezioni, si apre con esempi di statuaria antica, che rappresentano una Venere celeste e intangibile simbolo della perfetta bellezza e dell’amore virtuoso, insieme a un prezioso esemplare del De Rerum Natura di Lucrezio appartenuto a Papa Sisto IV.Si aggiungono altri manoscritti miniati.

Il dipinto Venere e Mercurio presentano a Giove Eros e Anteros del Veronese (Gallerie degli Uffizi, Firenze) ritrae una Venere che presiede alla generazione e ai piaceri amorosi, un buon auspicio nuziale. La Venus genetrix, effigiata in due delle monete antiche esposte, sovrintende l’armonia con la natura, aspetto cruciale nella progettazione delle ville del Rinascimento.

Alcune opere consacrano Venere dea della bellezza, la ninfa leggera caratteristica delle rappresentazioni del Rinascimento. Ma se Venere è vitalità e movimento, può essere anche immagine del risveglio dei sensi e della natura come nell’opera di Dosso Dossi (Collezione Magnani, Bologna).

La raffigurazione di Venere, nuda e perfetta, apre una finestra sul tema del modello: l’idea che si potesse prendere come soggetto una bellezza contemporanea affiora all’inizio del Cinquecento, quando si teorizza l’esistenza delle Veneri viventi, muse ispiratrici degli artisti. La mostra prosegue nelle stanze di Palazzo Te, luoghi in cui Venere è costantemente raffigurata.

Lucas Cranach il Vecchio
Venere e Cupido con un favo di miele 1531
Brussels, Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique

Uno sguardo è rivolto alle forze magiche e irrazionali a cui attingono gli esseri umani quando si tratta di conquistare un amante riluttante; pozioni e incantesimi sono strumenti di una Venere rovesciata, pericolosa, ingannevole che si ritrova nelle opere di Lucas Cranach, di Albrecht Dürer, di Dosso Dossi e velatamente nel dipinto di Paris Bordon (collezione Thyssen-Bornemisza, Madrid).

Il percorso, visibile dal 12 settembre al 12 dicembre 2021, si conclude con una sezione dedicata a Venere vincitrice dove, tra gli altri, si trovano Il giudizio di Paride di Peter Paul Rubens (Akademie der bildenden Künste, Vienna) e Venere, Cupido e Marte di Guercino, capolavoro che richiama lo spettatore all’interno del quadro coinvolgendolo in un dialogo intimo con la divinità.
Catalogo edito da Skira.

M.C.S.
Fonte: Facco P&C e Ufficio Stampa Palazzo Te, 11 settembre 2021
Immagine di copertina: Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino,
Venere, Cupido e Marte 1633, Modena, Galleria Estense,
foto Vannini 2014

VENERE. NATURA, OMBRA E BELLEZZA
12 settembre – 12 dicembre 2021

www.fondazionepalazzote.it