IL TEMPIO DI VENERE E ROMA. In un volume i restauri al monumento nel Parco del Colosseo. Apre la cella della dea Roma. Da 11 Gen. 2022
Negli ultimi giorni di dicembre 2021, il Parco archeologico del Colosseo ha annunciato, a 15 mesi dall’avvio, il completamento degli interventi di restauro e valorizzazione del Tempio di Venere e Roma.
I lavori sono frutto di una sponsorizzazione tecnica di 2,5 milioni di euro stanziati dalla Maison FENDI, non nuova ad analoghe iniziative di mecenatismo. Per celebrare la restituzione alla collettività di uno dei monumenti più iconici dell’Impero Romano è stato realizzato un volume impreziosito dagli scatti di Stefano Castellani, dal titolo “Il Tempio di Venere e Roma”, edito da Electa, in libreria dall’11 gennaio 2022.
IL VOLUME
La copertina in tela grezza con la grafica laminata bronzo richiama i colori fondamentali del monumento, il cui splendore si rivela sfogliando il ricco reportage fotografico che accosta immagini d’archivio a foto scattate durante e dopo le diverse fasi dei lavori di restauro; ma rievoca anche l’eccezionale sfilata Fendi Couture ospitata nella cella di Venere a luglio 2019. Il libro, in inglese ed italiano, porta l’introduzione di Dario Franceschini, Ministro della Cultura.
I RESTAURI
Le operazioni di restauro, iniziate a settembre 2020 e concluse a luglio 2021, con successivi interventi legati alla valorizzazione e alla accessibilità dell’area, hanno previsto l’impiego di oltre 60 professionisti e hanno interessato sia l’apparato architettonico che quello decorativo delle due celle, dalla copertura alle superfici, fino ai piani pavimentali. La nuova illuminazione delinea le antiche murature e ripropone con grande suggestione i volumi delle celle delle dee, il disegno delle pavimentazioni, i cassettoni, le colonne in porfido, la scansione delle nicchie, in un magico gioco di luci e ombre.
IL TEMPIO DI VENERE FELICE E DI ROMA ETERNA
Il più grande edificio della Roma antica deve la sua straordinarietà, oltre alle eccezionali dimensioni, all’originalità del disegno architettonico, che combinava le proporzioni e la spazialità ellenistica con l’urbanistica e la tecnica costruttiva romana, realizzando una forma del tutto innovativa. Oltre 200 colonne in granito grigio e proconnesio avvolgevano un unico volume rettangolare, ripartito tra le due aule di culto contrapposte: quella dedicata alla dea Venere Felice, dea della natura generatrice, madre di Enea, progenitrice di Augusto e quindi della famiglia imperiale, rivolta verso il Colosseo; quella dedicata alla dea Roma Eterna, personificazione sacra della città e del suo dominio sui territori dell’Impero, rivolta verso il Campidoglio.
L’architettura era messa in risalto dalla ricchezza delle decorazioni architettoniche, il cui splendore era aumentato dall’uso della foglia d’oro negli stucchi, dalle colonne in porfido e dalla sinfonia dei marmi policromi nelle superfici pavimentali: il rosso violaceo del porfido e del brecciato pavonazzetto, contrastava con il verde cangiante del cipollino e il giallo antico. Le pareti, rivestite da lastre di marmo, accoglievano nelle nicchie statue di marmo, mentre le gigantesche statue di culto sedute delle divinità campeggiavano nelle absidi.
L’APERTURA DELLA CELLA DELLA DEA ROMA
La grande novità è l’apertura al pubblico della cella della dea Roma, unitamente alla piena accessibilità del monumento, che sarà possibile a breve grazie all’installazione di due piccoli montacarichi, di ridotto impatto visivo, sul lato settentrionale del Tempio.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa PArCo, 20 dicembre 2021
Immagine di apertura: ©Electa ph Stefano Castellani
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