Al Parco archeologico del Colosseo l’installazione multimediale che restituisce il racconto del dipinto con veduta di Gerusalemme collocato sulla Porta Triumphalis. Torna l’itinerario notturno ‘La luna sul Colosseo’.

Dalla Porta Triumphalis dell’Anfiteatro Flavio entrava il corteo dei gladiatori e degli animali che in occasioni di giochi e spettacoli si esibivano nell’arena. Molto dopo, nel corso del XVII secolo, sull’arco di fondo di questa porta fu realizzato uno straordinario dipinto murale raffigurante una veduta della città di Gerusalemme, collegandola idealmente a Roma.

In occasione della Notte Europea dei Musei, ossia dal 14 maggio 2022, il Parco archeologico, diretto da Alfonsina Russo, ha inaugurato la nuova installazione multimediale grazie alla quale, di giorno e in occasione di visite serali, il pubblico può vivere un’esperienza multisensoriale che restituisce la visione e il racconto di un’importante testimonianza di una fase di vita del Colosseo meno nota, ma più duratura rispetto a quella di epoca romana.

IL VIDEOMAPPING
La narrazione di luce e immagini, ideata e curata dal Parco archeologico del Colosseo in collaborazione con Electa e realizzata da Karmachina, è accompagnata, di giorno, da un’esperienza multisensoriale che si avvale di un audio immersivo spazializzato che racconta il dipinto attraverso le scene principali, con didascalie descrittive. Di sera invece la narrazione è amplificata da una suggestione sonora realizzata rivisitando la struttura e i suoni degli strumenti dell’antica Roma con timbriche elettroniche contemporanee.


APPROFONDIMENTI:
IL DIPINTO
Il dipinto riproduce Gerusalemme con una veduta a volo d’uccello, come una schematica raffigurazione di topografia storica omnicomprensiva. Una cinta muraria di forma rettangolare perimetra la città, delineata al suo interno da altre mura e da edifici in prospetto lungo le vie e intorno agli isolati. In modo dettagliato è rappresentata la grande area rettangolare del Tempio di Salomone segnata da una serie di portici e mura concentriche. Il punto focale del dipinto, in basso a sinistra, è rappresentato dalle vicende della Passione e Resurrezione di Gesù attraverso le croci che rappresentano il Gòlgota. Ma l’inizio della storia è individuabile nell’angolo opposto, in alto a destra, dove è collocata la Stella Cometa premonitrice della distruzione di Gerusalemme, al di sotto della quale si dispiegano i profeti, veri e falsi, in cui si riconoscono l’adorazione di Moloch e il martirio di Isaia. Sono invece delineate da pochi elementi topografici le altre scene extramuranee, come vie, colline ed episodi di combattimento tra soldati armati di scudi e lance in prossimità di accampamenti militari, a ricordo dei numerosi assedi subiti dalla città.

LA STORIA DEL DIPINTO
Lo schema iconografico, pressoché indistinguibile in precedenza, ubicato a più di 8 metri di altezza e ora reso pienamente leggibile dal restauro conclusosi nell’estate 2020 (restauri e studi sono pubblicati nel volume Gerusalemme al Colosseo. Il dipinto ritrovato, Electa, 2021), ricalca una stampa del 1584-1585. La quale fu successivamente riprodotta in Italia da Antonio Tempesta: questa incisione, realizzata nel 1601 e conservata all’Albertina di Vienna, fornisce il termine post quem per la datazione dell’opera. Viene così proposto di anticipare alla prima metà del Seicento la datazione del dipinto murale del Colosseo, tradizionalmente assegnata al pontificato di Clemente X (1670-1676), che in occasione del Giubileo del 1675, al culmine del processo di cristianizzazione dell’Anfiteatro Flavio, aveva fatto innalzare una grande croce nel monumento e contestualmente realizzare una serie di raffigurazioni dei primi martiri.

Inserendosi in questo percorso di cristianizzazione, il dipinto costituisce la prova della piena integrazione del Colosseo nel calendario liturgico che ridisegnò in epoca moderna la topografia stessa della città di Roma, riportando l’anfiteatro insieme al Foro Romano e al Palatino, con nuove funzioni e significati, al centro dei percorsi di manifestazione del potere temporale e religioso. Il Colosseo sarà scelto per rafforzare il senso della missione storica del papato e la sua continuità con l’eredità della Roma imperiale, diventando nel 1750 sede della prima via Crucis per volontà di Papa Benedetto XIV.

LA LUNA SUL COLOSSEO
Il Parco archeologico del Colosseo riprende da venerdì 20 maggio le visite notturne dell’Anfiteatro Flavio, in collaborazione con Electa e Coopculture. Per l’edizione 2022 de “La luna sul Colosseo” è stato messo a punto un nuovo percorso. La visita guidata affronta sia la storia dell’Anfiteatro nell’antica Roma raccontata attraversando il piano dell’arena e i sotterranei, sia quella cristiana. Tutti i venerdì e i sabati da maggio a dicembre, e solo tra giugno e ottobre giovedì-venerdì-sabato, la visita riservata a non più di 25 persone ingloba l’esteso percorso dei sotterranei.

L’itinerario attraversa le gallerie e passaggi in cui si svolgevano i preparativi degli spettacoli, dove erano stoccati i materiali scenici e dove gli animali, chiusi in gabbie, venivano poi caricati sui montacarichi per raggiungere il piano dell’arena per le venationes, le famose scene di caccia. L’arena era anche teatro dei combattimenti tra gladiatori. Attraversando una passerella di più di 160 metri le viscere del monumento non avranno più segreti e, con il favore della notte, si può rivivere appieno l’atmosfera che avvolgeva quegli spazi. L’itinerario termina con lo straordinario affaccio sulla complessa ossatura dei sotterranei e sulla vastità degli spalti della cavea, scavati dalle ombre della notte e che ospitavano oltre 60 mila spettatori.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, maggio 2022

GERUSALEMME AL COLOSSEO
Videomapping
Dal 14 maggio 2022

www.parcocolosseo.it