Gianrico Carofiglio fa overbooking come l’Alitalia nei tempi migliori, constata Massimo Cirri, voce del programma di Radio Rai Caterpillar. L’ex magistrato si appresta alla riflessione sull’uso delle parole, del discorso, della politica. L’incontro si svolge elencando una serie di termini, che Carofiglio è invitato a spiegare. L’interpellato si presta simpaticamente al gioco, risponde con profondità e acutezza linguistica.
APPROSSIMAZIONE. Attribuiamo il senso negativo del non avere cura, ma il grande filosofo Karl Popper dava a questa parola il significato di avvicinamento. Concetto importante, tra politica e verità. La verità non esiste e se esiste non è raggiungibile, sostiene una corrente filosofica. Io dico che ci sono tante verità quanti punti di vista e il concetto della politica ragiona sul fatto che ci siano più punti di vista.
GENTILEZZA. Se dici che è una virtù politica, ti guardano strano. Ma la gentilezza non sono le buone maniere, che pure non guastano. È la categoria cui pensava Gandhi. Possiamo scuotere il mondo con la gentilezza, che è la percezione dell’altro. Gentilezza significa accettare che non siamo i titolari della ragione, che fare politica attraverso lo strumento dell’ego, pratica abbastanza diffusa (ti viene in mente qualcuno? interrompe Cirri. No! è la risposta sarcastica), rende impraticabile l’uso della gentilezza.
Sono quattro i principi della saggezza tolteca, che io ho ripescato come quattro regole dell’agire politico corretto. Primo: la tua parola sia impeccabile. Ossia dire la verità, chiamare le cose con il loro nome. Confucio diceva che quando le parole perdono il loro significato, le persone perdono la loro libertà. Secondo: non farne un fatto personale. Significa non far prevalere la dimensione dell’ego rispetto all’agire collettivo nell’interesse collettivo. (Fare un esempio sarebbe vilipendio di cadavere, commenta Cirri). Terzo: non affidarti alle congetture, interpretare la realtà nella consapevolezza che dobbiamo verificare le intuizioni, nell’incontro e nello scontro. Quarto: fai sempre del tuo meglio. Come dire: abbi cura, rifiuta l’approssimazione.
Il passato ci ha vaccinato o intossicato? chiede Cirri. Senza dubbio intossicato. Abbiamo sviluppato l’assuefazione alle balle, nessuno si indigna più per le menzogne che sente ogni giorno. Quando non si ha più fiducia nel linguaggio condiviso, le istituzioni perdono credibilità. È una questione di etica civile, è essere cittadini e non sudditi: i cittadini pensano criticamente. Significa trattare noi come mezzi e non come fini. Il linguaggio bugiardo della politica è violenza etica.
SDEGNO – INDIGNAZIONE. È una chiave generale nel momento in cui ci occupiamo di politica. Non sono sinonimi, hanno significati opposti dal punto di vista dell’etica civile. Lo sdegno è il figlio del rancore, è la reazione di disprezzo verso un individuo o una collettività giudicata altra. L’indignazione è la reazione di ribellione verso una specifica ingiustizia. L’indignazione è una virtù civile e costa fatica, richiede il pensare di avere una responsabilità come individui o come collettività. Non abbiamo ricevuto la Terra in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli e dobbiamo restituirla.
ALLEGRIA E UMORISMO. Sono un valori etici. La politica è una cosa seria che dovrebbe essere fatta da persone che non si prendono sul serio. Uscire da se stessi, la capacità di vedere il mondo senza farne un fatto personale, senza sentirsi il centro del mondo o il portatore della verità con la V maiuscola. La capacità di non giudicare, di non assumere un atteggiamento moralistico nei confronti del mondo.
Ho nostalgia del lavoro di magistrato, apre una perentesi Carofiglio, ma sono contento di aver dato le dimissioni. Scrivevo nel tempo libero, poi il rapporto di priorità, nella mia vita, si è invertito. A un certo punto arrivi alla fine del tuo talento e ti scontri con chi ha un talento superiore. Bisogna morire giovani nel talento, come ho fatto io come magistrato.
OTTIMISMO. Il mondo di oggi migliora, su parametri scritti su un libro. L’Italia è uno dei posti più sicuri al mondo, di tutti i tempi. Nel 2017 ci sono stati trecentoventi omicidi. Non è una bella notizia, ma il numero è diminuito, come anche dei furti in casa. Tutti quanti i reati si sono ridotti enormemente. Di questi trecentoventi, centottanta sono donne ammazzate dal compagno. Significa che rapine e aggressioni sono in numero limitato, il che ci pone tra i Paesi più sicuri in Europa, cioè del mondo.
SPERANZA. Nel 2008 fui proiettato in Parlamento. Ci fu uno slogan infelice: “Si può fare”. Se sei cinefilo pensi a Frankenstein junior. Io come slogan volevo proporre Erich Fromm: “La rivoluzione della speranza”. La speranza è uno strumento di lavoro, come l’ottimismo.
TALENTO. Non è particolarmente raro. È raro seguirlo nei luoghi oscuri.
Resoconto Maria Luisa Abate
Visto a Festivaletteratura Mantova, l’8 settembre 2018
Foto MiLùMediA for DeArtes