Tra le operazioni portate a termine con successo dai Carabinieri TPC tra la seconda metà del mese di gennaio e i primi giorni di febbraio 2022, figurano il rinvenimento, in una discarica rifiuti, di un tabernacolo del 6-700, il recupero di una maiolica ottocentesca, il ritrovamento di due sculture appartenenti a un monumento funebre di una chiesa veneziana e di documenti del 400 emessi dal Doge di Venezia. Inoltre, un’attività investigativa su larga scala ha permesso di recuperare un ingente numero di refurtiva d’arte in diverse zone d’Italia.
È il più grande data base al mondo di opere d’arte rubate, quello gestito dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, contenente oltre 1.200.000 oggetti asportati e quasi 56.000 furti denunciati,
si conferma essere uno strumento indispensabile per l’attività investigativa che, unito alla determinazione e alla professionalità dei militari dell’Arma, permette di individuare opere rubate anche a distanza di molti anni.
CABARINIERI TPC BOLOGNA
IDENTIFICATI AUTORI DI FURTI IN ESERCIZI COMMERCIALI, VILLE NOBILIARI, MUSEI, LUOGHI DI CULTO E ABITAZIONI PRIVATE
VALORE COMPLESSIVO DEI BENI SEQUESTRATI 350.000 EURO
I Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, Nucleo di Bologna, con il Tenente Colonnello Giuseppe De Gori coadiuvati da quelli dei Nuclei TPC di Napoli, Monza, Torino, Venezia e dell’Arma territoriale, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale felsineo nei confronti di 5 persone, indagate a vario titolo di plurime azioni furtive commesse ai danni del patrimonio culturale.
Questo, l’esito di una lunga e complessa attività investigativa finalizzata al contrasto di furti commessi all’interno di esercizi commerciali di settore, ville nobiliari, musei, luoghi di culto e abitazioni private e alla relativa commercializzazione illecita dei beni d’arte trafugati, anche tramite rivenditori compiacenti. Le azioni erano state portate a termine in particolar modo tra l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte e le Marche dal mese di settembre del 2017 fino alla fine del 2018.
Le investigazioni, avviate nel mese di settembre 2017, hanno tratto origine dal furto aggravato denunciato da un antiquario bolognese al quale erano stati rubati oltre 30 dipinti e beni di antiquariato per un valore che superava i 100.000 euro, custoditi in un magazzino a San Lazzaro di Savena (BO).
A carico di cinque pregiudicati campani residenti tra le province di Brescia, Napoli e Asti vengono ipotizzate azioni furtive riguardanti dipinti, mobili, oggetti di alto antiquariato, sculture, statue raffiguranti personaggi del presepe napoletano, lampadari e altri beni per un ingente valore, sottratti sia all’antiquario bolognese, sia da una storica dimora di Chiari (BS), sia dai magazzini di un antiquario in provincia di Asti. Tra i 21 dipinti recuperati di proprietà dell’antiquario bolognese, figura un olio su rame del XVIII secolo raffigurante “Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio”, un dipinto a olio su tela degli inizi del Settecento di scuola napoletana raffigurante “Ritratto di famiglia” e il dipinto “Lavandaia” a olio su tela di scuola inglese del XIX secolo.
Si aggiungono un pozzo in mattoni in stile neogotico, con iscrizioni in lingua latina e inglese, sottratto da una dimora storica in provincia di Vercelli, e svariati beni d’arte di natura ecclesiastica e devozionale come acquasantiere del XIV secolo, candelieri in legno, una scultura, ma soprattutto una parte del coro ligneo dell’altare con sedute e inginocchiatoi, asportati dalla chiesa parrocchiale di San Tommaso Apostolo di Bondeno di Gonzaga (MN) nel mese di marzo 2018.
Il valore economico di tutti i beni sequestrati è stato stimato in circa 350.000,00 euro. Tra questi, figurano oggetti deiquali non è stato possibile determinare la provenienza (per mancata denuncia) tra cui dipinti, un tabernacolo, mobili antichi come cassettoni, sedie da salotto, divani, una statua, lampadari e altro ancora.
Le indagini hanno inoltre permesso di sequestrare, al valico di Ventimiglia (IM), al confine con la Francia, svariati beni antiquariali, costituiti prevalentemente da elementi di arredo antico ed ecclesiastico, quali candelabri, dipinti su tela, putti e altri beni, che stavano per essere portati all’estero su un furgone.
Nel mese di maggio 2018 a Cingoli (MC) erano state arrestate due persone colte in flagranza di reato, mentre tentavano di asportare da un’abitazione nobiliare molteplici beni d’arte di rilevanza storico-artistica, tra cui dipinti, specchiere, tavoli, consolle, candelabri e acquasantiere. Le informazioni sugli obiettivi da colpire venivano, a volte, acquisite attraverso piattaforme digitali e social network dedicati al mondo dell’arte e attraverso la scoperta di abitazioni e luoghi antichi poco conosciuti.
In conclusione, oltre alle 5 persone arrestate in esecuzione dell’ordinanza del G.I.P. e alle due in flagranza di reato, l’indagine ha consentito di deferire in stato di libertà alle competenti Autorità Giudiziarie altre 12 persone per furti aggravati, ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali e soprattutto di recuperare numerosi beni d’arte, tra cui figurano 40 dipinti (su tela, tavola e rame), 14 sculture di vario genere e dimensioni e 53 beni di antiquariato (ebanisteria, beni ecclesiastici e altri di diversa natura).
C.S.M. 18 gennaio 2022
CARABINIERI TPC UDINE
TABERNACOLO DEL 6-700 TROVATO TRA I RIFIUTI A LAVIS (TN)
Un tabernacolo policromo in legno “a tempietto”, pregiato manufatto di bottega trentina risalente al XVII/XVIII secolo, “esprimente sicuri caratteri di interesse culturale” – come certificato dagli esperti della Soprintendenza che lo hanno studiato in collaborazione con l’Arcidiocesi di Trento – era stato rinvenuto, loscorso giugno, nel centro di raccolta zonale per lo smaltimento di rifiuti a Lavis (TN). Il ritrovamento, che aveva destato grande stupore e curiosità, era stato immediatamente comunicato ai Carabinieri della Stazione locale che, a loro volta, avevano informato i colleghi del Nucleo TPC di Udine.
Al momento, non è stato possibile associare il prezioso manufatto ad alcun furto perpetrato in zona, tanto che si ritiene possa provenire da una cappella privata e che sia stato portato in discarica da ignoti che se volevano liberare.
Incaricata di provvedere alla conservazione e valorizzazione del tabernacolo è la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento, a cui il bene artistico è stato assegnato. La consegna è avvenuta presso il Comune di Lavis, alla presenza del sindaco dott. Andrea Brugnara, da parte del Comandante TPC di Udine, Magg. Lorenzo Pella, nelle mani del Soprintendente per i beni culturali, dott. Franco Marzatico.
C.S.M. 2 febbraio 2022
CARABINIERI TPC FIRENZE
RECUPERATE SCULTURE TRAFUGATE A VENEZIA
Il loro valore è stimato in 100 mila euro: due sculture in pietra risalenti al XVII – XVIII secolo, parti del monumento funebre dei fratelli Pietro e Lorenzo Morosini situato nella chiesa di San Clemente, sull’omonima isola, erano state trafugate a Venezia nel 1992 e sono state recuperate dai Carabinieri TPC di Firenze, Nucleo che vede al comando il Capitano Claudio Mauti.
Le opere sono state rintracciate su un sito internet specializzato nella vendita on line di beni d’arte e poi comparate con le immagini della Banca Dati dei Carabinieri TPC. Venditrice era la titolare di un negozio antiquario della provincia di Reggio Emilia, risultata estranea all’illecito in quanto aveva ricevuto i beni in conto vendita da un 68enne pensionato residente nella provincia di Mantova il quale, a sua volta, le aveva avute in dono da una terza persona anch’essa in buona fede. La refurtiva è stata restituita agli inizi del mese di gennaio alla società proprietaria dell’ex edificio di culto, situata all’interno di un esclusivo complesso alberghiero.
C.S.M. 11 gennaio 2022
CARABINIERI TPC FIRENZE
DOCUMENTI EMESSI DAL DOGE DI VENEZIA DESTINATI AGLI ARCHIVI DI BRESCIA E DI BERGAMO
Cinque filze di documenti manoscritti emessi tra il 1443 e il 1448 dal Doge di Venezia e inviati ai Podestà o Capitani del territorio «al fine di indirizzare l’azione di governo», sono stati sequestrati presso una libreria antiquaria toscana, estranea all’illecito, dove venivano affidati in conto vendita dagli ignari eredi del proprietario, deceduto. Il titolare della libreria ha chiesto un parere alla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, che ne ha accertato la natura demaniale e, in quanto sottoposti a tutela, destinati permanentemente alla conservazione in archivi contemporanei.
L’esame della documentazione ha ricondotto quattro filze del materiale sequestrato all’Archivio di Stato di Brescia e una all’Archivio di Stato di Bergamo. La consegna è avvenuta il 4 febbraio 2022, da parte del Cap. Claudio Mauti, Comandante del Nucleo TPC di Firenze.
C.S.M. 4 febbraio 2022
CARABINIERI TPC NAPOLI
RESTITUITA MAIOLICA ALLA CHIESA DI MONTE PROCIDA (NA)
La maiolica raffigurante “L’Assunzione della Madonna”, risalente alla prima metà dell’Ottocento, era collocata sulla facciata esterna dell’ingresso principale della chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, a Monte di Procida (NA), da dove fu asportata nella notte del 4 novembre 2000.
L’oggetto è stato rintracciato presso un collezionista napoletano, dove è stato individuato anche un pannello maiolicato asportato da un secondo ente religioso, insieme a numerosi reperti archeologici e beni archivistici illecitamente detenuti.
Oltre alla comparazione con il Data Base dei Carabinieri, si è rivelato prezioso il confronto con le “Linee guida per la Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici”, pubblicazione realizzata nel 2014 nell’ambito della collaborazione tra il Ministero della Cultura, l’Arma dei Carabinieri e la Conferenza Episcopale Italiana.
In occasione di una celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Pozzuoli e Ischia, mons. Gennaro Pascarella e alla presenza del sindaco di Monte di Procida, dr. Giuseppe Pugliese, lo scorso 30 gennaio 2022 la maiolica è stata restituita dal Comandante TPC di Napoli, Ten. Massimiliano Croce, al parroco don Giovanni Illiano.
C.S.M.29 gennaio 2022