Una messa a fuoco della cultura letteraria e figurativa dei primi del Trecento, decenni che, a Mantova, videro Bonacolsi e Gonzaga avvicendarsi alla guida di una città pronta ad affermarsi nel panorama geopolitico del tempo, e che forse ospitò brevemente il “ghibellin fuggiasco”. L’Italia intera sta celebrando Dante a 700 anni dalla morte e anche la città lombarda è protagonista con una mostra intitolata Dante e la cultura del Trecento a Mantova, la prima qui dedicata alle arti del XIV secolo. L’esposizione, la cui importanza è stata sancita dalla presenza, alla giornata inaugurale, del direttore generale musei Massimo Osanna, oltre che dal direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso, e dal primo cittadino Mattia Palazzi, si inserisce all’interno del programma nazionale dedicato all’Alighieri, ed è allestita 16 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022.

Non è dato sapere con certezza se Dante sia venuto realmente a Mantova. Il riferimento è all’anno 1319, prima della sua andata a Verona all’inizio dell’anno successivo. C’è un passaggio della Quaestio de aqua et terra in cui appare l’inequivocabile frase “existente me Mantuae” (mentre ero a Mantova): se l’autore del manoscritto fosse davvero Dante – la circostanza è verosimile ma controversa – la questione sarebbe risolta.

Maestro del Matrimonio mistico della cappella Bonacolsi, San Leonardo, affresco strappato, 1330 circa, Frederikssund (Danimarca), Willumsens Museum

È invece certo che due copie manoscritte della Divina Commedia fossero presenti nella biblioteca dei Gonzaga, secondo l’inventario del 1407. D’altronde Mantova fu una delle tre città dove nel 1472 il capolavoro dantesco fu stampato per la prima volta. L’edizione, curata dagli umanisti Colombino Veronese e Filippo Nuvoloni, venne materialmente eseguita da Giorgio e Paolo Puzbach, originari di Magonza.

RIMANDI DANTESCHI NEL PALAZZO
Diverse sono le opere della reggia che rimandano al sommo poeta: il suo ritratto appare in una lunetta della Galleria degli Specchi, nell’affresco attribuito alla bottega di Antonio Maria Viani, e c’è il calco in gesso ricavato nel 1921 (seicento anni dalla morte di Dante) dal bassorilievo del monumento funebre a Ravenna.

Virgilio è il legame più stretto e di maggior suggestione con la città. Il poeta latino, che qui nacque, è la guida di Dante attraverso Inferno e Purgatorio e nel XX canto gli rivela il mito della fondazione di Mantova. Tra i dannati, Dante scorge l’indovina Manto, figlia del tebano Tiresia, che al termine del suo girovagare approda in riva al Mincio. Alla sua morte, il figlio Ocno fonda una città e la intitola alla madre. Questa – conclude Virgilio – è la vera origine di Mantova.

Maestro del Matrimonio mistico della cappella Bonacolsi, Matrimonio mistico di santa Caterina, affresco strappato, 1330 circa, Mantova, Fondazione Romano e Raimonda Freddi

LA MOSTRA IN BREVE
L’esposizione ha dato modo di riprogettare interamente l’allestimento delle Sale dell’Appartamento di Guastalla in Corte Vecchia, dove le opere già presenti in Ducale sono integrate con i prestiti provenienti da collezioni italiane e internazionali, permettendo di cogliere lo spirito del tempo e di ricostruire contesti dispersi nel corso dei secoli. Alcuni capolavori resteranno in esposizione permanente.

Suggestiva è la vicenda della Cappella Bonacolsi, luogo di culto privato collocato nella dimora dei primi “Capitani del Popolo” di Mantova, i cui affreschi trecenteschi, strappati nel corso dell’Ottocento, sono in parte ricomposti, come nel caso del Matrimonio mistico di santa Caterina. La figura di santa Caterina con la Madonna e il Bambino, proprietà della mantovana Fondazione Freddi, è affiancata al San Leonardo del Willumsens Museum di Frederikssund (Danimarca). L’affresco è stato a lungo riferito al maestro Giotto.

In mostra sono inoltre esposti due straordinari codici in arrivo dalla Bibliothèque Nationale de France, con miniature di somma qualità, e dalla Biblioteca Nazionale Marciana. E naturalmente esemplari della Commedia, come il manoscritto della Biblioteca Trivulziana di Milano, appartenuto alla famiglia mantovana dei Cavriani, e la prima edizione a stampa del capolavoro (1472) dalla Biblioteca Civica di Verona. Ancora, gli antichi e preziosi corali usati per le messe celebrate in Duomo.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, 15 ottobre 2021

DANTE E LA CULTURA DEL TRECENTO A MANTOVA
16 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022

Palazzo Ducale, Sale di Guastalla (Corte Vecchia), Mantova
www.mantovaducale.beniculturali.it