Al Museo Nazionale del Bargello, riallestita la Sala della Scultura Medievale: un secolo di scultura fiorentina in 20 opere. Alcune non erano visibili al pubblico da anni.
Dalla fine del Duecento alla fine del Trecento: un secolo riunito in una sala al primo piano del Museo Nazionale del Bargello,diretto da Paola D’Agostino. È questo il terzo intervento di rinnovamento integrale, dopo la Sala degli Avori e la Cappella. Per la Sala della Scultura Medievale (ex Saletta del Trecento) è stato ripensato il percorso espositivo, migliorate le modalità di fruizione e valorizzazione delle opere e inseriti in collezione alcuni capolavori conservati nei depositi, che non erano visibili al pubblico dai primi anni Duemila. Tutte le opere esposte sono state oggetto di manutenzione e di restauro conservativo.
Le sculture medievali si trovano in ideale successione cronologica: dai capitelli tardo duecenteschi della Badia fiorentina (non visibili dal 2005), agli Accoliti di Arnolfo di Cambio, per proseguire con la Madonna col Bambino e l’intensa Cariatide di Tino di Camaino, resti del monumento funebre del patriarca di Aquileia Gastone della Torre in Santa Croce a Firenze, in parte smembrato nel XVI secolo e in seguito disperso.
Seguono le formelle di Giovanni di Balduccio dalla chiesa di Orsanmichele (la formella con l’Obbedienza, murata all’interno della chiesa di Orsanmichele fino al 2005, poi in deposito al Museo Davanzati, non era esposta ed è ora collocata accanto alla formella con la Povertà proveniente dalla stessa chiesa), sino alle sculture di Piero di Giovanni Tedesco, che lavorò alla facciata di Santa Maria del Fiore nell’ultimo decennio del Trecento. Era in deposito dal 2003 l’acquasantiera della chiesa di San Piero a Quaracchi, con il fusto popolato di putti e animali fantastici. Completano l’allestimento alcune coeve tavole dipinte e due statue lignee policrome, Madonna della Misericordia e Figura femminile seduta, giunte al museo a inizio Novecento.
Nella Sala sono anche allestite opere che sono state recentemente oggetto di nuova attenzione da parte di studiosi e specialisti. Tra il 2016 e il 2019, infatti, grazie ad un progetto PRIN che il MIUR ha finanziato a quattro atenei italiani – l’Università di Napoli Federico II, quelle di Firenze, di Siena per Stranieri e di Trento – e che è stato poi condotto avanti sotto la guida della Scuola Normale di Pisa, venti assegnisti di ricerca hanno lavorato alla catalogazione di alcuni nuclei collezionistici del Bargello. I risultati saranno oggetto di pubblicazioni scientifiche, in preparazione, e di un aggiornato catalogo online.
Nel primo allestimento storico del museo questo spazio accolse i bronzi medicei, tra cui il celeberrimo David di Donatello, simbolo del museo fiorentino (spostato nell’ambiente denominato in seguito Salone di Donatello nel 1886) e attualmente protagonista della mostra “Donatello, Il Rinascimento” in corso fino al 31 luglio (vedi notizia dettagliata DeArtes qui).
C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, maggio 2022
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