Al MANN lo scavo creativo di Maurizio Finotto sui litorali italiani, da cui sono tratte sculture, diorami, calchi, video-installazioni e video-animazioni.
Abbandonati e trascinati dalla risacca per trovare nuova vita: sono gli oggetti di plastica che l’artista Maurizio Finotto (Venezia 1968, vive e lavora a Bologna) ha raccolto durante dieci anni di ricerca fra i litorali del Bel Paese. “Archeologia da spiaggia” è allestita nelle sale della Stazione Neapolis del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 28 aprile sino al 31 luglio 2022. Nell’esposizione, curata da Melania Rossi, Finotto assembla e ripensa oggetti dimenticati nel tentativo di ricostruirne un’ipotetica funzione, proiettandoci con sottile ironia in un futuro che ha ormai perso memoria degli usi costumi della nostra epoca.
Il progetto creativo è quasi sovrapponibile alla ricerca archeologica: esplorazione, ritrovamento, conservazione, interpretazione, nuova esposizione del manufatto sono i passaggi seguiti dall’artista. Con un significativo trait d’union: l’opera è adesso come l’ha resa il tempo e, nel caso delle plastiche di Finotto, il mare.
In allestimento vi sono tredici opere, fra sculture, diorami, calchi, video-installazioni e video-animazioni, a confronto con una decina di reperti che provengono dai depositi del Museo. Da non perdere i vasi canopi in plastica, per rappresentare nuove divinità tutte legate alla società dei consumi: ecco Svitol, probabile protettore delle Porte della Luce (“Lux”), serrature dell’aldilà, con elementi plastici a forma di greche; Astro Robot, effige di sacerdote o dio del Sole (“Sol”); Nelsen, testa a guisa di pipa di origine misteriosa, forse identificabile con una divinità. Reminiscenze dei calchi vesuviani si ritrovano, ancora, nel Bambino Pompeiano, scultura in gesso e plastica grazie a cui l’artista crea un parallelismo fra le eruzioni del vulcano e le catastrofi determinate dall’inquinamento ambientale, mentre il diorama Spiaggia raccoglie, in un’unica e multiforme prospettiva, un campionario di oggetti ritrovati sugli arenili.
In collaborazione con Scripps Institution of Oceanography at the University of California San Diego, uno dei centri più antichi e importanti per la ricerca scientifica sulla terra e sull’oceano, l’esposizione prevede anche momenti di dibattito sui temi dell’eco-sostenibilità e del cambiamento climatico.
Docente di Linguaggi e tecniche dell’audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Maurizio Finotto è regista, autore e artista, ha scritto e realizzato documentari, serie tv, spot, videoclip, cortometraggi, video d’arte, video installazioni e partecipa a eventi e Festival nazionali e internazionali. Ha ideato e realizzato produzioni per Rai, Mediaset, MTV e per la piattaforma satellitare Tele+, Sky Cinema, Discovery Channel.
Commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini: «Non c’è nulla di casuale nell’incontro tra il MANN, che negli ultimi anni ha dedicato molta attenzione ai temi ambientali legati al mare, e la ricerca dell’artista Maurizio Finotto. Proprio come un archeologo, andando oltre l’accezione negativa della plastica rispetto all’ecosistema marino (tutti sappiamo che purtroppo un’enorme isola si è formata nell’Oceano ed è grande più di due volte la Francia), Finotto legge questo materiale di scarto anche in chiave di memoria, come reperto della quotidianità. E ci ricorda le urgenze dei nostri tempi: se non ci fermiamo, infatti, l’elemento che daterà la nostra epoca rischia di essere la plastica, a differenza della ceramica per il mondo antico».
C.S.M.
Fonte: Ufficio stampa, aprile 2022
ARCHEOLOGIA DA SPIAGGIA
28 aprile – 31 luglio 2022
MANN – Museo Archeologico Nazionale
Piazza Museo 18/19 – 80135 Napoli
man-na@beniculturali.it
Tel. 081 44 22 111 — 149
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