Ceramiche a figure rosse, ceramiche miniaturistiche, ceramiche votive, corredi funerari, utensili in bronzo e un elmo corinzio in bronzo. Un’abitazione di Bruxelles (Belgio) era usata come deposito: qui sono stati sequestrati circa 1.000 reperti archeologici provenienti dall’Italia, perlopiù dall’area di Taranto e provincia, risalenti al periodo compreso dal VI al II secolo a.C. Ma in tutto, sono oltre 2.000 i reperti archeologici magnogreci, risalenti allo stesso periodo, che sono stati rintracciati nel corso dell’ “Operazione Taras”. Si aggiungono infatti, da perquisizioni effettuate nella provincia tarantina, altri 1.000 pezzi, tra i quali anche pregevoli monili in oro, nonché due sofisticati metal-detector e diversi strumenti per il sondaggio del terreno (spilloni).
I preziosi beni italiani sono stati recuperati dai Carabinieri della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Roma, nel corso di una complessa attività investigativa iniziata a febbraio 2019 e portata avanti a più riprese, svolta in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria – AliquotaCarabinieri della Procura della Repubblica di Taranto e coordinata dallamedesima Procura della Repubblica.
Lo spunto che ha dato il via all’indagine internazionale, resa complicata dall’emergenza covid, si è avuto quando i militari hanno scoperto che un noto indiziato di reati contro il patrimonio culturale alloggiava periodicamente presso un hotel di Monaco di Baviera, ove portava con sé diversi plichi, contenenti degli oggetti verosimilmente di natura archeologica. Il già noto modus operandi del soggetto ha indotto a interessare la Polizia bavarese, che ha accertato diversi soggiorni della persona in questione, che partiva in treno da Taranto, attraversava l’Austria, arrivava a Monaco di Baviera, città ove pernottava per poi proseguire il viaggio, sempre in treno, verso Bruxelles (Belgio). La scelta di un treno al posto di un aereo, lasciava intuire che si trattasse di un espediente per eludere eventuali controlli. Nel giugno 2019 l’individuo è stato fatto controllare dalla Polizia Ferroviaria al Brennero, che lo ha trovato in possesso di un’anfora antica.
Le attività investigative si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni video, servizi di Osservazione, Controllo e Pedinamento (OCP) in Italia e all’estero, nonché di numerose rogatorie e Ordini d’Indagine Europei (OIE) verso la Germania, il Belgio, l’Olanda e la Svizzera.
Nel gennaio 2020 a Monaco di Baviera, la polizia tedesca ha arrestato l’indagato, trovato in possesso di numerosi reperti archeologici di notevole interesse storico-scientifico, fra i quali spicca un elmo corinzio in bronzo. Nei mesi di giugno e luglio 2020, in collaborazione con i rispettivi organi di Polizia, sono state effettuate perquisizioni in Belgio e in Olanda con servizi di osservazione e pedinamento, che hanno portato al ritrovamento di altri reperti archeologici italiani, provento di scavo clandestino, commercializzati a Bruxelles presso esercenti di settore inconsapevoli della loro provenienza illecita. È stato inoltre trovato un laboratorio specializzato in restauri di oggetti d’arte antichi a Delft (Olanda), dove erano stati portati nel tempo diversi beni archeologici per i restauri propedeutici alla loro offerta sul mercato.
È stata così ricostruita tutta la filiera criminale, a partire dai “tombaroli” che riforniscono di reperti i ricettatori di primo e secondo livello, i quali a loro volta alimentano i trafficanti internazionali. In tutto, sono state deferite 13 persone per associazione per delinquere, ricettazione, scavo clandestino e impossessamento illecito di reperti archeologici, mentre la ‘mentre criminale’, già arrestata in Germania ma che aveva continuato a operare, è stata infine arrestata a Delft, in Olanda. Sono al contempo stati individuati numerosi scavi clandestini in aree archeologiche di Taranto e provincia, giungendo così a inquadrare i probabili siti di provenienza dei reperti sequestrati, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto, che ha fornito un supporto anche per l’expertise dei beni.
Sono tuttora in corso, sia sul canale della cooperazione internazionale di Polizia che su quello giudiziario, grazie all’intensa e immediata collaborazione con Eurojust, Europol e Interpol, le attività per il rimpatrio di diversi beni localizzati in Olanda, Germania e Stati Uniti, provento del traffico illecito riconducibile a questa associazione a delinquere.
M.C.S.
Fonte: Sala Stampa Comando Carabinieri TPC, 10 dicembre 2021