Una serie di gravi lutti ha colpito, nella prima settimana di febbraio, il mondo dello spettacolo che, oltre all’amatissima Monica Vitti, piange altre due figure di primissimo piano: Ezio Frigerio e Filippo Crivelli.
«La scomparsa di Ezio Frigerio è un lutto doloroso per il mondo del teatro nazionale. È stato un autentico protagonista dello spettacolo italiano, che ha attraversato con passione, professionalità e intelligenza segnando con la sua opera la seconda metà del Novecento», ha commentato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.
EZIO FRIGERIO
La notizia della scomparsa di Ezio Frigerio ha colpito profondamente direzione, artisti, lavoratori del Teatro alla Scala, sia i molti che con lui hanno lavorato per decenni sia coloro che crescendo con i suoi spettacoli hanno imparato a considerarlo parte essenziale di un patrimonio comune fatto di arte, tradizione, sapienza ed entusiasmo. Frigerio è stato attivo per oltre mezzo secolo nella prosa, nell’opera e nel cinema imponendosi tra le figure cardine della cultura italiana del ‘900: uno scenografo capace di lasciare un segno decisivo sugli spettacoli di tutti grandi registi con cui ha lavorato, da Strehler a Ronconi, da Liliana Cavani a Graham Vick.
Alla Scala Ezio Frigerio ha realizzato 32 produzioni (comprese alcune ospitalità come quella del Ballet de Marseille e l’Arlecchino, e la collaborazione con Franca Squarciapino per La bella addormentata nel 1995) ben 7 delle quali hanno inaugurato la Stagione. Molti suoi spettacoli sono diventati classici del nostro Teatro e sono stati ripresi frequentemente in Teatro e in tournée. Nel corso degli anni le sue produzioni sono tornate in cartellone 120 volte per complessive 774 aperture di sipario.
Ezio Frigerio nasce a Erba (Como) nel 1930, si trasferisce a Milano, dove si diploma a Brera nel 1948. Studia al Liceo Nautico di Savona e trascorre alcuni anni in navigazione nei mari del Sud. Non trascura però la sua grande passione, la pittura, ed è allievo di Mario Radice.
FRIGERIO: IL TEATRO
Accolto nel 1955 da Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano, al suo fianco produrrà le sue maggiori scenografie per il teatro di prosa e con lui si avvicinerà al teatro d’opera: per il Teatro alla Scala firmerà Simon Boccanegra, Falstaff, Lohengrin e Don Giovanni. Da tale collaborazione nasceranno anche Le nozze di Figaro per l’Opéra di Parigi, spettacolo poi acclamato nei principali teatri d’Europa. Alla Scala e all’Opéra di Parigi stabilirà negli anni Settanta e Ottanta rapporti di collaborazione anche con altri registi, come Piero Faggioni, Liliana Cavani, Lluis Pasqual, Andrej Končalovskij, Graham Vick, Luca Ronconi e Gilbert Deflo.
Nel 1975 debutta nel mondo del balletto con Roland Petit. Nascono così le scenografie di Coppélia e Lo schiaccianoci al Ballet de Marseille, poi Nana all’Opéra di Parigi, Cyrano de Bergerac. Nel 1977 incontra Rudolf Nureyev, col quale stringe un’amicizia fraterna: crea così all’Opéra di Parigi le scene per Il lago dei cigni (due versioni), La bayadère e La Bella addormentata, nonché Romeo e Giulietta al London Festival Ballet, e alla Scala Il lago dei cigni e Romeo e Giulietta.
Nel fecondo periodo parigino realizza, sempre con Strehler, La villeggiatura di Goldoni e L’illusion comique di Corneille al Théâtre de l’Odéon. Stringe una profonda amicizia anche con il regista Roger Planchon, con il quale crea molti spettacoli, tra cui Georges Dandin e Dom Juan di Molière, Athalie di Racine. Con Nicolas Joël ha realizzato numerose produzioni per il Théâtre du Capitole di Tolosa, tra le quali Carmen, Jenůfa di Janáček, Otello, Don Carlo, Les contes d’Hoffmann e La rondine.
La sua carriera americana passa da Chicago (Don Pasquale, Les contes d’Hoffmann) al Metropolitan di New York, dove realizza le scenografie di Francesca da Rimini, Il trovatore, Lucia di Lammermoor e La rondine.
FRIGERIO: IL CINEMA
Negli anni Sessanta Frigerio si avvicina al cinema soprattutto per merito di Vittorio De Sica, col quale realizza Ieri, oggi, domani, I sequestrati d’Altona, Il boom. Collabora poi con registi quali Bolognini, Cavani, Planchon, Castellani, Končalovskij e altri, ma sono in particolare Novecento di Bertolucci e Cyrano de Bergerac di Rappeneau a offrirgli le maggiori soddisfazioni.
FRIGERIO : LA SCALA
Frigerio debutta alla Scala nel 1955, disegnando i costumi per Il matrimonio segreto in occasione dell’inaugurazione della Piccola Scala, iniziando una lunga e proficua collaborazione con il Teatro milanese, prima come costumista e poi come scenografo, in cui firma anche numerosi allestimenti inaugurali: L’angelo di fuoco di Prokof’ev, L’Orfeo di Monteverdi, Louise di Charpentier, Il cappello di paglia di Firenze, Ifigenia in Aulide, Otello (7 dicembre 1959), I Capuleti e i Montecchi, Simon Boccanegra (7 dicembre 1971 e 1978), Paradise Lost di Krzysztof Penderecki, Falstaff (7 dicembre 1980), Le nozze di Figaro, Lohengrin (7 dicembre 1981), Les Troyens, Ernani (7 dicembre 1982), Don Giovanni (7 dicembre 1987), Fidelio (nel 1990 e poi 7 dicembre 1999), La dama di picche, Rigoletto, Gianni Schicchi, Manon di Massenet, Otello (7 dicembre 2001), Carmen e La donna del lago.
Considerato uno degli scenografi più rappresentativi degli ultimi decenni, nella sua lunga carriera ha realizzato più di 300 spettacoli ed è presente nei cartelloni dei più importanti teatri d’Europa e del mondo: Parigi, Milano, New York, Londra, Berlino, Tokyo, Madrid, Barcellona, Toulouse, Buenos Aires.
Ha ricevuto i principali premi europei per il teatro: il Molière, due volte il premio della critica francese, il premio della critica inglese, due volte il premio Abbiati in Italia e, per il cinema, il César, il premio della Comunità Europea e una nomination all’Oscar. È stato insignito di importanti onorificenze, quali la Legion d’onore per meriti artistici e il titolo di Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres in Francia, e l’Ambrogino d’oro dalla Città di Milano.
FILIPPO CRIVELLI
Direzione, artisti, lavoratori del Teatro alla Scala piangono la scomparsa di Filippo Crivelli, avvenuta il 6 febbraio 2022. Pippo, come lo chiamavamo tutti, ha incarnato con intelligenza, ironia, tenerezza e perfidia i mille volti del Teatro milanese del secondo Novecento esplorando mondi e intrecciando linguaggi, dall’opera al balletto alla canzone e alla prosa sui palcoscenici di teatri grandi e piccolissimi ma anche alla televisione e alla radio. Con lui Milano e tutto il teatro italiano perdono un protagonista e un testimone di inesauribile curiosità e malinconica allegria.
CRIVELLI ALLA SCALA E ALLA PICCOLA SCALA
Nella sala del Piermarini, che Crivelli impara a conoscere come assistente di Tatiana Pavlova e Franco Zeffirelli lavorando con artiste leggendarie come Maria Callas e Renata Tebaldi, firma da regista due titoli d’opera: Luisa Miller di Verdi nel 1976 con Caballé, Pavarotti e Cappuccilli diretti da Gavazzeni e nel 1995 l’incantevole Fille du régiment ispirata alle Images d’Épinal con Mariella Devia diretta da Donato Renzetti.
Dal 1974 approda alla Scala il Ballo Excelsior, l’”azione coreografica” di Achille Manzotti con musica di Romualdo Marenco nata al Piermarini nel 1881 e a lungo dimenticata. Crivelli, complice il Sovrintendente del Maggio Remigio Paone, ne aveva curato una riedizione fiorentina nel 1967 (anno in cui Crivelli aveva lavorato anche al balletto Work in Progress con Alexander Calder e musiche di Castiglioni, Clementi e Maderna all’Opera di Roma) insieme al coreografo Ugo dell’Ara e allo scenografo Giulio Coltellacci, protagonista Carla Fracci. Il successo fiorentino si rinnova alla Scala, dove viene ripreso nel 1975, 1978, 2000 (con la Fracci danzano Massimo Murru e José Manuel Carreno), 2002 (con Roberto Bolle nella parte dello schiavo) e 2015. Excelsior diviene uno spettacolo simbolo per il Ballo scaligero, che lo porta a Torino e Genova ma anche a Parigi e a Mosca.
Crivelli è stato una delle anime della Piccola Scala, tra Settecento, avanguardia e voci della canzone: a La finta giardiniera di Mozart diretta da Peter Maag nel 1970 seguono Amore e Psiche di Sciarrino e Le cinesi di Gluck nel 1973 con Giampiero Taverna, La favola di Orfeo di Casella e Orfeo Vedovo di Savinio nel 1974 con Ettore Gracis. Nel 1975 crea La notte diffonde gl’incanti, una serata dedicata alla scapigliatura lombarda con Renzo Palmer e Rosalina Neri. Nel 1977 porta alla Piccola The Beggar’s Opera di Britten, mentre nel 1978 accosta il Diario dell’assassinata di Gino Negri con Milva al Pierrot Lunaire di Schönberg con Catherine Gayer. Nel 1989, in trasferta al Teatro di Porta Romana, Crivelli mette in scena anche Pollicino di Henze
CRIVELLI E LE VOCI DI MILANO: LAURA BETTI, MILLY, MILVA, ORNELLA VANONI
A partire dagli anni ’60 Crivelli è tra i protagonisti di un fondamentale processo di valorizzazione del patrimonio della canzone, tra tradizione milanese, canti di lotta operaia e partigiana, echi francesi e riletture d’autore. Al Teatro Gerolamo cura i recital di Maria Monti (1958), Laura Betti (dal 1960), Milly (dal 1963), Ornella Vanoni (1968), Rosalina Neri (1975) e al Piccolo firma L’arca di Noè con Sergio Endrigo (1970) e 4 marzo 1943 con Lucio Dalla. Nei primi anni ’80 cura gli spettacoli di Milva con Astor Piazzolla, dal Lirico alle Bouffes du Nord di Parigi.
Ma il nome di Crivelli resta legato soprattutto a Milanin Milanon (Teatro Gerolamo, 1962), un “Ritratto di una città” ispirato a Emilio de Marchi e firmato insieme a Roberto Leydi cui partecipano Milly, Tino Carraro, Anna Nogara, Sandra Mantovani e Enzo Jannacci.
CRIVELLI E LA RAI
La collaborazione di Crivelli con la Rai, propiziata da Laura Betti negli anni ‘60, si concretizza in una serie di programmi radiofonici dedicati alla canzone milanese (con le voci di Valentina Fortunato e Sergio Fantoni) o ai ritratti di dive scaligere (Katia Ricciarelli), e – a partire da “Spettacolo a Milano” del 1963 con Strehler, Gaber, Carraro, Valentina Cortese, Tino Scotti e Fiorenzo Carpi – in un copioso elenco di programmi televisivi tra teatro, canzone e danza in cuispiccano i nomi di Paola Borboni, Milly, Franca Valeri, Luciana Savignano.
Un rapportoparticolarmente stretto è quello con Carla Fracci, con cui nel 1967 realizza “C’era una volta unoSchiaccianoci” e a cui dedica “Scarpette rosa” con Walter Chiari, Lina Volonghi, Franca Valeri, Reanto Rascel e Mina.
Nella sterminata produzione di Crivelli, che include tra l’atro numerose regie d’operetta, vanno ancora ricordati almeno L’Orestea di Gibellina di Emilio Isgrò da Eschilo prodotta dal Teatro Massimo di Palermo tra il 1983 e il 1985 con le macchine sceniche di Arnaldo Pomodoro, le 12 Cenerentole in cerca d’autore create con Rita Cirio e Emanuele Luzzati per il Teatro della Tosse di Genova nel 1987 e in generale l’attività nel teatro di prosa.
Giovane assistente di Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, Crivelli nella sua lunga carriera ha collaborato con Dario Fo e Franca Rame e diretto tra gli altri Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà, Umberto Orsini, Gianrico Tedeschi, Lina Sastri, Elena Ghiaurov.
Ufficio Stampa Teatro alla Scala, Milano, 2 e 6 febbraio 2022
Immagine di apertura: EZIO FRIGERIO, Don Giovanni 7 dicembre 1987 ph Lelli e Masotti
ph Marco Brescia ©Teatro alla Scala