La Biblioteca Reale espone un prezioso nucleo di 26 disegni italiani cinquecenteschi, riconducibili alla cerchia di Raffaello

La mostra ripercorre circa settant’anni di storia del disegno, a partire da Perugino, il maestro da cui il giovane Raffaello Sanzio ricevette il battesimo artistico, passando per la bottega romana, nella quale Raffaello, all’apice del suo successo, diventò un polo di attrazione e un modello di stile per un’intera generazione di artisti – Giulio Romano, Parmigianino, Peruzzi, Polidoro da Caravaggio, Baccio Bandinelli, Girolamo da Carpi – che da Roma presero strade diverse, diffondendo in tutta l’Italia la lezione del maestro urbinate.

Giulio Romano  , Testa di donna nella Festa nuziale di Amore e Psiche, 1526-1528 circa (disegno preparatorio per Palazzo Te a Mantova)

L’esposizione, visibile dal 29 aprile al 17 luglio 2022, è il risultato di un progetto iniziato nel 2020, in occasione del 500° anniversario della morte del Maestro, finalizzato alla selezione, allo studio e alla catalogazione dei disegni italiani riconducibili alla cerchia di Raffaello posseduti dalla Biblioteca Reale di Torino. Il lavoro è stato affidato ad Angelamaria Aceto, ricercatrice presso l’Ashmolean Museum di Oxford, Istituto che conserva la più importante raccolta di disegni di Raffaello al mondo. 

I disegni sono forme d’arte affascinanti perché danno accesso alla dimensione più intima di un artista, testimoniano il processo creativo e formativo di un autore e si basano sull’utilizzo di poche tecniche. Questa essenzialità conferisce loro una particolare forza espressiva, ma la lettura del messaggio può risultare meno immediata rispetto ad altre opere d’arte. Per questo, la mostra presenta un ricco apparato didascalico, che accompagna alla scoperta del mondo della tradizione disegnativa rinascimentale fatta di citazioni, di copie e di studi per altre opere. 

Seguace di Giulio Romano, Fanciullo con un cigno, 1540 circa

Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni. Nella prima, sono presenti i disegni di Perugino, il “divin pittore” formatosi nella prestigiosa bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio, frequentata a quel tempo da artisti tra i quali Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci. Il giovane Raffaello Sanzio da Urbino acquisì rapidamente la lezione del maestro: lo stile classico e rigoroso, l’equilibrio e lo studio matematico delle proporzioni e della prospettiva, diventando rapidamente un modello indiscusso per gli artisti che lo seguirono.

La seconda sezione è dedicata ai seguaci di Raffaello, giovani artisti che negli anni di papa Leone X arrivarono a Roma da diverse città d’Italia e confluirono numerosi nella bottega dell’artista urbinate, che delegò loro molti lavori. Alla morte improvvisa e prematura di Raffaello, Giulio Romano era ormai un pittore con grande esperienza e capace di produzione autonoma, in grado di continuare molte delle prestigiose commissioni lasciate incompiute dal Maestro. In questo periodo la sua attività si intrecciò con quella di Polidoro da Caravaggio, Perino del Vaga e Baldassarre Peruzzi.

Pietro Vannucci, detto il Perugino (bottega), Due uomini in conversazione, 1480 circa

La terza sezione documenta il fervente clima artistico della Roma di Clemente VII che attirava in città artisti da tutta Italia. Tra questi, il ventenne Parmigianino. Un altro emiliano, Biagio Pupini, si trasferì a Roma cadendo sotto l’influenza di Polidoro da Caravaggio, di cui assorbì l’espressivo linguaggio grafico. Anche Baccio Bandinelli rivolse lo sguardo ai disegni di Raffaello.

Il percorso espositivo si conclude con un’innovativa proposta di ricostruzione di un foglio ricavato da tre frammenti, contenuti nel taccuino di modelli di Girolamo da Carpi, un manufatto che nei contenuti e nella forma racconta molto della cultura rinascimentale.





C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, aprile 2022
Immagine di copertina:
Pietro Vannucci, detto il Perugino, Giovane che suona il liuto
e particolari dello studio delle sue mani, 1490-1500 circa

NEL SEGNO DI RAFFAELLO
29 aprile – 17 luglio 2022

Biglietteria presso i Musei Reali e in Biblioteca Reale
piazza Castello 191, Torino
Acquisto online: www.coopculture.it
www.museireali.beniculturali.it

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