Villa Raffo, il settecentesco edificio che si trova nella Piana dei Colli, a Palermo, fra le borgate di San Lorenzo, Pallavicino e lo Zen, tornerà all’originario splendore.
Sono infatti iniziati i lavori di restauro e valorizzazione del piano nobile. Dal 1985 Villa Raffo è di proprietà della Regione siciliana che, negli anni novanta, aveva avviato una serie di lavori di recupero, poi interrotti. Il successivo stato di abbandono ha favorito il degrado dell’edificio.
VILLA RAFFO
È situata all’interno di un contesto d’interesse paesaggistico che conserva ancora in parte le connotazioni originarie. Il complesso della villa e delle sue pertinenze costituisce un esempio fra i pochi integri rispetto a un’evoluzione urbanistica che ha in buona parte compromesso l’unitarietà del disegno dell’impianto originario.
Il complesso monumentale, originariamente di proprietà della Compagnia di Gesù nasce, durante la prima metà del Settecento, dalla trasformazione di un baglio di campagna in residenza suburbana. Nella seconda metà del XVIII secolo, a seguito dell’espulsione dei Gesuiti, l’immobile fu acquistato da Giuseppe Maria Cugino (o Guggino) che trasformò i cameroni in saloni di rappresentanza, decorando volte, pareti e sovrapporte con pitture murali e stucchi.
Apprezzabili le decorazioni degli interni e la spazialità della corte, su cui prospettano, a sinistra dell’ingresso, marcato da due eleganti piloni in pietra intagliata, la cappella caratterizzata da una volta a botte lunettata e i corpi di fabbrica destinati a magazzini e scuderie. Nel XIX secolo la villa appartenne a un mercante di origine ligure, Nicolò Raffo.
I RESTAURI
I lavori, su progetto della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, hanno avuto inizio il 30 dicembre 2021 e si concluderanno al massimo entro un anno. L’intervento, realizzato con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 “Patto per la Sicilia” è stato appaltato per 550.984,75 euro. Oltre al ripristino dell’edificio e alle necessarie opere di manutenzione, saranno compresi tutti gli interventi necessari a restituire alla villa la piena fruibilità, anche alle persone con disabilità.
«Il recupero di questa antica dimora aristocratica – sottolinea l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – è l’esempio del riscatto di un territorio che si riappropria di luoghi unici per aprirli alla fruizione di tutti, perché questo è l’intento una volta completati i restauri».
CASTELLO DI MAREDOLCE
Su coordinamento della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, è iniziata l’ultima fase dei lavori di restauro e valorizzazione del Castello della Favara o di Maredolce, struttura del XII secolo utilizzata da Ruggero Il come residenza extraurbana.
Del complesso di Maredolce, un luogo di delizia e sollazzo, si conservano oggi il Castello, l’Isola, dove ancora resiste un agrumeto e il muro di contenimento del bacino artificiale rivestito per l’impermeabilizzazione in coccio pesto, in buona parte leggibile nel suo contorno.
I RESTAURI
Le opere sono finanziate con € 454.299,84 di risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, attraverso il Patto per la Sicilia. La durata prevista è di 330 giorni. I locali saranno completati con la collocazione degli infissi esterni nei vani creati nell’ambito dell’ultimo intervento di restauro. Sulle pareti e nell’intradosso delle volte si prevede la pulitura e la rimozione delle malte degradate, il consolidamento degli intonaci originari e la ripresa a tratti delle superfici, così da ripristinare il rivestimento che in parte si conserva e integrare le parti mancanti. Saranno consolidati e ripuliti dalle sterpaglie anche gli ambienti ruderali posti a ridosso della cappella lato est.
«L’intervento che si andrà a realizzare – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – è un ulteriore passo avanti nell’attuazione della riqualificazione di un territorio dove per troppo tempo ha prevalso una cultura di tipo mafioso. Da alcuni anni l’impegno profuso da parte della Soprintendenza ha permesso direcuperare alla pubblica fruizione una parte significativa dell’originario sollazzo normannoe di contribuire alla crescita socio-economica del quartiere, grazie al potenziamentodell’offerta di turismo culturale. Quest’ulteriore intervento esprime la volontà del Governoregionale di puntare alla valorizzazione dei beni culturali come elemento di riqualificazionedel patrimonio e di crescita socio-economica dell’Isola».
In occasione dei lavori – evidenzia la Soprintendente Selima Giorgia Giuliano – si svolgeranno anche le indagini archeologiche che potranno contribuire a una migliore conoscenza del luogo.
C.S.M.
Fonte: Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dicembre 2021