Il Giorno del Ricordo è una solennità civile istituita – solamente nel 2004 – per ricordare una terribile pagina di storia del dopoguerra: i massacri delle foibe e l’esodo degli Italiani dalle loro terre in Istria, Fiume e Dalmazia. La data prescelta, il 10 febbraio, coincide con il giorno del 1947 quando furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia territori fino a quel momento facenti parte dell’Italia: l’Istria, le provincie di Zara e del Carnaro, una larga fetta della Venezia Giulia con zone dell’entroterra triestino e goriziano (oltre a restituire/consegnare territori alla Francia, all’Albania e cedere tutte le Colonie).
«Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia…. Oggi la comune casa europea permette a popoli diversi di sentirsi parte di un unico destino di fratellanza e di pace. Un orizzonte di speranza nel quale non c’è posto per l’estremismo nazionalista, gli odi razziali e le pulizie etniche» sono le parole pronunciate dal nostro amato Presidente Sergio Mattarella nel 2015 (fonte Wikipedia).
Infatti per molti anni aveva imperato il negazionismo del massacro perpetrato dalle spietate truppe comuniste jugoslave del Maresciallo Tito nei confronti di militari e di civili italiani, ma anche tedeschi e sloveni anticomunisti: talvolta si trattava di ex fascisti, talvolta di antifascisti, in altri casi non vi era alcuna motivazione politica. Molti morirono nei lagher jugoslavi e molti, tra atroci sevizie, furono gettati, spesso vivi, dentro le foibe, le nere voragini che fratturano il terreno nel Carso.
Tuttora è incerto il numero delle vittime: alcune fonti parlano di 5.000 italiani, altri di 11.000. Nella Foiba di Basovizza, il Pozzo della Miniera che costituisce il simbolo di tutte le foibe, si è stati costretti a quantificare il numero degli infoibati contando i metri cubi di poveri resti umani: 300 mc, secondo quanto scrive Marcello Lorenzini nel suo libro “Le stragi delle foibe. Due presidenti a Basovizza” (Cosa sono le Foibe: dai partigiani comunisti a Trieste alla tragedia delle Foibe (leganazionale.it) e 500 mc, secondo gli studi effettuati da Paolo Sardos Albertini (12 giugno, la liberazione di Trieste dal terrore comunista (leganazionale.it), Presidente della Lega Nazionale, nata nel 1891 allo scopo di sostenere e diffondere la cultura e la lingua italiana nelle terre storicamente contese del nord est d’Italia. Il drammatico esodo ha riguardato 250-350 mila italiani costretti, tra il 1945 e il 1956, a lasciare le proprie case e i loro beni per trovare altrove rifugio e salvezza.
CELEBRAZIONI A TRIESTE
Nel 2022 molte sono le città, in tutta la Penisola, che celebrano in vari modi la Giornata del Ricordo. Tra queste, in prima linea è Trieste. La mattina del 10 febbraio inizia con la deposizione di corone di fiori alla foiba n.149 di Monrupino e prosegue con la celebrazione alla Foiba di Basovizza, rispettivamente alle ore 9.30 e 10.30.
Nel pomeriggio di martedì 8 febbraio nella Sala Bartoli del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è previsto un intervento di Piero Delbello direttore dell’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriana Fiumana Dalmata. Il giorno seguente Emanuele Merlino si sofferma sulla storia di Norma Cossetto. Al Politeama Rossetti giovedì 10 febbraio il giornalista Fausto Biloslavo dialoga con lo scrittore Stefano Zecchi. A seguire, un concerto e uno spettacolo teatrale.
E nei giorni 10-11-12-13 febbraio viene prolungato l’orario di apertura del Centro di Documentazione del Sacrario della Foiba di Basovizza.
Maria Luisa Abate
(notizie e immagini tratte del sito della Lega Nazionale, che si ringrazia)
Info eventi a Trieste: 348 5166126 – 040 365343 info@leganazionale.it
www.foibadibasovizza.it
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