A Palazzo Vecchio La Pace di Antonio Canova, versione in gesso del marmo custodito nel Museo di Kiev. Nella sala vicina, Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.

Il modello in gesso ospitato a Firenze permette di ammirare il capolavoro in marmo di Canova che è custodito al Museo Nazionale Khanenko di Kiev ed è attualmente nascosto per tutelarlo dai bombardamenti della guerra che la Russa ha scatenato contro l’Ucraina.

La mostra, realizzata grazie alla collaborazione tra il Museo Novecento e il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, organizzata da MUS.E con Contemplazioni, vede la scultura installata al centro della Sala di Leone X in Palazzo Vecchio, dal 11 maggio al 18 settembre 2022. Qui, campeggiano gli affreschi che ripercorrono le tappe dell’ascesa al potere di Giovanni de’ Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo il Magnifico, divenuto Papa con il nome di Leone X: contraltare al messaggio che reca la scultura di Canova, la cui storia racconta vicende di guerre e di pace. Non ultima, l’effige di Cosimo I de’ Medici nelle vesti di Marte, simbolo manifesto del dominio del duca e della sua politica espansionistica.

«La Pace di Kiev, proveniente dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, è ora a Firenze, e qui, temporaneamente, attende tempi di pace» commenta Vittorio Sgarbi, curatore della mostra. «Canova, l’ultimo grande artista che ha chiuso l’arte dell’Occidente ha unito tutto, non ha diviso. Canova è un grande conciliatore di ogni conflitto, di ogni differenza…».        

LA PACE DI CANOVA: CENNI STORICI
Commissionata dal politico e diplomatico russo Nikolaj Petrovič Rumjancev, ideata da Canova nel 1812 e realizzata nel 1815, la scultura fu pensata come omaggio alla famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra Russia e altri Paesi. Canova viene incaricato di realizzare l’opera all’alba dell’invasione napoleonica della Russia. Alla morte di Nikolaj Petrovič Rumjancev, la sua collezione venne donata allo Stato e andò a costituire nel 1831 il primo Museo pubblico russo, inizialmente a San Pietroburgo, poi, nel 1861, trasferito a Mosca. Krusciov – Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, dalle origini ucraine – nel 1953 trasferì la scultura da San Pietroburgo a Kiev, al Museo Nazionale Khanenko.

L’iconografia della Pace richiama la Nemesi, dea greca della “distribuzione della giustizia”. Il serpente ricorda le medaglie romane, dove era simbolo della guerra. Le scritte commemorative in latino sono il risultato di una trattativa tra Canova e l’ambasciatore di Vienna: l’ipotesi iniziale della lingua russa fu accantonata in favore del latino, lingua franca e simbolo dell’unione tra le nazioni europee, a rafforzare il messaggio di pace dell’opera.


IL QUARTO STATO DI PELLIZZA DA VOLPEDO DA MILANO A FIRENZE
Il Comune di Firenze – Museo Novecento, in collaborazione con il Comune di Milano, presenta, nel Salone dei Cinquecento, la grande tela di Pellizza da Volpedo(Volpedo 1868 – 1907) Il Quarto Stato(1898 – 1902), una delle più celebri opere pittoriche realizzate tra Otto e Novecento, eccezionalmente concessa in prestito dal Museo del Novecento di Milano ed esposta a Firenze dal1 maggio al 30 giugno 2022.

L’esposizione nella sede del governo della città, a cura di Danka Giacon e Sergio Risaliti, costituisce un’occasione unica per ammirare nel capoluogo toscano il capolavoro dal profondo significato politico e sociale all’interno dello scenario rinascimentale che adorna il monumentale Salone. 

IL QUARTO STATO: CENNI STORICO-ARTISTICI
Acquisito dal Comune di Milano nel 1920, grazie a una raccolta fondi promossa dal sindaco socialista Emilio Caldara, Il Quarto Stato è stato esposto a Palazzo Marino, alla Galleria di Arte Moderna e dal 2010 è custodito al Museo del Novecento di Milano. Frutto di un processo creativo durato dieci anni, l’opera rappresenta un archetipo figurativo conosciuto universalmente, che esprime con potenza realistica il mondo del lavoro, richiamando tematiche legate alle lotte per i diritti e ai principi costituzionali.   

Il primo bozzetto dell’opera sul tema dello sciopero, Ambasciatori della fame, risale al 1891. L’artista giunse tra il 1895 e il 1896 a una tormentata versione intermedia, Fiumana, oggi alla Pinacoteca di Brera. Insoddisfatto, Pellizza nel 1898 pensò una nuova tela, Il cammino dei lavoratori, che riduceva il numero delle figure sullo sfondo, e aumentando le dimensioni del supporto avvicinava i personaggi in primo piano allo spettatore rendendoli più monumentali e realistici. 

Il Quarto Stato venne presentato al pubblico per la prima volta nel 1902 all’Esposizione internazionale di arte decorativa moderna di Torino. Le speranze dell’artista, che pensava a un’acquisizione regia, vennero ben presto disilluse: l’opera non fu compresa, ma anzi decodificata come una scena di rivolta o sciopero e quindi ripugnata dai benpensanti e dalle autorità politiche. ​

Il dipinto rappresenta una risposta ai sanguinosi eventi milanesi del 1898 (quando, durante i moti popolari, il generale Bava Beccaris fece sparare sulla folla provocando una strage) e risente profondamente del socialismo umanitario ed evoluzionistico maturato nel tempo dall’artista. La folla non è più ritratta in un momento di pacifica protesta ma avanza sicura verso un futuro più sereno. Il “quarto stato”, cui fa riferimento il titolo, è la classe lavoratrice che viene rappresentata attraverso lo scenografico realismo.      
Tra gli omaggi resi a questa tela, si ricorda lo splendido lungo piano-sequenza posto a sfondo dei titoli di testa di Novecento di Bernardo Bertolucci (1974).

C.S.M.
Fonte: Comunicato stampa, aprile, maggio 2022
Contributi fotografici: Alessandra Cinquemani

ANTONIO CANOVA
LA PACE DI KIEV. L’ARTE VINCE SULLA GUERRA
11 maggio – 18 settembre 2022
Sala Leone X – Palazzo Vecchio, Firenze

PELLIZZA DA VOLPEDO 
IL QUARTO STATO
1 maggio – 30 giugno 2022
Salone dei Cinquecento – Palazzo Vecchio, Firenze