Il nuovo museo inaugura con un’esposizione di splendidi reperti rientrati dagli USA, resa possibile grazie al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

«Tutelare e valorizzare queste ricchezze è un dovere istituzionale, ma anche un impegno morale» ha detto il Ministro Dario Franceschini. Sotto l’egida del Ministero della Cultura con il sostegno della Direzione generale Musei, ha aperto il 15 giugno 2022 il Museo dell’Arte Salvata, facente parte del Museo Nazionale Romano dove ha trovato collocazione nell’Aula Ottagona, nota come Planetario, delle Terme di Diocleziano. Si arricchisce così il percorso museale che comprende, oltre alle Terme, anche le altre tre sedi di Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi.

Museo dell’Arte salvata. Foto Roberto Serra

Il nuovo Museo è un luogo dove raccontare stabilmente il salvataggio dell’arte nelle sue diverse forme. In questa sede espositiva, dall’allestimento rimodulabile a seconda delle esigenze, i beni potranno transitare ed essere visibili al pubblico per un periodo di tempo limitato, prima di fare ritorno ai territori di provenienza: opere d’arte trafugate, disperse, vendute o esportate illegalmente e poi, finalmente, riportate a casa, per ricucire quel tassello rubato alla storia e al patrimonio nazionale.

L’incessante recupero di opere d’arte permetterà un turnover regolare. Le restituzioni sono dovute alla diplomazia culturale o a seguito delle indagini del Comando Carabinieri TPC e del lavoro dei Caschi blu della cultura, al ritrovamento tra le macerie dei terremoti e durante gli interventi in caso di calamità naturali e conflitti, ai salvataggi grazie ai grandi restauri, ai recuperi fortuiti di antichità o dovuti agli scavi di emergenza per lavori pubblici e privati, ai capolavori restaurati dall’Istituto Centrale per il Restauro (ICR).

LA PRIMA MOSTRA
16 giugno – 15 ottobre 2022

In occasione dell’apertura al pubblico del Museo, sono esposti i recenti ritrovamenti frutto delle attività di contrasto al traffico illecito di beni culturali svolta dal Reparto Operativo Carabinieri TPC. Sono visibili, fino a ottobre 2022, gli oggetti che il Reparto dell’Arma ha fatto rientrare dagli Stati Uniti d’America tra il dicembre 2021 e la settimana precedente l’apertura del museo: un corpus imponente di opere magnifiche, con numerosi pezzi di archeologia di varie civiltà.

I reperti risalgono a diverse attività investigative condotte dai “Carabinieri dell’Arte” in collaborazione con le Autorità statunitensi, sequestrati presso direzioni museali, case d’asta e collezioni private in varie località d’oltreoceano. Avevano sopportato la consueta trafila dei traffici illeciti di settore: scavi clandestini, ricettazione, esportazione illecita. La restituzione all’Italia è avvenuta il 15 dicembre 2021 presso il Consolato generale di New York, ove alcuni pezzi sono rimasti in mostra per qualche mese (vedi notizia DeArtes con galleria fotografica qui).

Al termine dell’esposizione romana i reperti saranno collocati tra il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il Museo Nazionale Archeologico Cerite all’interno del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e lo stesso Museo Nazionale Romano.

I REPERTI ESPOSTI

I reperti più antichi risalgono all’epoca orientalizzante, VII sec. a.C. Provengono per lo più dall’Etruria meridionale ma anche dal Lazio, come la Giara (pithos) in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali, del terzo quarto del VII sec. a.C., e il Cratere cerimoniale con quattro anse sormontate da coppette in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco di produzione nord laziale (Crustumerium) con uccelli acquaticidel VII sec. a.C.

Alla seconda metà del VI sec. a.C. risalgono le anfore con scene figurate: alcune sono attiche e illustrano l’evoluzione stilistica di quel periodo, altre sono etrusche e coprono lo stesso arco cronologico come l’Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla, della fine del VI sec. a.C.

Le necropoli etrusche hanno restituito un’enorme quantità di ceramiche del VI e del V sec. a.C. Forse provengono dall’Etruria gli esemplari recuperati dal Comando TPC negli Stati Uniti, anche se le origini precise sono sconosciute, come per la Coppa (kylix) attica a figure rosse, con Dioniso all’interno e satiri con menadi all’esterno,di inizio V sec. a.C.

Tra la seconda metà del V e la prima metà del IV sec. a.C. si sviluppano in Magna Grecia delle produzioni a vernice nera e figure rosse: in mostra il Cratere a forma di calderone (lebes) con scena di banchetto (symposion) con il gioco del kottabos (verso la metà del IV sec. a.C.) e il Piatto con due anse a figure rosse sovra-dipinte con maschera centrale sovra-dipinta e scena di guerra tra Greci e Amazzone (amazzonomachia) della seconda metà del IV sec. a.C., entrambi di produzione apula. Dauna grande stipe votiva, in un santuario non identificato dell’Etruria meridionale o del Lazio, proviene la Testa votiva in terracotta di produzione etrusco-lazialedel IV sec. a.C., sulla quale si osservano alcune tracce di policromia che fanno rivivere i volti antichi.

(da sinistra) Teo Luzi, Generale di Corpo d’Armata, Comandante Generale Arma dei Carabinieri, Dario Franceschini, Ministro della Cultura, Massimo Osanna, Direttore generale Musei. Foto Roberto Serra

LE PAROLE DEL MINISTRO FRANCESCHINI, DEL DIRETTORE GENERALE MUSEI OSANNA, DEL DIRETTORE DEL MUSEO VERGER, DEL GENERALE DEI CARABINIERI TPC RICCARDI

Dario Franceschini, Ministro della Cultura: «Opere d’arte trafugate, reperti archeologici dispersi, venduti o esportati illegalmente: si tratta di una perdita significativa per il patrimonio culturale di un Paese, espressione della sua memoria storica e dei valori collettivi, nonché dell’identità di un popolo. Tutelare e valorizzare queste ricchezze è un dovere istituzionale, ma anche un impegno morale: è necessario assumersi questa responsabilità nei confronti delle generazioni future, affinché possano conservare, con queste testimonianze, quel valore identitario che permette di riconoscersi in una storia culturale comune».

Roberto Riccardi, Generale di Brigata, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Foto Roberto Serra

Roberto Riccardi, Generale di Brigata, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: «Proteggere il patrimonio culturale è la missione che ci è stata affidata, e ad essa per nulla al mondo vorremmo sottrarci. È una difesa necessaria oggi, come lo è stata in ogni tempo. La tutela del patrimonio, rimessa all’articolo 9 della Costituzione, nella storia d’Italia ha avuto i più vari paladini. Ha coinvolto sovrani, pontefici e intellettuali. Dal 1969 il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è fra i tenaci custodi delle nostre opere. Ammontano a più di tre milioni i beni riguadagnati e ciò che appare in questa esposizione è solo una parte del “bottino” rientrato con uno degli ultimi recuperi».

Massimo Osanna, Direttore generale Musei: «Tra le centinaia di opere che il Reparto Operativo TPC ha riportato dagli Stati Uniti nel 2021, spicca una serie di ceramiche e di terrecotte votive e architettoniche provenienti da diverse culture dell’Italia centrale e meridionale preromana. La mostra… costituisce la prima tappa di un percorso di ricerca e valorizzazioneche riporterà … le opere nei territori di provenienza».

Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano: «… Auspico che il nuovo Museo accolga grandi progetti di mostre, fungendo da una parte da “porto sicuro”, per quelle opere che da qui ripartiranno per una collocazione definitiva, lontano da tutto ciò che può arrecar loro danno; dall’altra da “setaccio”, a separare per poi ricollocare al giusto posto, le stesse che saranno sottoposte a indagini per verificarne il grado di autenticità e provenienza: tutto questo per cogliere appieno l’importanza archeologica, storica e artistica dei tesori ritrovati … ».

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 15 giugno 2022

Mostra
16 giugno – 15 ottobre 2022

Museo dell’Arte Salvata
Aula Ottagona (Planetario) del Museo Nazionale Romano
Via Giuseppe Romita 8 – 00185 Roma
www.museonazionaleromano.beniculturali.it
#museonazionaleromano