Il leggendario regista se ne è andato a 97 anni. Il cordoglio, tra gli altri, della Biennale di Venezia e del Festival dei Due Mondi di Spoleto.

È scomparso Peter Brook: uno dei più grandi, fra i più grandi di ogni tempo. Peter Brook ha riformato il teatro del Novecento con intuizioni visionarie, geniali e innovative, azzerando le distanze fra teatro e cinema. Rivoluzionò il termine “sperimentale”, che grazie a lui acquisì nuovi linguaggi prima nemmeno immaginati. Brook lascia in eredità tante, ma davvero tante, pietre miliari, universalmente considerate tali. Il testo era uno spunto sul quale innestare una regia che diventava riscrittura scenica del soggetto letterario. Partiva dall’improvvisazione per edificare un’architettura complessa, dai molti conniventi significati. Questo, sia che approcciasse Shakespeare, sia che rivolgesse la sua attenzione a temi di attualità, o di politica, o a questioni sociali.

Molte le onorificenze da lui ricevute: Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico; Membro dell’Ordine dei Compagni d’onore; Premio Kyōto per le arti e la filosofia (Giappone); Ufficiale dell’Ordine della Legion d’onore (Francia); Premio Imperiale (Giappone); Commendatore dell’Ordine della Legion d’onore (Francia); Premio Principessa delle Asturie per l’arte (Spagna).

Il leggendario regista, nato a Londra il 21 marzo 1925, se ne è andato a 97 anni, il 2 luglio 2022 a Parigi, dove risiedeva. Ne portano avanti il testimone il figlio Simon, regista, e la figlia Irina, attrice.

Maria Luisa Abate

IL CORDOGLIO DELLA BIENNALE DI VENEZIA
La Biennale di Venezia esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Peter Brook. Maestro del teatro del 900 e protagonista della scena internazionale fino ai nostri giorni, alla Biennale Teatro Peter Brook era stato presente fin dal 1957 con Titus Andronicus, protagonisti Laurence Olivier e Vivien Leigh, uno dei suoi primi innumerevoli Shakespeare destinati a lasciare il segno; seguono nel 1972 A midsummer night dream e nel 2002 La tragédie d’Hamlet; in mezzo uno dei suoi spettacoli più originali, The Ik, invitato alla Biennale Musica e Teatro del 1976 sotto la guida di Luca Ronconi.

Indiscusso uomo di palcoscenico, Peter Brook ha incrociato il suo sapere con il linguaggio del cinema, come testimoniano le diverse presenze alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è invitato nel 1968 con Tell me lies – A story about London, riproposto nel 2012 nella sezione “Venezia classici restaurati”; nel 1989 con il film tratto dal monumentale spettacolo Mahabharata; nel 2009 con il lungometraggio Negli occhi, con cui vince la menzione speciale “Opera prima”. Infine nel 2012 con The tighthrope, in cui si alza il sipario sul suo lavoro per entrare nella sfera di intimità di un laboratorio, in un’esperienza filosofica, sulla corda tesa:

«Come si fa a rendere il teatro reale? È così facile ricadere nella tragedia o nella commedia. Quel che più conta è camminare esattamente sul filo del rasoio della corda dell’acrobata» (Peter Brook).

LA FONDAZIONE FESTIVAL DEI DUE MONDI RICORDA PETER BROOK
La Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto e la direttrice artistica Monique Veaute si uniscono al cordoglio per la scomparsa di Peter Brook, tra i più grandi Maestri del teatro del Novecento. Ospite del Festival di Spoleto nel 2010 con Eleven and Twelve / 11 and 12, spettacolo tratto dal libro dello scrittore africano Amadou Hampatè Bâ sulla vita e gli insegnamenti di Tierno Bokar, Brooke, nel corso della sua lunga carriera di regista, ha ridefinito il modo di concepire il teatro grazie a produzioni celebrate per aver spogliato il teatro del superfluo e per aver ridotto il dramma all’essenziale.
 
«Posso prendere qualsiasi spazio vuoto e chiamarlo palcoscenico nudo. Un uomo cammina in questo spazio vuoto, mentre qualcun altro lo guarda, e questo è tutto ciò che serve per un atto teatrale».

IL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Scrive su twitter: “Non prenderti troppo sul serio: Tieniti forte e lasciati andare con dolcezza”.  Grazie, Maestro, del tuo rigore e della tua tenerezza infiniti.

IL CORDOGLIO DEL TEATRO STABILE DEL VENETO
La scomparsa di Peter Brook è una grandissima perdita per il mondo del Teatro. Se ne va un genio assoluto, oltre che un caro amico con cui ho a lungo collaborato durante tutta la mia carriera. Con queste parole il direttore artistico Giorgio Ferrara ha espresso profondo cordoglio a nome dell’intero Teatro Stabile del Veneto per la scomparsa del grande regista Peter Brook, mancato sabato 2 luglio a Parigi, all’età di 97 anni. Brook è stato uno dei grandi maestri del Novecento, ai vertici del teatro di prosa e allo stesso tempo grande protagonista del teatro sperimentale. Il pubblico veneziano ha avuto la fortuna di vedere l’ultimo lavoro del grande maestro britannico, Tempest project, in questa stagione al Teatro Goldoni di Venezia. Proprio la figlia del grande regista, Irina Brook, porterà in scena a Venezia il prossimo autunno, per la co-produzione del TSV, il suo nuovo spettacolo House of Us – part I – the Mother.

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