Al Museo Novecento si incontrano in un dialogo a tre voci, suddiviso in tre mostre collegate, Filippo de Pisis, Giulio Paolini e Luca Vitone.

Tre mostre, tre artisti, tre generazioni a confronto in un gioco di incastri e rimandi fatto di coincidenze iconografiche, strategie concettuali e passioni artistiche e letterarie. A Firenze, un progetto espositivo sorprendente e del tutto originale consente di approfondire la conoscenza di artisti apparentemente molto diversi tra loro, rileggendone la produzione a partire da una prospettiva inedita. Le mostre personali, separate ma interconnesse danno vita a un gioco di specchi e di confronti tematici, dal 18 marzo al 7 settembre 2022.

Qualcosa accomuna il percorso artistico di Filippo Tibertelli de Pisis (Ferrara, 1896 – Milano 1956), eclettico pittore e letterato ferrarese, e quello di Giulio Paolini (Genova, 1940), uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana e internazionale dagli anni Sessanta ad oggi. Le loro opere funzionano come rebus e allegorie, gli oggetti e gli elementi che compongono il loro repertorio visivo vanno decifrati per entrare nel gioco misterioso e spiazzante dell’arte, il cui significato ultimo rimane comunque inafferrabile. Entrambi, costituiscono riferimenti per Luca Vitone (Genova, 1964).

Filippo De Pisis vestito da naturalista a Ferrara (1912), Archivio Bona de Pisis, Roma

FILIPPO DE PISIS. L’ILLUSIONE DELLA SUPERFICIALITÀ
La mostra, nata da un’idea di Sergio Risaliti, co-curata con Lucia Mannini e organizzata in collaborazione con l’Associazione per Filippo De Pisis, ospita oltre quaranta opere del pittore e letterato ferrarese, al primo piano del Museo Novecento.

Accusato spesso di perseguire una pittura dalla “superficialità decorativa” di matrice neo-impressionista – per via della pennellata rapida e leggera e dei piacevoli accostamenti cromatici – De Pisis ha invece costruito molti dei suoi maggiori dipinti tramite un gioco di rimandi e riferimenti, autobiografici e culturali.

Giulio Paolini, Studio per “Interno metafisico”, 2021 © Giulio Paolini. Foto Luca Vianello.Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino

GIULIO PAOLINI. QUANDO È IL PRESENTE?
Tra i maestri dell’arte italiana del Novecento, Giulio Paolini è il protagonista di un progetto espositivo inedito, a cura di Bettina Della Casa e Sergio Risaliti, che riunisce opere della sua produzione più recente in dialogo con l’architettura rinascimentale delle sale al piano terra del Museo Novecento.

Il titolo della mostra è ripreso da una lettera scritta nel 1922 da Rainer Maria Rilke a Lou Andreas Salomè, da cui Giulio Paolini trae spunto per condurre una propria meditazione sul tempo e sulla nostra impossibilità di afferrarlo, combinando gli interrogativi sul ruolo dell’arte e la figura dell’artista con quelli sull’esistenza e il suo fluire.

Paolini ricorre a un vasto repertorio di riferimenti letterari, mitologici e filosofici, richiamati attraverso la riproduzione fotografica, il collage e il calco in gesso, cui fanno da pendant allestimenti articolati e compositi, imperniati su citazioni, duplicazioni e frammentazioni, per dar vita a un teatro dell’evocazione.

Luca Vitone © Jens Ziehe, Alter-Ego (Coincidenze), 2022. Courtesy dell’artista; Galleria Rolando Anselmi, Roma, Berlin;
Galerie Christian Nagel, Berlin, Cologne, Munich; Galerie Michel Rein, Paris, Bruxelles

LUCA VITONE. D’APRÈS (DE PISIS – PAOLINI)
De Pisis e Paolini costituiscono due importanti riferimenti per Luca Vitone, che si inserisce nel progetto espositivocon opere site-specific. Mentre un dipinto di De Pisis dà modo a Vitone di elaborare una scultura olfattiva il cui profumo pervade una stanza del museo, opera realizzata in collaborazione con Maria Candida Gentile e ispirata alla tela Il gladiolo fulminato (conservato a Ferrara e volutamente non presente in mostra), nell’altro caso Vitone ha recuperato dallo studio di Giulio Paolini della polvere, diventata materiale pittorico per realizzare un acquarello.

L’operazione di Vitone si completa con una doppia installazione all’interno dello spazio che ospita la mostra dedicata a De Pisis. Qui, il visitatore scopre un erbario che allude agli interessi botanici del ferrarese, e si imbatte in un pupazzo che ritrae Vitone. Lo stesso meccanismo di traslazione è testimoniato da un fantoccio di pezza che appare in una foto di De Pisis nel suo studio, documento d’archivio utilizzato da Vitone per realizzare una carta da parati che fascia nella sua totalità le sale al primo piano del museo, e sulla quale sono esposte le opere di De Pisis.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, marzo 2022
Immagine di copertina: Filippo De Pisis,
Natura morta con vaso di fiori e tela con nudo maschile, 1930,
Collezione civica, Dono Aldo Palazzeschi, Università di Firenze.

Fototeca Musei Civici Fiorentini

FILIPPO DE PISIS. L’ILLUSIONE DELLA SUPERFICIALITÀ
GIULIO PAOLINI. QUANDO È IL PRESENTE?
LUCA VITONE. D’APRÈS (DE PISIS – PAOLINI)
18 marzo – 7 settembre 2022

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