La stagione espositiva di Palazzo Cini a San Vio apre con un omaggio alla contemporaneità di Joseph Beuys: opere degli anni 40-50 e una selezione di disegni.

Con la mostra dossier “Joseph Beuys. Finamente Articolato”, dedicata a uno dei più importanti artisti del XX secolo, del quale nel 2021 si sono celebrati i cento anni dalla nascita, riapre la Galleria di Palazzo Cini, straordinaria casa-museo che custodisce i capolavori della collezione personale del grande mecenate Vittorio Cini.

A cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e realizzata in collaborazione con galleria Thaddaeus Ropac, lamostra presenta, dal 20 aprile al 21 novembre 2022, opere fondamentali eseguite già alla fine degli anni Quaranta e primi anni Cinquanta e una significativa e selezionatissima serie di lavori su carta e disegni. La mostra si focalizza su due importanti temi di ricerca: il corpo e la figura umana e l’importante e simbolico ruolo che l’immagine animale riveste nel mondo visivo e concettuale dell’artista.

Joseph Beuys, Badewanne für eine Heldin, Guß 1984 Figur (Ofen), 1950, Wanne 1961, Photo: Charles Duprat

Lavorando attraverso i media, Joseph Beuys (Krefeld, Germania 1921 – Düsseldorf 1986) è stato un artista poliedrico tra i più influenti ed emblematici della seconda metà del Novecento e tra i pochi realmente capaci di far coincidere arte e vita. Beuys considerava l’arte la cura ai mali della società: una forza positiva e curativa in grado di risvegliare la creatività individuale, attivare la consapevolezza politica e stimolare il cambiamento sociale. La sua poetica e pratica artistica hanno anticipato temi e riflessioni che, molti anni dopo, si dimostrano più che mai attuali: il rapporto tra essere umano e natura, pace, arte intesa come impegno sociale e ricerca spirituale.

Joseph Beuys, Backrest for a fine-limbed person (hare type) of the 20th century AD, 1972-1982, photo: Charles Duprat

Al centro della mostra, la scultura Supporto per la schiena di un essere umano finamente articolato (tipo lepre) del XX secolo d.C. è stata fusa in ferro da un’originale forma in gesso che serviva come schienale terapeutico per sostenere un corpo ferito.

Uno dei primi lavori chiave, Bleifrau (Lead Woman), è stato creato nel 1949 quando Beuys era ancora uno studente. Il primordiale nudo femminile era presente nelle sue prime sculture e disegni come simbolo del mondo naturale e del regno dello spirito. Una figura simile appare in Badewanne für eine Heldin (Vasca da bagno per un’Eroina; 1984), in cui combinava due componenti scultoree esistenti. Per la prima mostra dell’opera alla Galerie Klüser di Monaco, l’artista ha riempito la vasca d’acqua, che è stata fatta bollire usando la resistenza per immersione per emettere vapore. Beuys ha così posto il principio del cambiamento termico al centro della sua teoria della scultura.

Oven (1950) with Torso (1948), anch’esso esposto, è la scultura originale in legno e cemento da cui è stato fuso l’elemento verticale di Vasca da bagno per un’Eroina. All’interno della sua iconografia personale, Beuys ha messo in relazione le donne con le lepri, associandole sia alla terra, sia ai cicli stagionali e sia alla fertilità. Questo potere riproduttivo primordiale si riflette nei fianchi enfatizzati delle sue figure femminili, trasformandoli in simboli di fertilità che glorificano contributi non riconosciuti alla società, come la gravidanza e l’educazione.

Per Beuys, «la scultura non è fissa o finita”, e mirava a produrre un nuovo tipo di oggetto mutevole che avrebbe “provocato pensieri su cosa può essere la scultura e su come può essere esteso il concetto di scultura».

Joseph Beuys, Junges Pferdchen (Young Horse), 1955 – 1986, Photo: Tom Carter

Il calco in cera di Junges Pferdchen (Il giovane cavallo, 1955–86), ispirato al Cavaliere polacco di Rembrandt (1655), rimase nel suo studio e fu modificato dall’artista nel corso degli anni. Come spiega Beuys nel 1974, «il cavallo, il cigno e la lepre vanno e vengono costantemente: figure che passano liberamente da un livello di esistenza all’altro, che rappresentano l’incarnazione dell’anima o la forma terrena di esseri spirituali con accesso ad altri regioni». In virtù di questa flessibilità, le specie non umane potrebbero ispirare l’umanità nei suoi sforzi per superare il materialismo, un processo che ha cercato di promuovere con la sua arte. Queste idee sono evidenti anche nei disegni in mostra, che raffigurano un serraglio di animali tra cui cavalli, cervi, cani e capre, a volte in combinazione con figure umane.

Per le mostre in corso nel mese di aprile alla Fondazione Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore, vedi notizia DeArtes qui

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, febbraio 2022
Immagine di copertina: Joseph Beuys © Joseph Beuys Estate

JOSEPH BEUYS. FINAMENTE ARTICOLATO
20 aprile – 21 novembre 2022

Palazzo Cini – La Galleria
Campo San Vio, Dorsoduro 864, Venezia
www.palazzocini.it