Unica sede italiana, al MANN l’ultima tappa della grande mostra internazionale che ha portato la storia e le antiche culture della Sardegna preistorica in prestigiosi musei d’Europa.

Sono ora esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli i duecento reperti archeologici della mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo” provenienti dai musei sardi di Cagliari, Nuoro e Sassari, dopo il successo riscosso al Neues Museum di Berlino, al Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e al Museo Archeologico di Salonicco. Si chiude così un viaggio iniziato a luglio 2021 che ha ottenuto risultati sorprendenti in tempi di covid: quasi 245 mila i visitatori nelle sedi estere, un importante obiettivo raggiunto per promuovere la conoscenza e la valorizzazione internazionale delle antiche civiltà e culture della Sardegna (vedi notizie DeArtes con gallerie immagini e commento Ministro Franceschini qui e qui).

LA MOSTRA:
LE DOMUS DE JANAS, LE DEE MADRI, LE TOMBE DEI GIGANTI, IL GUERRIERO DI MONT’E PRAMA
La mostra, allestita nel Salone della Meridiana del MANN dal 10 giugno all’11 settembre 2022, rivela al pubblico storie suggestive, testimonianze materiali, civiltà affascinanti, per molti versi ancora tutte da scoprire.

Il percorso, che racconta le antichissime culture megalitiche della Sardegna, tra cui anche quella nuragica, accende i riflettori sulle sepolture delle “domus de janas”, di epoca neolitica ed eneolitica, e sulle iconiche riproduzioni statuarie di “dee madri”, talvolta veri e propri capolavori artistici. Focus, ancora, sulle incredibili architetture dei nuraghi, che hanno caratterizzato l’Età del Bronzo nell’isola, sulle cosiddette “tombe di giganti” e sui contatti, a volte imprevedibili, tra civiltà soltanto geograficamente lontane.

Tra i quasi duecento reperti esposti, provenienti dai Musei Archeologici Nazionali di Cagliari, Nuoro e Sassari, vi sono i famosi bronzetti nuragici raffiguranti donne, uomini, guerrieri e animali; spade votive; modellini di edifici e navi; monili e vasellame. L’esposizione è arricchita da ricostruzioni e approfondimenti grafici e multimediali per contestualizzare lo straordinario patrimonio megalitico dell’isola.

Eccezionale prestito in mostra è una delle celebri sculture in pietra dei Guerrieri di Mont’e Prama, sulla cui datazione vi è ancora ampio dibattito tra gli studiosi. Grazie al Ministero della Cultura italiano e alla direzione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, il capolavoro, mai prestato sinora, è ambasciatore di un messaggio di continuità tra le antichissime culture mediterranee.

“Sardegna isola megalitica” è accompagnata da un raffinato catalogo, una coedizione Skira / Il Cigno GG Edizioni, disponibile in 5 diverse lingue: italiano, inglese, tedesco, russo e greco.

Un’iniziativa che fa parte di un intenso percorso intrapreso – commenta Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna – per valorizzare il patrimonio archeologico sardo, parte considerevole di quello nazionale. Stiamo puntando a rilanciare l’Isola, anche grazie ad investimenti per nuovi modelli di sviluppo: la cultura, e quindi il turismo culturale, rappresenta uno scenario possibile, nel quale crediamo fortemente…. la Sardegna può contare su circa 7.000 nuraghi che offrono un’opportunità di rilancio della nostra offerta culturale anche sul mercato internazionale, non solo come punto di riferimento per studiosi, ma anche per appassionati e turisti

Percorso di mostra, storia, commento Ministro Franceschini e galleria immagini dei singoli reperti vedi notizia DeArtes qui.

LE PECULIARITÀ DELL’ESPOSIZIONE AL MANN:
L’ARCHEOLOGIA RACCONTATA CON LINGUAGGI NUOVI

Cinque querce accolgono i visitatori nell’Atrio del MANN: le piante, tipiche della Sardegna, sottolineano le radici comuni tra culture diverse. Il parallelismo della botanica, suggerito anche dall’allestimento di aromi tipici isolani nelle aiuole dei giardini del Museo dove il mirto regna sovrano, apre la strada alle suggestioni culturali.

Nel corso di studi consolidati nel tempo è stata ben chiarita la posizione baricentrica della Sardegna per tutti coloro che, fin dall’Età del Bronzo, dovessero intraprendere rotte o scali commerciali da Oriente a Occidente, commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini. La mostra racconta al grande pubblico come, nel corso dei millenni, il popolo sardo si fosse riplasmato di continuo, assorbendo i nuovi arrivati e rielaborando, talora attivamente, talaltra in forma coercitiva, gli stimoli culturali… Andare alla scoperta dei mattoncini di questo DNA culturale è, crediamo, l’obiettivo più stimolante di una mostra. In questo viaggio archeologia e tecnologia si incontrano per svelare orizzonti imprevedibili.

A Napoli la mostra si arricchisce, su iniziativa del MANN, di approfondimenti ed eventi collaterali, che aprono all’incrocio dei linguaggi, oltre a tessere un dialogo con le collezioni permanenti. Nella sala 127, in particolare, sono posti in risalto gli oggetti nuragici presenti nei corredi funerari delle cosiddette Tombe Osta 4 e Osta 36 da Cuma, della prima metà VIII sec. a.C. I reperti sono forse giunti in Campania tramite “intermediazione” villanoviana: tra l’età del Bronzo finale e la prima età del Ferro, infatti, vi era una consolidata circolazione di merci e persone tra i centri dell’Etruria costiera e la Sardegna. Il nome deriva da Ernesto Osta, che condusse nella necropoli di Cuma lo scavo di 36 tombe a fossa della prima Età del Ferro, durante il breve periodo di tempo in cui l’accademico piemontese Ettore Pais ricoprì il ruolo di direttore del Museo Nazionale di Napoli (1901-1904). Pais fondò il Museo archeologico dell’Università di Sassari e diresse il Museo di antichità di Cagliari e cercò di arginare il fenomeno degli scavi clandestini nella necropoli cumana, concedendo licenze di scavo a privati, tra cui proprio Ernesto Osta, per ricondurne l’azione sotto il controllo dello Stato. In mostra, un approfondimento dedicato allo studioso.

In esposizione, ancora, grazie alla collaborazione con la Direzione regionale Musei della Campania, un’interessante sezione sui materiali nuragici rinvenuti in questa Regione: si tratta di quattro bottoni, un pendaglio a triplice spirale e una cesta biconica miniaturistica, concessi in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano e ritrovati in contesti dell’Età del Ferro.

NURAGICA: FORMAT MULTISENSORIALE
A corredo della mostra “Sardegna isola megalitica”, dal 10 giugno i visitatori possono immergersi nel percorso di “Nuragica”, originale format multisensoriale, ideato e prodotto da Sardinia Experience, che ha avuto grande successo in Sardegna. Negli ambienti limitrofi al Salone della Meridiana, l’experience proposta al pubblico ha due declinazioni.

In primis, le riproduzioni in scala 1:1 di una serie di monumenti: la tomba dei giganti; i nuraghi (in sezione); una fonte sacra; la capanna delle riunioni; il complesso scultoreo di Mont’e Prama. Ancora, la ricostruzione degli attrezzi di alcune botteghe metallurgiche e la presentazione della mappa con le principali rotte di navigazione mediterranea da e verso la Sardegna.

Il secondo segmento di Nuragica è la stanza della realtà virtuale: i visitatori, indossando particolari visori, riescono a vivere la sensazione di camminare in un antichissimo insediamento megalitico.

MODELLINI ABITI E MASCHERE
La Fondazione Barumini presenta in allestimento un modello del nuraghe ‘Su Nuraxi’, riconosciuto patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1997. Ancora, sono presenti alcuni manichini con vestiti tradizionali e le maschere di Ottana, “Merdules”, “Boes” e “Filonzana. Appuntamento didattico il 14 luglio per la giornata dedicata interamente a Barumini, con laboratori aperti ai più piccoli, degustazioni e musica tradizionale sarda in un suggestivo concerto con le launeddas.

GLI ARTEFICI DEL PROGETTO
L’esposizione è curata da Federica Doria, Stefano Giuliani, Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini, con il coordinamento di Bruno Billeci e Francesco Muscolino. Nel comitato scientifico figurano Manfred Nawroth, Yuri Piotrovsky, Angeliki Koukouvou e Paolo Giulierini.

Promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, con il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, la Direzione Regionale Musei della Sardegna e, per la tappa partenopea, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’evento ha ottenuto il Patrocinio del MAECI e del MIC e si avvale della collaborazione della Fondazione di Sardegna e del coordinamento generale di Villaggio Globale International.

La mostra, che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, rientra nel progetto di Heritage Tourism finanziato dall’Unione Europea con i fondi POR FESR SARDEGNA 2014/2020 (Azione 6.8.3).

La tappa napoletana di “Sardegna isola megalitica” è organizzata in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli. Intesa Sanpaolo è partner della mostra al MANN.Il coordinamento della mostra al Museo è di Laura Forte (Funzionario archeologo del MANN); le simmetrie con la Sezione Preistoria e Protostoria sono valorizzate a cura di Giovanni Vastano (Funzionario archeologo del MANN). Il focus su Ettore Pais è di Andrea Milanese (Funzionario storico dell’arte del MANN). L’allestimento della mostra nel Salone della Meridiana è di Andrea Mandara con Claudia Pescatori e, per la parte grafica, di Francesca Pavese. L’architetto Silvia Neri ha coordinato l’allestimento di NURAGICA e del corner dedicato a Barumini. In mostra figurano anche fotografie e filmati di Nicola Castangia e Maurizio Cossu (Associazione Archeofoto Sardegna) che, con le loro gigantografie, raccontano la bellezza dei siti archeologici dell’isola.

M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 22 giugno 2022
Photo credits allestimento al MANN: Valentina Cosentino

SARDEGNA ISOLA MEGALITICA
10 giugno . 11 settembre 2022

MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 18/19 – 80135 Napoli
man-na@beniculturali.it
Tel. 081 44 22 111 — 149
www.mannapoli.it

Un documentario sulla mostra è disponibile gratuitamente su: WWW.LA7.IT / ARTBOX