Dal suono all’immagine. Un incontro inedito con la collezione buddhista del MAO, sulle note del compositore Vittorio Montalti. Performance musicali con Gloria Campaner in occasione di Eruvosion Song Constest.
Quello di vacuità è un concetto centrale per la dottrina buddhista: il vuoto non è solo l’istante che precede la nascita di tutte le cose, ma è anche il vuoto finale, la liberazione di tutti gli esseri senzienti a un livello cosmico. All’opposto di quanto accade nelle tradizioni culturali e filosofiche europee, dove il termine “vuoto” porta con sé una connotazione negativa di mancanza o privazione, per il buddhismo la vacuità ha una connotazione positiva legata in ultima istanza al raggiungimento della consapevolezza, ovvero alla comprensione che la vita, con i suoi continui mutamenti, è impermanenza e interdipendenza, poiché tutto esiste solo in relazione all’altro. Capire questo, e quindi liberarsi dalla sofferenza della vita, si risolve in una dimensione di pace assoluta (nirvana): è qui che si rivela l’essenza del Buddha, che non è divinità, ma appunto Vuoto.
L’esposizione “Il grande Vuoto. Dal suono all’immagine”, che inaugura al MAO di Torino il 6 maggio e resta visibile fino al 4 settembre 2022, offre al pubblico un’esperienza multisensoriale particolarmente coinvolgente. La mostra – a cura di Davide Quadrio, da un’idea di Claudia Ramasso – si apre con un grande spazio vuoto che si satura gradualmente con le note del giovane e pluripremiato compositore romano Vittorio Montalti (Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2010 e premio “Una Vita nella Musica” 2016 del Gran Teatro La Fenice). Il musicista per l’occasione ha composto il brano “Il Grande Vuoto”, in cui silenzi, ritmi, sonorità e l’eco dello spazio stesso diventano matrice e metafora della costruzione divina dello spazio rituale. I visitatori sono invitati dalla musica a compiere un percorso esperienziale e meditativo, per giungere al fulcro della mostra.
In Sala Colonne è esposta una rarissima thangka tibetana del XV secolo, la più preziosa delle collezioni del MAO, che ritrae Maitreya, il Buddha del Futuro raffigurato in splendide vesti e seduto sul trono dei leoni. Con le mani atteggiate nella dharmacakramudra (il gesto della messa in moto della Ruota della Legge), che rivela la sua futura missione di promulgatore della Dottrina, il Buddha regge gli steli di piante e fiori, simboli germinali di una futura liberazione. In quanto oggetto religioso e rituale, la thangka, con le sue innumerevoli simbologie, permette a chi la osserva di entrare in uno stato meditativo profondo, nel quale le immagini, i colori, i gesti, i suoni raffigurati nel dipinto si rivelano in una cosmogonia rituale sublime. L’osservazione di questa immagine sacra dopo un viaggio che “ripulisce” lo sguardo e l’orecchio attraverso le sonorità di Montalti sarà quindi un’esperienza trascendente: immagine sospesa, in un white noise sonoro, un fruscio cosmico vibrante, che apre a una moltitudine di forme e colori e gesti.
Questa prima immagine dipinta porta con sé la forza della tradizione tibetana di riprodurre divinità e santi Buddhisti su tela (le thangka) e che, in epoca moderna, sta all’origine del ritratto fotografico dei tulku, a cui è dedicata la parte finale della mostra.
Nelle ultime due sale trovano infatti spazio centinaia di fotografie di tulku, realizzate dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri, che ritraggono i Buddha viventi appartenenti alle scuole buddhiste e bonpo in tutte le aree del mondo dove si pratica il buddhismo tibetano; i tulku sono figure salvifiche la cui “mente di saggezza” rinasce in nuovi corpi per condurre l’umanità verso la salvezza e il Grande Vuoto… verso la buddhità. Questa raccolta, iniziata oltre una decina di anni fa dall’artista Paola Pivi, ha raggiunto migliaia di immagini e costituisce quello che è oggi il più grande archivio di immagini di tulku al mondo (http://tulkus1880to2018.net/).
In occasione di Eurovision Song Contest, nei giorni 13 e 15 maggio Vittorio Montalti e la pianista Gloria Campaner realizzeranno in anteprima assoluta alcune performance musicali, che saranno registrate live e verranno diffuse all’ingresso del museo come istallazione sonora per la durata della mostra.
C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, aprile 2022
Immagine di copertina: tangka
IL GRANDE VUOTO. DAL SUONO ALL’IMMAGINE.
UN INCONTRO INEDITO CON LA COLLEZIONE BUDDHISTA DEL MAO
6 maggio – 4 settembre 2022
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11, Torino
www.maotorino.it