Un gatto bronzeo che contiene ancora resti di una mummia; un contenitore ancora sigillato e inscritto, simile a una cappella, su cui poggia un toporagno; e ancora i contenitori di un falco, un geco e un’anguilla-serpente, che contenevano mummie ormai perdute. Stele, statuette votive e amuleti, raffiguranti animali e divinità, compongono il resto del focus. Sono gli animali i protagonisti del quarto appuntamento di “Nel laboratorio dello studioso”, ciclo espositivo che accompagna i visitatori dietro le quinte del Museo Egizio, alla scoperta dell’attività scientifica condotta dai curatori ed egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca del museo. La nuova mostra, dal titolo “Gatti, falchi, anguille: i bronzi votivi per mummie animali”, dal 8 novembre 2021 al 9 gennaio 2022, ruota attorno a cinque piccoli contenitori di bronzo.
Gli antichi egizi credevano che le anime degli animali fossero dei messaggeri tra le persone e gli dei. Gli animali pertanto venivano mummificati e depositati dai sacerdoti in speciali cimiteri nel corso di processioni religiose. I culti animali e la mummificazione raggiunsero l’apice durante il Periodo Tardo e Tolemaico (664–332 a.C. e 332–30 a.C.) nel quale grandi animali sacri come i tori Mnevis o Apis e la deposizione rituale delle loro mummie erano di fondamentale importanza per il re e il potere reale. Animali più piccoli come falchi, ibis e gatti, ma anche toporagni, lucertole e altre creature legate alla terra, venivano anch’essi mummificati e depositati a milioni nei cimiteri di tutto il paese. Molti animali avevano un significato particolare o potevano incarnare l’essenza degli esseri divini o simboleggiare le forze della natura ed erano visti come avatar o ipostasi, cioè oggettivazioni delle caratteristiche essenziali delle divinità. Di conseguenza, le divinità erano spesso rappresentate in forma animale o con fattezze animali.
Nata sulla scorta di un progetto di ricerca interdisciplinare dell’Egizio, che mira a studiare approfonditamente tutte le mummie animali e gli oggetti correlati presenti nella collezione torinese, la mostra è allestita da Johannes Auenmüller, curatore del Museo. Con lui, sono previste due visite guidate: la prima il 23 novembre e la seconda il 5 gennaio, entrambe alle 16.30 e in lingua inglese. Prenotazione online.
M.C.S.
Fonte: ufficio Stampa, 6 novembre 2021
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