Riuniti, per la prima volta in Italia e in Europa,126 bastoni del comando realizzati nel XVIII e XIX secolo in Oceania. Considerati per molti anni come armi di selvaggi, vengono ora visti nella loro bellezza scultorea e per i loro molteplici significati: simboli di prestigio e di comando, oggetti carichi di sacralità connessi al potere umano e a quello divino. Originale e innovativa, oltre che dalle molteplici fascinazioni, è la nuova mostra a Venezia, presso Palazzo Franchetti-Istituto di Scienze Lettere ed Arti, promossa della Fondazione Giancarlo Ligabue insieme al Musée de quai Branly di Parigi, in collaborazione eccezionale del British Museum di Londra che presta ben 26 opere della propria collezione.

Con essi, giungono in mostra a Venezia pezzi rari e importanti provenienti dalle principali collezioni del Regno Unito e dell’Europa continentale, come il National Museum of Scotland di Edimburgo, il Cambridge University Museum of Archaeology & Anthropology, il National Museums of World Cultures nei Paesi Bassi, il Musée des Beaux-Arts di Lille, la Congregazione dei Sacri cuori di Gesù e di Maria a Roma e da altre collezioni, sia private che pubbliche, che detengono tesori in gran parte mai esposti prima d’ora.

Koka, bastone da danza, Papua Nuova Guinea, Bougainville, Buin Seconda metà XIX secolo Londra, British Museum
©The Trustees of the British Museum. All rights reserved

“Power & Prestige. Simboli del comando in Oceania”, è curata da Steven Hooper direttore del Sainsbury Research Unit per le Arti dell’Africa, Oceania e delle Americhe presso l’Università dell’East Anglia nel Regno Unito, tra i massimi esperti internazionali in materia. Dopo Venezia, la mostra sarà ospitata al Musée de quai Branly di Parigi, che vanta la più vasta collezione di arte etnografica del mondo.

Una mostra che può considerarsi una pietra miliare, essendo la prima interamente dedicata a questi manufatti sui quali getta nuova luce. Il Nuovissimo Continente, come viene oggi indicata l’Oceania, l’ultimo a essere scoperto dagli Europei prima dell’Antartide, è un insieme estremamente diversificato di isole sparse su metà della superficie del nostro pianeta, unite dall’Oceano. Dall’Australia e la Nuova Guinea a ovest abitate da 50.000 anni, alle isole della Polinesia come Tahiti, l’isola di Pasqua e le Hawaii scoperte da intrepidi viaggiatori polinesiani mille anni fa, queste terre hanno una ricca varietà di culture che affascinarono i primi europei, che le raggiunsero a partire dal Cinquecento.

Immagine divina, bastone cerimoniale Isole Australi, Rurutu (?) XVIII secolo,
Londra, British Museum, ©The Trustees of the British Museum. All rights reserved

I bastoni del comando, solitamente classificati come armi primitive anche se in molti casi mai utilizzati come tali, sono anche bellissime sculture in legno, pietra e osso di balena. Pezzi unici espressione della creatività e della capacità di straordinari artigiani che vennero portati in Occidente da avventurieri, ricercatori, commercianti, missionari e ufficiali coloniali. Eppure relegati a un ruolo minore nei musei e nelle esposizioni, fino a questa mostra, che li espone come vere opere d’arte.

 “Power & Prestige”  costituisce anche l’occasione per il primo studio sistematico di questi materiali, che hanno suscitato l’ammirazione di celebri artisti del Novecento come Alberto Giacometti, Henry Moore e Constantin Brancusi, ma che finora sono stati poco indagati.

IN MOSTRA
Tra i bastoni che erano anche armi, si trovano esempi dalle corte clave patu di Aotearoa Nuova Zelanda, fino alle lunghe lance delle isole Australi e Cook. In Aotearoa Nuova Zelanda erano in uso bastoni da combattimento come taiaha, tewhatewha e pouwhenua.

Altri venivano usati come accessori di costumi e in esibizioni di vario genere. Nelle danze marziali organizzate a Makira nelle isole Salomone si usava una mazza-scudo di forma ricurva che era in grado di deviare le zagaglie e servire anche da arma offensiva.

Molti bastoni del comando erano “scettri cerimoniali” e avevano la funzione di proiettare un’immagine di autorità e status. Pensiamo all’enorme Siriti, pesante mazza a due mani alta 152 cm. proveniente dal British Museum, che rappresenta una figura maschile stilizzata. In tutto il Pacifico le dimensioni e la forma di un bastone, con intarsi o aggiunte di materiali come conchiglie, piume o avorio di balena, veicolavano messaggi sulla condizione sociale di chi lo possedeva o custodiva. In Polinesia il mare e i materiali derivanti da quell’ambiente, considerato sacro, erano associati ai capi e alla loro autorità. 

Eccezionale manufatto esposto in mostra, è una Bulikia di collezione privata, una mazza con 74 intarsi in avorio e osso di balena delle Figi (fine XVIII inizi XIX secolo). Entrata in possesso del primo governatore residente in queste isole, Sir Arthur Gordon, nel 1875-1876, poco dopo il suo arrivo nell’arcipelago quale rappresentante personale della regina Vittoria nella nuova colonia, è probabile che gli fosse stata donata come pegno di fedeltà da un capo locale. Il bastone figura in un acquerello dipinto all’epoca da lady Constance Gordon Cumming ed era esposto nel “museo” della residenza governativa alle Figi.

La relazione con il divino e il mondo degli avi avveniva anche attraverso incisioni e raffigurazioni di cui spesso gli oggetti diventavano incarnazione. I bastoni in forma di scettro delle Cook testimoniano come le fogge si siano adattate alle immagini sacre, mentre alcuni speciali bastoni di Tonga venivano chiamati hala e usati dai sacerdoti per la divinazione e come strumenti di comunicazione con le divinità ancestrali.

Ci sono mazze tonghiane le cui complesse decorazioni esteriori equivalgono ai tatuaggi sui corpi umani. Molte di esse, come nel caso del bellissimo ’akau di Collezione Ligabue, prendono la forma di pannelli di incisioni, che spesso inglobano glifi raffiguranti forme geometriche, umane e animali. In altri casi i disegni sono enigmatici, come nelle celebri lance dai bordi dentellati delle isole Cook.

In mostra si può citare l’akatara prestata dal National Museum of Scotland di Edimburgo, una lancia alta quasi 2,5 metri, dalla lama con bordi a tripla seghettatura e colletto, con due occhi su ciascun lato, tipica delle divinità-bastone.

Molto resta ancora da decifrare delle culture dell’Oceania e delle produzioni materiali che ne sono il frutto. Molto è stato cancellato, ma tantissimo attende d’essere disvelato. 

Tavatava, mazza da lancio con intarsi
Figi Prima metà XIX secolo
Venezia, Collezione Ligabue
© photos by Hughes Dubois

M.C.S.
Fonte: Villaggio Globale International, 25 settembre 2021

POWER AND PRESTIGE Simboli del comando in Oceania
16 ottobre 2021 – 13 marzo 2022 

Venezia, Palazzo Franchetti
Sestriere San Marco 2847, Venezia
Info:  Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti
Campo S. Stefano, 2945 – 30124 VENEZIA
Tel.: +39 041 2407711
www.istitutoveneto.it