Al Complesso monumentale della Pilotta, nuovo allestimento della galleria d’arte fiamminga, elemento chiave del collezionismo dei Farnese.
In linea con l’imponente opera di riqualificazione e risistemazione critica degli spazi e degli allestimenti, il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma ha inaugurato agli inizi del mese di luglio 2022 il nuovo percorso espositivo dell’Ala Ovest della Galleria Nazionale: oltre 2.000 metri quadri riallestiti e ripensati per garantire una migliore fruizione delle opere e delle relazioni fra queste, a partire da un inedito percorso dedicato alla pittura fiamminga dal 1400 al 1600.
Più di 20 opere della nuova sezione, e altrettante cornici, sono state oggetto di un’accurata campagna di restauri volta a restituire la piena leggibilità e l’alta qualità pittorica di autentici capolavori a lungo custoditi nei depositi e ora esposti per la prima volta al grande pubblico.
L’arte fiamminga riveste un ruolo centrale nella storia dell’arte parmigiana e del collezionismo di corte. I dipinti sono stati eseguiti in prevalenza da artisti che ebbero rapporti con la corte farnesiana o graditi alle famiglie nobiliari del territorio, quale quella dei conti Sanvitale e Dalla Rosa-Prati. A tal proposito, è ancora aperta, fino alla fine di luglio, la grande mostra “I Farnese. Architettura, arte, potere” (vedi notizia DeArtes qui).
«L’arte fiamminga venne richiamata a Parma per accrescere il prestigio della Corte – spiega il Direttore Simone Verde – contribuendo, così, a sottolineare il ruolo cosmopolita del Ducato nell’ambito dell’Europa moderna. Tali opere, dipinte per essere viste da vicino, diffusero un gusto nuovo nella decorazione degli interni, fatto di preziosismi in cui immagini raffinate e quasi cesellate nella materia venivano disposte sulle pareti fino a riempirle…».
APPROFONDIMENTO
ALCUNE OPERE ESPOSTE
In questa nuova sezione, occupa un posto di assoluto rilievo il ritratto di Erasmo da Rotterdam, capolavoro di Hans Holbein – recentemente restaurato e proveniente dalla collezione Sanvitale – secondo una fisionomia e un abbigliamento che costituiscono lo status symbol del magister umanista. Sempre dalla collezione Sanvitale proviene un importante nucleo di opere accomunate dalla finezza miniaturistica fiamminga dei particolari e dei paesaggi sfumati; tra queste, i dipinti su rame di Paul Brill e Sebastiaen Vrancx, ricchi di minuzie e dettagli che seducono la vista e fanno risplendere la natura. E ancora le Tentazioni di Sant’Antonio, splendido olio su tavola attribuito all’ambito di Jan Wellens de Cock in cui le mirabolanti invenzioni e diavolerie raffigurate sembrano ispirate al pannello centrale del trittico delle Delizie di Hieronymus Bosh.
Oltre all’interessante intervento sulla vivace Scena di mercato di ispirazione Brugheliana, sono da segnalare anche il restauro dell’opera di piccole dimensioni ma accurata nei dettagli Battaglia navale di Aert Anthonisz, e quello di Interno della chiesa di San Giacomo ad Anversa di Hendrick van Steenwyck il Giovane che ha riacquistato le originarie tonalità cromatiche e gli effetti prospettici. Fresche di restauro anche due pregiate tavole raffiguranti santi di Jan Provost, uno dei più significativi rappresentanti della Scuola di Bruges, probabilmente gli sportelli superiori di un Trittico databili entro il primo decennio del Cinquecento.
Tra i quadri giunti in Galleria in seguito all’acquisto della collezione Dalla Rosa-Prati promossa dalla duchessa Maria Luigia, le sei tele con scene dalla Genesi di Jan Soens, una delle personalità artistiche più note e significative alla corte dei Farnese, in cui la descrizione di una natura lussureggiante è concepita secondo i caratteri del paesaggismo fiammingo, e due dipinti di Denys Calvaert, pittore originario di Anversa che nel 1562 giunse in Italia e si stabilì a Bologna. Nella stessa sala, anche il ritratto del governatore delle Fiandre Alessandro Farnese eseguito nel 1557 da Anthonis Mor.
Il percorso espositivo prosegue al secondo piano nella sezione “Arte a Parma 1500-1600” che testimonia la presenza di nuovi influssi, in particolare fiamminghi, dovuti anche alla circolazione di stampe e incisioni provenienti dal nord, in aggiunta alla pittura del primo Cinquecento parmense in cui primeggiano Correggio e Parmigianino. Tra questi emergono, in particolare, Giorgio Gandini del Grano, Orazio Samacchini e Giovan Battista Trotti.
Un omaggio all’arte di Parmigianino, ma carica di nuovi accenti, si coglie anche nei frammenti di affresco di Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, provenienti dal Palazzo del Giardino destinato da Ottavio a ospitare gli ozi e i divertimenti della corte, la cui costruzione era iniziata nel 1561. Nella decorazione del piano nobile favole e soggetti amorosi tratti dai poemi cavallereschi di Boiardo e Ariosto si susseguono sulle pareti in una narrazione continua, ricca di invenzioni fantastiche e di eleganze formali parmigianinesche, cui si intrecciano con le esperienze desunte dal realismo magico della pittura germanica e fiamminga dei pittori venuti dal nord, la cui presenza in città era dovuta anche ai rapporti della corte con le Fiandre e in particolare di Margherita d’Austria, divenuta dal 1559 governatrice dei Paesi Bassi.
C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, 5 luglio 2022
Immagine di copertina:
Veduta della sala della pittura fiamminga con il ritratto di Erasmo da Rotterdam di Hans Holbein il Giovane
Foto di Lorenzo Moreni
Complesso Monumentale della Pilotta
Piazza della Pilotta, 15, Parma
Info +39 0521 220400 / 02 21213614
prenotazioni https://ifarnese.ticka.it
www.complessopilotta.it