Proseguendo il lavoro di ricerca e presentazione della raccolta, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati di Lugano dedica a Pietro Consagra una retrospettiva che nasce come naturale continuità della lunga conoscenza, forte amicizia, condivisione di intenti e amore per l’arte dei due collezionisti con l’artista siciliano, e dalla volontà di celebrarne il centenario dalla nascita, che cadeva nel 2020. Il rapporto dialettico con l’altro, al centro della ricerca, la frontalità della visione e le sue mutevoli interpretazioni e il tema della città come luogo di pensiero e relazione con il vissuto, costituiscono il fulcro del lavoro di Consagra e dell’occasione espositiva, a cura di Alberto Salvadori in collaborazione con l’Archivio Consagra.
Attraversando l’opera dell’artista dagli anni ‘50 fino ai primi ’70, la mostra “Pietro Consagra. La materia poteva non esserci” pone in evidenza come il suo contributo non sia stato di fatto formale, ma direzionato verso una partecipazione, anche critica, alla società nella quale ha vissuto e lavorato. Le sessantaquattro opere esposte testimoniano come, in maniera germinale prima e consolidata poi, Consagra abbia tenuto sempre al centro della sua ricerca una forte attenzione per il valore dell’uomo e dell’arte al fine di costruire una società migliore.
Consagra è uno dei rari artisti del ‘900 ad avere toccato tutti gli aspetti della creazione artistica: ha dipinto, scolpito, disegnato, creato gioielli, arredi e architetture urbane; ha sperimentato tecniche differenti su numerosi materiali, ha scritto molto, con raffinata vis polemica. La sintesi concettuale di tale percorso si può ravvisare nel titolo di una sua opera, in cemento armato, realizzata in Sicilia alla foce di una secca fiumara La materia poteva non esserci, come a ribadire quanto importante fosse il percorso che dall’idea passa per il concetto e finisce nel rapporto dialogico con la comunità.
In mostra, dal 12 settembre 2021 al 9 gennaio 2022, sono presenti alcuni dei più importanti Colloqui e una selezione delle opere fondamentali degli anni ’50 in ferro, bronzo, acciaio e legno bruciato e numerosi ferri trasparenti. Il rapporto tra segno e disegno è testimoniato da alcuni esempi, compresi i preziosi spolveri provenienti dall’archivio dell’artista.
Fondamentale ripartire dalla città come luogo dell’uomo maggiormente vissuto ed esteso, allora come oggi sempre di più: arriva La città frontale, siamo nel 1968. A Lugano viene presentata nella sua totalità, con la fondamentale linea dell’orizzonte, posta dall’artista nella mostra alla Galleria dell’Ariete nel 1969, a determinare la collocazione dell’uomo rispetto al paesaggio creato dall’artista\architetto\urbanista. Un segno, un gesto dai tratti umanistici, per una definizione urbana del contesto.
Per la prima volta sono esposti anche tre lenzuoli dipinti, parte di un nucleo più numeroso prodotto tra la fine degli anni ’60 e i ’70. Esempio di lavoro intimo, personale, su materiale povero e quotidiano, trasmettono una eco di ciò che giovani artisti stavano facendo all’epoca.
Il volume contiene saggi inediti di studiosi e grandi archetti ed è pubblicato da Mousse Publishing, a cura di Alberto Salvadori.
M.C.S.
Fonte: ddlArts e Studio Battage, 12 e 13 settembre 2021
Immagine di copertina: Pietro Consagra, Ferro trasparente turchese II, 1966.
Collezione privata, Lugano. Foto: Claudio Abate.
PIETRO CONSAGRA
LA MATERIA POTEVA NON ESSERCI
12 settembre 2021 – 9 gennaio 2022
Ingresso gratuito
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano
+41 (0)91 815 79 73
info@collezioneolgiati.ch
www.collezioneolgiati.ch
www.masilugano.ch