La Madonna della scala e La battaglia dei centauri di Michelangelo Buonarroti restaurati grazie al dono dei Friends of Florence

Si sono conclusi gli interventi di restauro dei due bassorilievi giovanili che Michelangelo realizzò durante gli anni della formazione al Giardino di San Marco a Firenze. Il progetto approvato dalla Fondazione Casa Buonarroti è stato reso possibile grazie a una generosa donazione della Fondazione Friends of Florence, che ha sostenuto anche il riallestimento della Sala dei marmi nella quale sono esposte entrambe le opere.

Gli interventi di restauro sono stati l’occasione per uno studio e una riconsiderazione critica delle opere giovanili di Michelangelo, conservate al Museo di Casa Buonarroti. Dopo una campagna diagnostica non invasiva, le operazioni di pulitura hanno fatto emergere ulteriormente la maestria dell’artista nel saper ricavare con scalpelli e gradine, dalle stesse superfici lavorate, effetti cromatici e di luce di impressionante vigore.

APPROFONDIMENTO

LA MADONNA DELLA SCALA E LA BATTAGLIA DEI CENTAURI
Entrambe opere giovanili di Michelangelo – che possiedono già tutti gli elementi salienti della produzione più matura – sono state scolpite durante l’apprendistato nel Giardino di San Marco, sotto la guida di Bertoldo, ultimo allievo e collaboratore di Donatello, scomparso nel 1491, frequentato da artisti e intellettuali della cerchia di Lorenzo il Magnifico.

La Madonna della scala è stata realizzata quando l’artista aveva appena quindici anni. Se dal grande maestro del Quattrocento deriva la particolare tecnica a bassorilievo dello “stiacciato”, michelangiolesca è la scala monumentale della composizione dominata dalla Vergine che occupa tutto lo spazio disponibile, e col Figlio, di spalle, che si stringe al suo seno in una posa che tornerà in opere più tarde di Michelangelo.

Rimasta alla famiglia dopo la morte di Michelangelo nel 1564, venne ceduta, suo malgrado, da Leonardo, nipote ed erede dell’artista, al duca Cosimo I de’ Medici, insieme a sculture incompiute. Fece parte delle collezioni medicee fino al 1616 quando il granduca Cosimo II la restituì, con un gesto di grande munificenza, a Michelangelo Buonarroti il Giovane, pronipote del sommo artista, intento alla sua celebrazione nella Galleria di Casa Buonarroti.

La Battaglia dei centauri fu scolpita fra il 1491 e il 1492. Il soggetto, dapprima definito dal biografo Condivi nel 1553 “Il ratto di Deianira e la zuffa de’ Centari” e poi dal Vasari nel 1568 “La battaglia di Ercole coi Centauri”, fu suggerito al giovane Michelangelo da Agnolo Poliziano, umanista della cerchia di Lorenzo il Magnifico, committente dell’opera, rimasta incompiuta per la sua morte, sopraggiunta l’8 aprile del 1492.

Nei serrati viluppi di figure avvinghiate nella lotta, il rilievo si richiama ai sarcofagi classici e, nella sua incompiutezza, fornisce un saggio della perizia del giovane nella lavorazione del marmo a vari livelli di finitura: dal quasi tutto tondo delle figure più emergenti, compreso l’eroe di tre quarti che anticipa il gigantesco David, al fine rilievo dei combattenti sullo sfondo; ed è straordinario il controllo degli incastri tra i corpi. Colpisce inoltre l’espressività emotiva delle figure, anche di quelle appena accennate: la rabbia dei lottatori, la violenza dei rapitori, il dolore dei colpiti.

Il rilievo, segnalato nel 1527 al marchese Federico Gonzaga per un possibile acquisto non andato a buon fine, apprezzato ancora da Michelangelo, prima di trasferirsi definitivamente a Roma nel 1534, è rimasto sempre dei Buonarroti e ha goduto, dal 1614 al 1874, di una collocazione privilegiata sotto l’Epifania del Condivi nella Galleria realizzata da Michelangelo Buonarroti il Giovane per celebrare le gesta del suo illustre antenato e benefattore della famiglia.

C.S.M.
Fonte: Ufficio stampa, 1 marzo 2022