Due mostre hanno da poco aperto: Giuliano Vangi in colloquio con Michelangelo Donatello e Pisano, e l’esposizione rivolta agli adulti sul tema Arte ed eros. Altre mostre sono in corso fino a settembre e ottobre a Rovereto e Trento.
GIULIANO VANGI
COLLOQUIO CON L’ANTICO. PISANO, DONATELLO, MICHELANGELO
1 luglio — 9 ottobre 2022
MART Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
Oltre cinquanta sculture e una ventina di disegni, di cui uno di 36 metri, realizzato appositamente per questa occasione: l’esposizione dedicata ai novant’anni di Giuliano Vangi (Barberino di Mugello, FI, 1931) comincia nella piazza del museo e si sviluppa nelle gallerie del secondo piano ripensate per l’occasione da chi vent’anni fa le progettò: l’archistar Mario Botta. Grande amico dell’artista, Botta lo aveva già invitato in varie occasioni a confrontarsi con alcune delle sue architetture. Oggi, nell’antologica ideata dal Presidente del Mart Vittorio Sgarbi, i ruoli si invertono: è Vangi a coinvolgere Botta, a conferma di un sodalizio di lunga data, non solo artistico.
Oltre che con l’architettura contemporanea, al Mart Vangi dialoga con alcuni artisti gotici o rinascimentali: Giovanni Pisano, Donatello e Michelangelo Buonarroti, ma anche Jacopo della Quercia, Tino di Camaino, Agostino di Giovanni, Francesco di Valdambrino. Dodici le opere antiche in mostra, tra cui tre disegni di Michelangelo provenienti da Casa Buonarroti, il Busto di Niccolò da Uzzano di Donatello, appartenente alle raccolte del Bargello, e un Crocifisso di inizio Trecento di Giovanni Pisano, dalla Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia.
Il confronto tra la scultura di Vangi e l’arte del passato, da quella etrusca in poi con particolare attenzione alla storia toscana, da anni suggerisce riflessioni ad alcuni tra i più noti critici e storici dell’arte. Come illustrato nel catalogo (in italiano e in inglese pubblicato da 24 Ore Cultura)Vangi reinterpreta e magistralmente rinnova un filone tra i più ricchi della grande storia dell’arte italiana. I curatori Massimo Bertozzi e Daniela Ferrari alludono a una «impronta genetica» ereditata da Vangi, una «linea del sangue» che lo unisce a Giovanni Pisano, e all’ «eleganza formale» con Francesco di Valdambrino e Jacopo della Quercia. «La piena maturità della stagione rinascimentale, con Donatello, Matteo Civitali, Michelangelo, è quella che traccia i principali indirizzi della ricerca di Vangi».
Dopo un breve esordio legato all’astrattismo, Vangi torna alla classicità che recupera con audace rinnovamento, con rigorosa sintesi plastica e formale. Ben rappresentata in mostra con opere che vanno dagli anni Sessanta a oggi, la grande arte di Vangi risulta autonoma, universale, ieratica.
L’originalità si manifesta nell’abilità di pittore e nella sublime capacità scultorea. Non c’è materiale che non interessi la sua visione plastica: la pietra e il marmo; diversi tipi di legno, come l’ebano; i metalli e il bronzo; le moderne resine; il raro avorio. In alcuni periodi Vangi realizza sculture polimateriche e policrome, utilizzando i colori – come i più antichi fra gli antichi – smalti, vernici. Altrove applica protesi, denti di porcellana, occhi di vetro, conferendo alle sue sculture una particolare forza espressiva.
La ricerca di Vangi investe la condizione umana tutta: il senso di solitudine, lo smarrimento, le inquietudini del presente. I suoi corpi rivelano l’eterno tentativo di resistere al disagio esistenziale. In questa indagine sono cruciali le apprensioni sugli urgenti cambiamenti climatici e le catastrofi ambientali che rendono l’angoscia individuale collettiva.
Presentato in anteprima, un docufilm dedicato a Giuliano Vangi è stato realizzato negli ultimi mesi con interviste all’artista, all’architetto Botta, a Vittorio Sgarbi, a Nicola Loi, Studio Copernico, e a Koko Okano, direttrice del Museo Vangi di Mishima. Le ultime riprese sono state girate al Mart. Di Emerson Gattafoni (pure regista) e Valeria Cagnoni, prodotto da Gekofilm S.r.l. per la televisione, il documentario dura 30 minuti.
ARTE E EROS
KLOSSOWSKI, MOLINIER, BELLMER, RAMA
1 luglio — 9 ottobre 2022
MART Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
L’esposizione, consigliata a un pubblico adulto, presenta diversi volti dell’eros, tra perversioni e libertà, capaci di mettere in forma alcune delle tensioni intrinseche dell’immaginario erotico.
Pierre Klossowski (1905-2001), fratello del pittore Balthus, è una delle figure chiave della Francia del Novecento, tra i protagonisti assoluti della riscoperta e rilettura dell’opera del Marchese De Sade. Riferimento per importanti filosofi, tra cui Michel Foucault e Gilles Deleuze, Klossowski è stato intellettuale, romanziere e traduttore.
A partire dagli anni Cinquanta iniziò a illustrare i suoi romanzi e dal 1965 – anno di pubblicazione de Il Bafometto – si dedicò esclusivamente al disegno abbandonando l’attività letteraria. Prima amatita e poi a pastellicolorati, le sue illustrazioni, oltre a riprendere scene già presenti nelle sue opere letterarie, approfondiscono uno dei temi centrali della sua produzione: l’erotismo. La raffigurazione infatti sfonda il limite imposto dallo scritto; il disegno supplisce con la sua immediatezza alla parola. L’opera grafica di Klossowski sostiene una “filosofia scellerata” che esplora impulsi sessuali implacabili: i personaggi, discostandosi dalle convenzioni sociali, sono rapiti da una condotta anomala e irriverente nei confronti della ragione.
In mostra il più ampio nucleo di opere di Klossowski mai presentato in Italia: 48 disegni di grande formato instaurano un confronto con la produzione di altri tre artisti coevi – Carol Rama, Hans Bellmer e Pierre Molinier – influenzati dall’esperienza surrealista. Per i Surrealisti l’esplorazione e la pratica delsesso rappresentavano uno dei percorsi per arrivare alla conoscenza, in un clima di libertà, di superamento dei confini collettivi e cognitivi, di sperimentazione degli eccessi, dalle droghe alle orge. Obiettivo era oltrepassare i vincoli morali socialmente imposti. Klossowski, Rama, Bellmer e Molinier esplorarono il rapporto tra arte e eros con esiti del tutto differenti, tra provocazione pura e ricerca estetica. Eredi del Surrealimo, saranno a loro volta ispiratori delle artiste e degli artisti che nei decenni successivi indagheranno il corpo e la sua rappresentazione, la libertà sessuale, la body art.
Il percorso espositivo – a cura di Denis Isaia da un’idea di Vittorio Sgarbi e Massimo Minini – inizia con alcuni tableaux vivants di Klossowski, disegni che raggiungono i due metri d’altezza e che mettono in scena le vicende erotiche delle sue opere letterarie, in particolare di Roberte ce soir, cuore della trilogia Le leggi dell’ospitalità. Personaggio principale di questa serie di romanzi è Roberte, alter ego della moglie di Klossowski e sposa di Octave. Sottoposta alle leggi del marito, la protagonista deve assecondare le perversioni degli ospiti della casa.
I disegni rappresentano il punto di partenza da cui affiorano i temi chiave dell’erotismo di Klossowski: il rito religioso, l’aggressione, il feticismo e la curiosità adolescenziale. A quest’ultimo centrale soggetto è dedicata un’intera sala della mostra: la pubertà rappresenta la scoperta del sesso in modo curioso, libero, voyeurista.
L’intera produzione di Klossowski, se pur audace e provocatoria, resta controllata, intellettuale, come imbrigliata in una tensione che pare non risolversi mai. Al contrario, Rama, Molinier e Bellmer esplorano i propri mondi passionali in modo viscerale, psicologico, istintivo, irrazionale, persino deprecabile.
La mostra prosegue con una sezione dedicata a Carol Rama, Leone d’Oro alla carriera nel 2003. Caratterizzati da una forte carica erotica dagli enigmatici risvolti psichici, pittura e disegno diventano strumenti per dare libero sfogo alla sessualità − altrimenti relegata nella sfera dell’intimità − e all’inconscio più segreto. Tra le prime donne a dedicarsi a temi considerati scabrosi, rappresenta con una forza inedita il corpo femminile imperfetto, disfatto, impedito.
Totalmente diversa è la poetica di Pierre Molinier: “fluido” edonista precursore della body art, rifugge attraverso la fotografia quelle che considera le coercizioni della morale. Al Mart sono esposte circa 50 opere: autoscatti e fotomontaggi nei quali l’autore compare en travesti nella sua casa di Parigi. Qui la trasgressione vira verso il feticismo e il bdsm, tra tacchi a spillo, bambole e sex toys.
Infine Hans Bellmer è predatorio. La sua produzione è più organizzata e scientifica. Nelle fotografie e nei collage corpo e psiche si compenetrano con violenza, si fondono e mischiano rispondendo a pulsioni più estreme e inquietanti. È lui stesso a costruire una bambola sessuale da ritrarre con gusto surrealista e sguardo perverso, rappresentando il corpo abusato e la possessione.
Il progetto è completato da contenuti video. Arte e Eros è il primo capitolo della trilogia Eretica e Erotica. Seguiranno a novembre Eresia e l’anno prossimo una mostra sulla figura di Leonor Fini.
Catalogo pubblicato da Silvana Editoriale.
ALTRE MOSTRE IN CORSO AL MART DI ROVERETO
ALEX KATZ. LA VITA DOLCE
15 maggio — 18 settembre 2022
MART Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
La mostra è dedicata a uno tra i maggiori artisti americani viventi: Alex Katz. In mostra opere di grandi e grandissime dimensioni, realizzate in quella che può essere definita la stagione della maturità, tra gli anni Novanta e oggi. Prodotta dal Mart grazie al supporto e con il confronto costante dell’artista e del suo studio, l’esposizione raccoglie tele appartenenti a grandi collezioni italiane e svizzere.
LA FORZA DEL VERO. I PITTORI MODERNI DELLA REALTÀ
15 maggio — 18 settembre 2022
MART Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
Nel biennio 1947-1949 i Pittori moderni della realtà si scagliano contro gli esiti del modernismo e gli “abbagli” dell’École de Paris, in difesa della grande tradizione pittorica. Il gruppo è costituito da Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Antonio e Xavier Bueno al quale si aggiungono successivamente Giovanni Acci, Carlo Guarienti e Alfredo Serri. A settant’anni dalla conclusione di questa breve e controversa esperienza, il Mart ricostruisce una vicenda artistica che rappresenta un proseguimento ideale del clima di Valori Plastici e quello di Realismo magico.
JULIUS EVOLA. LO SPIRITUALE NELL’ARTE
15 maggio — 18 settembre 2022
MART Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
Figura poliedrica, Julius Evola è stato uno dei protagonisti dell’Avanguardia italiana. Con oltre 50 opere provenienti da collezioni pubbliche e private il Mart offre per la prima volta una visione di inedita ricchezza sull’artista.
ALTRE MOSTRA IN CORSO A TRENTO
ECCENTRICI, APOCALITTICI, POP
INFERNO E DELIZIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
19 giugno – 2 ottobre 2022
Galleria Civica Via Belenzani 44, 38122 Trento
Attraverso il lavoro di 17 artisti, la Galleria fa il punto sul Pop Surrealismo e le sue declinazioni nel nostro Paese, tra sottocultura, fumetti, immaginari pop e bestiari fantastici. In mostra opere di Nicola Caredda, Luciano Civettini, Vanni Cuoghi, Ilaria Del Monte, Fulvio Di Piazza, Zoe Lacchei, Marco Mazzoni, Fatima Messana, Giovanni Motta, Laurina Paperina, Giuseppe Veneziano, Nicola Verlato, Vesod e gli interventi site-specific di El Gato Chimney, Massimo Giacon, Ozmo, Pao.
BANKSY. L’ARTISTA DEL PRESENTE
An Unauthorized Exhibition
19 giugno – 11 settembre 2022
Palazzo delle Albere Via Roberto da Sanseverino, 43, Trento
Per la prima volta a Trento l’attesa mostra del misterioso artista britannico, vero e proprio culto per più di una generazione. In mostra le opere più famose ed enigmatiche, immagini e forme di inaudita potenza etica, evocativa e tematica, una selezione delle serigrafie diventate un must-have tra i collezionisti internazionali, veri e propri oggetti devozionali che delineano i protagonisti dell’immaginario banksiano.
M.C.S.
Fonte: Area Stampa Mart
Immagine di copertina:
Giuliano Vangi, Uomo seduto su poltrona di cristallo, 2016, Archivio Vangi
Mart Rovereto
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto (TN)
Numero verde: 800 397760
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