Il San Marco: storia di un restauro straordinario. Un video documentario sugli interventi alla scultura di Donatello conservata nel Museo di Orsanmichele.

A un anno dalla conclusione del restauro della scultura marmorea raffigurante San Marco (vedi notizia DeArtes e dettagli immagine qui), capolavoro giovanile di Donatello conservato nel Museo di Orsanmichele, i Musei del Bargello e i Friends of Florence, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure, presentano “Il restauro del San Marco di Donatello”, video documentario realizzato da Art Media Studio, che riassume i momenti salienti dell’intervento e dà voce ai principali attori di questa impresa.

Frame dal video: il San Marco prima del restauro del 2019 e prima del restauro del 1986.

Il restauro lungo e delicato – reso possibile grazie al decisivo sostegno economico dei Friends of Florence, che hanno curato anche la realizzazione del video – è raccontato con dovizia di dettagli nei circa 20 minuti del documentario, che affianca alle suggestive riprese ravvicinate della scultura (che consentono una comprensione maggiore di tutti i dettagli impercettibili a distanza) e alle animazioni in 3D, le interviste al direttore dei Musei del Bargello Paola D’Agostino, alla presidente dei Friends of Florence Simonetta Brandolini d’Adda, al soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti, al direttore del Settore Lapidei dell’Opificio Riccardo Gennaioli, alla curatrice del Complesso di Orsanmichele Benedetta Matucci, alle restauratrici dell’Opificio delle Pietre Dure Camilla Mancini e Franca Sorella, e a Matteo Ceriana, già curatore del Museo di Orsanmichele.

Il video è fruibile direttamente al Museo di Orsanmichele, scannerizzando con il cellulare il QRcode posto sulla targa alla base della scultura, ma è anche possibile visionarlo da remoto: sul canale YouTube dei Musei del Bargello al link https://youtu.be/7PWRhswgLvg
e sul sito dei Friends of Florence https://www.friendsofflorence.org/media/il-san-marco-di-donatello-la-storia-di-un-restauro-straordinario/

Al Complesso di Orsanmichele, il 5, il 12 e il 19 giugno sono previste tre domeniche di aperture eccezionali che si aggiungono alle consuete aperture del martedì e del sabato.

Il Museo di Orsanmichele, che ospita nella sua collezione di sculture rinascimentali insieme al San Marco anche il San Pietro – altro capolavoro giovanile di Donatello – rientra a pieno titolo nel percorso “fuori mostra” di “Donatello, il Rinascimento”, la grande esposizione monografica dedicata all’artista in corso fino al 31 luglio al Museo Nazionale del Bargello e a Palazzo Strozzi (vedi notizia DeArtes qui).

Donatello, San Marco, Orsanmichele, Firenze dopo il restauro, Photo Mauro e Marco-Furio Magliani

APPROFONDIMENTO: LA STORIA DELLA SCULTURA
La statua del San Marco di Donatello per il Tabernacolo dell’Arte dei Rigattieri e Linaioli in Orsanmichele è uno dei capolavori giovanili dell’artista, nonché un’opera altamente innovativa nella storia della scultura del primo Rinascimento. La sua esecuzione (1411 – 1413 circa), documentata nelle pagine del libro dei conti dell’Arte, si colloca cronologicamente tra altre due celebri imprese donatelliane per le edicole esterne di

Orsanmichele, il San Pietro dell’Arte dei Beccai (1410-1412) e il San Giorgio per l’Arte dei Corazzai e Spadai (1416-1417). La statua dell’Evangelista fu commissionata a Donatello il 3 aprile del 1411, data in cui la Corporazione assegnò allo scultore un blocco di marmo di Carrara, perché desse figura al proprio santo patrono, la statua risultava pressoché conclusa nel mese di aprile del 1413. A questa mancavano i soli ornamenti e le diffuse dorature che è possibile oggi rileggere con maggior definizione, grazie al recente restauro supportato da approfondite indagini diagnostiche sulla coperta dell’evangelario, tra le ciocche scomposte della chioma e della barba, lungo le bordure della tunica, sui polsini delle maniche e sulle frange dei drappi che cingono la vita e le spalle.

Frame dal video

La fama del San Marco risale a fonti antiche. Michelangelo, raramente propenso ad elogiare l’opera di altri artisti, diceva di non aver mai visto una figura con più “aria d’uomo da bene”, ispirato senz’altro dal respiro monumentale dell’Evangelista e dall’integrità morale che traspare nel suo sguardo corrucciato ed intenso, distolto dall’osservatore e proiettato in lontananza.

Giorgio Vasari riferisce nelle Vite che i consoli dell’Arte, inizialmente insoddisfatti alla vista ravvicinata della statua, quasi ultimata e posata a terra nella bottega dell’artista, mutarono radicalmente giudizio non appena Donatello, che ingannevolmente fece creder loro di aver continuato a lavorarci, svelò l’opera nella nicchia a un’altezza di oltre un metro e mezzo dal suolo. A prescindere dalla sua veridicità, l’aneddoto vasariano introduce una tematica centrale nella poetica donatelliana, assai evidente nel San Marco, ovvero il ricorso ad apparenti forzature nelle proporzioni e differenti gradi di finitura per quelle opere che, destinate a collocazioni elevate, avrebbero implicato un punto vista alquanto ribassato per lo spettatore.

C.S.M.
Fonti: Uffici stampa, giugno 2022

Per vedere il video:
Canale YouTube dei Musei del Bargello: https://youtu.be/7PWRhswgLvg
Sito dei Friends of Florence: https://www.friendsofflorence.org/media/il-san-marco-di-donatello-la-storia-di-un-restauro-straordinario/