Un programma profetico, stilato tempo addietro, quando ancora l’Ucraina era una nazione libera che viveva in pace. Il concerto al Teatro Comunale di Bologna, che si è aperto con il brano We are del compositore ucraino Yuri Shevchenko, presentava l’Adagio di Samuel Barber, che accompagnò tragici eventi come l’annuncio della scomparsa del presidente americano Franklin Delano Roosevelt o i funerali di Albert Einstein e J.F. Kennedy. Poi la sinfonia Dal nuovo mondo che Antonin Dvořák scrisse nel suo periodo newyorkese, ispirandosi alle melodie degli indiani nativi d’America e ai cosiddetti “canti delle piantagioni”.

Oksana Lyniv, Orchestra TCBO ©Andrea Ranzi

Se il Nuovo mondo per il compositore boemo era quello prospero e ricco di opportunità oltreoceano, oggi ci si chiede, con apprensione, se un diverso mondo stia per essere plasmato con la violenza. Sarà migliore o peggiore? Lo dirà il tempo e lo sanciranno gli esiti di questa assurda guerra scatenata dal delirio di onnipotenza di un folle. Una parte, la peggiore, della razza umana sta dando ennesima prova di sordità verso gli insegnamenti della Storia. Un’altra parte dell’umanità, la migliore, farà leva sulla capacità salvifica di risorgere dalle proprie ceneri, materiali e metaforiche. Assistiamo, in questi giorni, all’atavica lotta tra bene e male che si combatte con le armi. Ma alcuni imbracciano diversi armamenti: quelli della parola, dell’arte, della cultura, della musica, la cui natura immateriale li rende non bombardabili, indistruttibili, imperituri.  

Oksana Lyniv, Orchestra TCBO ©Andrea Ranzi

In favore dell’Ucraina si sta verificando una mobilitazione a livello europeo senza precedenti e, in Italia, fanno sentire il proprio dissenso anche le istituzioni culturali, pubbliche e private, i siti museali, le comunità teatrali. Tra i primi a schierarsi per la pace c’è il Comunale di Bologna che, dal gennaio di quest’anno 2022 vede nella carica di Direttrice Musicale Oksana Lyniv, nata a Brody in Ucraina, la prima donna a rivestire questo importante ruolo in una fondazione lirico sinfonica italiana. Poche ore dopo il primo bombardamento russo sulla sua Patria, e due giorni prima del suddetto concerto, Oksana Lyniv si è espressa in un videomessaggio che ha subito trovato ampia eco mediatica. I capelli sono legati in una coda e la giovane fronte appare corrucciata. Poggiata la bacchetta direttoriale, è una donna come tante sue connazionali travolta dagli eventi e che guarda ad essi con sorpresa, oltre che con timore e preoccupazione. Nel video, la direttrice si rivolge non ai “suoi” orchestrali, non al “suo” teatro, non al “suo” pubblico come farà nel corso del concerto. Si rivolge a tutti noi, indistintamente, passando a ciascuno un invisibile testimone: sta a noi far sì che l’appello abbia adeguata cassa di risonanza e mantenga la sua valenza nel tempo, fino a quando sarà necessario.

Ora, dice Oksana Lyniv in un inglese fluente, è responsabilità di tutti fare qualcosa per la pace in Europa, di cui l’Ucraina fa parte ed è la nazione più estesa. Tacere, non parlare della situazione, significa diventare complici di un regime dittatoriale. L’Ucraina non si arrenderà mai a questa aggressione, fino all’ultima goccia del nostro sangue, continua Oksana Lyniv. Per favore, quando potete, condividete le vostre emozioni per aiutarci. Please, support us.

Maria Luisa Abate
25 febbraio 2022