In mostra, documenti originali del film “Il portiere di notte”, considerato il più importante capolavoro tra quelli realizzati dalla regista carpigiana Liliana Cavani: la sceneggiatura con le due annotazioni e il bozzetto originale di Piero Tosi del famoso costume con le bretelle e il cappello di Charlotte Rampling. Inoltre, più di 60 fotografie di scena, materiale video, articoli di giornale provenienti dal Fondo archivistico Liliana Cavani, donato dalla regista all’Archivio storico comunale della sua città nel 2019 e oggetto nel corso degli ultimi due anni di un minuzioso lavoro di catalogazione.
Carpi, in provincia di Modena, celebra Liliana Cavani una delle sue più illustri concittadine. Nella Sala dei Cervi di Palazzo dei Pio si tiene, dal 17 settembre 2021 al 6 gennaio 2022, la mostra “Il portiere di notte. Libertà della perdizione”, curata da Francesca Brignoli e dedicata al film del 1974, la cui trama sfida lo spettatore a considerare la possibilità della libera scelta all’interno di una cornice di dominio e sopraffazione, sia concreta che psicologica.
Oltre a spezzoni del film, la rassegna getta luce sull’iniziale formazione dell’idea della pellicola, seguendone poi il percorso della produzione, realizzazione e distribuzione. La mostra ha un focus in particolare sulla divisiva ricezione della pellicola sia in Italia che all’estero e sulle implicazioni generate in termini di censura.
La sceneggiatura, scritta dalla stessa Cavani e Italo Moscati, racconta la vicenda di Max (Dirk Bogarde) già ufficiale delle SS addetto ai campi di sterminio, che ritrova Lucia (Charlotte Rampling) una ex deportata ebrea, ospite dell’albergo viennese dove l’uomo lavora come portiere di notte. Tra i due riesplode una insana passione, nata sull’onda dei ricordi degli orrori e delle abiezioni sessuali vissute nel lager. il loro rapporto raggiunge morbosi livelli di parossismo erotico. I due vengono poi uccisi in un tentativo di fuga.
Liliana Cavani (Carpi, 12 gennaio 1933) regista e sceneggiatrice di opere dal forte impatto socio-politico, comincia il suo percorso cinematografico negli anni ‘60 e si afferma come una delle figure più rilevanti del cinema italiano, raggiungendo la fama internazionale nel 1974 con Il portiere di notte. Vincitrice di un David di Donatello alla carriera nel 2012, ha lavorato anche a cortometraggi, documentari storici, e come regista di film televisivi, opere liriche e teatrali.
HABITUS. INDOSSARE LA LIBERTÀ
Le icone della moda del XX secolo.
L’esposizione analizza come, nel Novecento, le tappe più significative di innovazione della moda abbiano spesso coinciso con momenti di liberazione del corpo, soprattutto femminile, da costrizioni fisiche e sociali. La moda, infatti, è una delle forme espressive che incarna i continui cambiamenti storici, e la cui influenza ha coinciso con il concetto di libertà.
La rassegna presenta quegli indumenti iconici che hanno contribuito all’emancipazione del costume sociale, dall’anticorsetto di Paul Poiret ai primi pantaloni creati da Coco Chanel per le donne, o ancora il power suit creato da Marcel Rochas nel 1932. Dalla minigonna agli hot pants, dal bikini ai jeans, dallo sportswear alla giacca destrutturata di Giorgio Armani, accompagnati da fotografie, video, musica.
I Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (MO), una delle città italiane con una importante tradizione nel settore tessile abbigliamento, ospitano dal 17 settembre 2021 al 6 marzo 2022, la mostra “HABITUS. Indossare la libertà”, curata da Manuela Rossi, Alberto Caselli Manzini e Luca Panaro.
Il percorso espositivo si sviluppa in quattro passaggi. Il primo prende avvio a inizio Novecento, quando i creatori di moda si pongono come obiettivo di liberare il corpo femminile dalle costrizioni dell’abbigliamento, come busti, pizzi, abiti lunghi e quindi dalle convenzioni sociali che chiudono la donna in cliché predefiniti. Appaiono alcune figure che conquistano ruoli e diritti fino ad allora tradizionalmente maschili, dall’aviatrice Amelia Earhart a Marie Curie alle suffragette di Emmeline Pankhurst o all’eroina dell’animazione Betty Boop.
Legata indissolubilmente all’evoluzione della condizione femminile, la storia del reggiseno ha origine nel 1922, quando Ida Rosenthal, cucitrice presso il piccolo negozio newyorchese Enid Frocks, notò che ogni modello avrebbe dovuto adattarsi maggiormente a ogni donna, e iniziò a produrne per ogni forma ed età.
Nel secondo dopoguerra, Silvana Mangano nel film Riso amaro (1949) veste esattamente come le mondine che partivano da Carpi per le terre piemontesi e le minigonne non erano molto diverse da quelle che le operaie delle fabbriche di Carpi si cucivano negli anni sessanta.
Iconici sono i bikini, gli hot pants nati a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta che permisero di scoprire finalmente le gambe e, soprattutto, la minigonna, capo-simbolo della battaglia femminista che, grazie a Mary Quant si diffuse dalla Swinging London al mondo intero negli anni sessanta.
La rassegna si spinge negli anni settanta e ottanta, periodo in cui la moda diventa unisex, e il vestito griffato, tipico della sartoria artigianale, lascia il posto al prêt-à-porter con capi prodotti serialmente. Di questo periodo sono le t-shirt e i jeans, entrambi nati come capi da lavoro, ma che divennero icone prima di ribellione – James Dean e la sua Gioventù bruciata – poi del nuovo modo di vestire casual, o lo sportswear, nuovo simbolo di lusso moderno.
La mostra si chiude con due capi divenuti iconici, come il Wrap dress di Diane von Furstenberg e la Giacca destrutturata di Giorgio Armani.
Catalogo Moggio Editore.
BERNARDINO RAMAZZINI
Sempre al Palazzo dei Pio prosegue fino al 31 dicembre la mostra “Bernardino Ramazzini. Primo medico del Lavoro”. Vedi notizia DeArtes qui
M.C.S.
Fonte: CLP Relazioni Pubbliche settembre 2021
Immagine di copertina: Liliana Cavani con Alfio Contini, foto Mario Tursi
IL PORTIERE DI NOTTE
La libertà della perdizione
17 settembre 2021 – 6 gennaio 2022
Ingresso gratuito contingentato e con green pass
HABITUS. INDOSSARE LA LIBERTÀ
Le icone della moda del XX secolo
17 settembre 2021 – 6 marzo 2022
Musei di Palazzo dei Pio
piazza dei Martiri, 68, Carpi (Modena)
Info: tel. 059/649955-60
www.palazzodeipio.it