Per il Giorno della Memoria, le Gallerie degli Uffizi acquistano un importante dipinto di Rudolf Levy.
Il grande pittore ebreo tedesco del Novecento, un anno prima di essere deportato ad Auschwitz, realizzò a Firenze il ritratto di giovane donna “Fiamma”, ora parte integrante delle collezioni degli Uffizi ed esposto, dal 25 gennaio 2022, a Palazzo Pitti, all’ingresso della Galleria Palatina, nel Corridoio delle Statue.
Rudolf Levy (Stettino 1875 – Auschwitz 1944) trascorse gli ultimi anni da uomo libero a Firenze. Vi arrivò nel dicembre 1940, ma il suo esilio era iniziato nel 1933, a Rapallo, per proseguire nel 1934-36 a Maiorca e, dopo un fallito tentativo di raggiungere New York, in Dalmazia, a Ischia e a Roma. Nel capoluogo toscano soggiornò in Piazza Santo Spirito, nella Pensione Bandini in Palazzo Guadagni, e qui rimase e lavorò fino al 12 dicembre 1943, quando fu arrestato e deportato nel campo di concentramento.
Il celebre dipinto – già esposto a Tel Aviv nel 1968, e a Milano e Berlino nel 1995 – fu scelto per la copertina del libro di Michele Sarfatti ‘Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione’ (Piccola Biblioteca Einaudi, 2000).
LA MOSTRA NEL 2023
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt spiega che «le opere di Levy, ispirate a Matisse, vennero messe nell’indice dell’”arte degenerata” dai nazisti. “Fiamma” è il primo suo dipinto a entrare nelle collezioni degli Uffizi, e farà parte della mostra sull’artista in programma per il 2023, che le Gallerie stanno preparando insieme al Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato».
UFFIZI ON AIR
È stata immessa su Facebook il 24 gennaio 2022 una diretta dedicata al tema della Shoah: Claudio Di Benedetto e Alessia Cecconi, dalla Biblioteca Magliabechiana delle Gallerie, hanno ricordato Cesare Fasola (1886-1963), per oltre vent’anni direttore della Biblioteca dell’allora Soprintendenza alle Belle Arti. Fasola fu un esponente del Comitato Nazionale di Liberazione e si adoperò per la difesa delle collezioni – custodite in depositi ritenuti sicuri allo scoppio della guerra – mentre si avvicendavano gli eserciti, tra ritirata tedesca e avanzata degli Alleati. Fu lui a impedire, in molti casi, il trasferimento di libri e documenti verso il nord. Cercò inoltre di contrastare le razzie dei beni degli ebrei, difendendoli dalle bande repubblichine. Nel 1945 Fasola tradusse questa esperienza nel volume ‘Le gallerie di Firenze e la guerra: storia e cronaca’, con l’elenco delle opere d’arte salvate.
C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Uffizi, 24 gennaio 2022