Arriva proprio mentre il Festival vola a Kiev e i giovani dell’Orchestra Cherubini già dividono i leggii con i colleghi ucraini per le intense giornate di prove nella capitale ucraina. Arriva come il migliore degli auspici per quel sogno di fratellanza che la manifestazione ravennate rinnova anche quest’anno. Arriva dritta al cuore del Festival, nel momento di sintesi più alta, là dove musica, culture e dialogo si intrecciano. La targa del Presidente della Repubblica è stata consegnata a Ravenna Festival, quale premio alla XXIX edizione 2018, che, inaugurata il 1 giugno, si è già immersa nelle vene dell’America, con un ricco percorso nello sconfinato paesaggio musicale americano, ma ha anche celebrato la resistenza della musica alle oppressioni. Tutto sotto il titolo, che è anche una speranza e una promessa, di We have a dream, in tributo a Martin Luther King a cinquant’anni dalla morte.
Anche quest’anno il Festival percorre Le vie dell’amicizia, il progetto che dal 1997 – anno del primo storico concerto a Sarajevo – porta la manifestazione in città simbolo della storia antica e contemporanea. Alla guida di orchestre e cori italiani, che accolgono fra le proprie fila musicisti locali, da sempre Riccardo Muti. Nel 2018 la meta è Kiev, per il concerto che domenica 1 luglio vede l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini unirsi all’Orchestra e al Coro dell’Opera Nazionale di Ucraina, assieme ad artisti di Mariupol’, al cospetto delle cupole dorate della Cattedrale di Santa Sofia, nella piazza che ne porta il nome. Italiani e ucraini saliranno di nuovo insieme sul palco a Ravenna, martedì 3 luglio, questa volta al Pala De André, sempre sotto la bacchetta di Riccardo Muti. In programma Verdi – dallo Stabat Mater e il Te Deum a parti del Nabucco – e il Lincoln Portrait di Aaron Copland con John Malkovich come narratore.

C.S.