Il grande ’700 veneto al Castello del Buonconsiglio. 70 opere da musei e collezioni europee e statunitensi. Il Trentino terra di contaminazioni tra Serenissima e Tirolo.
Una mostra di intense emozioni: i fantastici colori, le invenzioni, le grandi storie del più sontuoso Settecento veneziano brillano nei saloni del Magno Palazzo dei Principi Vescovi di Trento, dal 2 luglio al 23 ottobre 2022. Non solo per conquistare il visitatore con la loro bellezza, ma per documentare, per la prima volta in modo ampio, l’influsso dell’arte veneziana nelle vallate del Trentino.
Settanta opere, molte di grandi dimensioni, arrivano (o tornano) a Trento da musei e collezioni europee e statunitensi. Sono dipinti che ornavano palazzi e chiese di queste vallate e che il tempo, le guerre, le vicende familiari hanno disperso. Con tenacia i curatori hanno inseguito le loro tracce, scovandole infine in musei o sul mercato antiquario internazionale, riuscendo a riunirle e, in alcuni casi, a ricomporle, in una esposizione dove ricerca scientifica e spettacolarità esprimono un perfetto connubio.
Spiegano i curatori Denis Ton (Castello del Buonconsiglio) e Andrea Tomezzoli (Università degli Studi di Padova) che in mostra si ammirano opere di Fontebasso o Giambattista Pittoni e Gaspare Diziani. Su tutti, spicca la presenza di Antonio e Francesco Guardi, indiscussi protagonisti della stagione pittorica tardo-settecentesca veneziana, che avevano le radici familiari in Val di Sole.
Il Direttore del Buonconsiglio, Laura Dal Prà, specifica che la mostra fornisce un quadro delle presenze di artisti e di opere di maestri veneti nei territori del Principe Vescovo o del Tirolo meridionale tra la fine del Seicento e il Settecento, rivelando l’intensità delle relazioni tra le comunità locali e i principali centri della Repubblica di Venezia, ovvero la capitale e Verona.
Rilevante è stato il potere attrattivo esercitato lungo tutto il secolo dalla Scuola Veronese, che nel 1764 si organizzò in un’Accademia di pittura, riconosciuta ufficialmente e guidata da Giambettino Cignaroli. Si aggiunsero molteplici fattori che alimentarono gli scambi, dall’autorità religiosa dei Vescovi veneti su diversi territorio del Principato trentino, al trasferimento dal Trentino a Venezia di intere comunità, fino agli interessi esercitati da importanti famiglie. Un contesto che ha trasformato il Principato vescovile e il suo territorio, facendolo diventare fertile banco di confronto e di crescita per gli artisti.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa
Immagine di copertina: Giambattista Pittoni, San Matteo e l’angelo
chiesa della Natività di Maria a Borgo Valsugana (part.)
I COLORI DELLA SERENISSIMA.
PITTURA VENETA DEL SETTECENTO IN TRENTINO
2 luglio – 23 ottobre 2022
Castello del Buonconsiglio
Trento
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