Con una mossa innovativa, Ólafsson ha realizzato non una ma due registrazioni dello stesso repertorio, che spazia da Bach ad Adès e include anche pezzi di Kurtág. La prima versione è realizzata con uno Steinway gran coda da concerto, la seconda con un pianoforte verticale. Gli ascoltatori potranno paragonare e contrapporre questi due mondi musicali ugualmente espressivi e suggestivi quando l’album sarà pubblicato in tutti i formati da Deutsche Grammophon il 7 ottobre 2022.
Fu il padre a far conoscere a Ólafsson la musica di Kurtág alla fine degli anni Novanta. Attraverso i Kafka-Fragmente [Frammenti di Kafka], il giovane pianista scoprì “un mondo di espressione intensa, ultra specifica – in parte musica, in parte poesia, in parte gesto primordiale”. Più di vent’anni dopo, mentre si trovava a Budapest per tenere un concerto, fu invitato a incontrare il leggendario compositore ungherese. L’intesa fra i due musicisti fu immediata e il previsto colloquio di un quarto d’ora diventò una conversazione di due ore.
Incapace di trovare le parole giuste per ringraziare Kurtág, Ólafsson trovò invece la musica giusta. “Nella mia mente iniziò a prendere forma una mappa musicale, nella quale alcune delle sue miniature fungevano da bussola”, ricorda. “Poi iniziai a pensare anche ad alcune delle musiche che amavo da bambino e mi resi conto che c’era un forte legame fra queste e l’estetica di Kurtág. L’album è nato da questi due semi.”
Ólafsson ha scelto una selezione di pezzi tratti dalla collezione ancora in crescita di Jatékók [Giochi] del compositore ungherese, compreso “Aus der Ferne”, oltre a due delle sue trascrizioni di Bach. Una di queste, un arrangiamento per tre mani della Sonata in trio n. 1 BWV 525 che Kurtág eseguiva con la defunta moglie Márta, è ora dedicata a Ólafsson, il quale qui la suona con la moglie Halla Oddný Magnúsdottir, continuando così la tradizione dei coniugi Kurtág.
I pezzi di György Kurtág sono inframmezzati da brevi opere di altri compositori che Ólafsson ha amato fin dall’infanzia, come Mozart, Schumann, Brahms e Bartók, oltre che da canti popolari islandesi e ungheresi. Un altro filo conduttore è rappresentato dalla musica legata alla natura: da Vogel als Prophet [Uccello profeta] di Schumann, attraverso “Flowers We Are” [Fiori noi siamo] e “Twittering” [Cinguettio] di Kurtág (anche quest’ultimo eseguito con Halla), fino alla prima registrazione mondiale di The Branch [Il ramo] di Thomas Adès. Composto appositamente per questo album, il pezzo di Adès è descritto da Ólafsson come “un affascinante sogno a occhi aperti in cui sembra di osservare la luce che scintilla attraverso le foglie della foresta”.
Il pianista suona anche tre suoi arrangiamenti: l’Adagio della Sonata in do maggiore per violino solo di Bach, Laudate Dominum di Mozart e Ave Maria del compositore islandese Sigvaldi Kaldalóns. Quest’ultimo è stato il primo pezzo da lui trascritto ed è dedicato alla moglie Halla. Per completare il cerchio, il suo arrangiamento di Mozart è dedicato a Kurtág.
“In tutto l’album”, dice Ólafsson, “ci sono conversazioni intime e messaggi che arrivano da lontano: canoni, trascrizioni e dediche strettamente interconnesse, come pure echi distanti di antiche melodie quasi dimenticate.”
La sua infanzia è stata caratterizzata dal rapporto con due pianoforti: lo Steinway dei genitori e un vecchio pianoforte verticale che gli regalarono quando aveva sette, otto anni e di cui imparò ad amare il suono “caldo, sognante”. Avendo già provato a registrare suonando un pianoforte verticale, ha sentito che questo album gli offriva l’opportunità perfetta per realizzare due versioni dello stesso repertorio: una con uno Steinway gran coda da concerto, l’altra con un pianoforte verticale che aveva uno strato di feltro sulle corde – ancora un’eco dei Kurtág, che registrarono una serie di pezzi a quattro mani con un pianoforte verticale attutito dal feltro ottenendo “risultati meravigliosi”.
Come nota Ólafsson, anche se nulla può eguagliare la vasta tela e la tavolozza del gran coda, il pianoforte verticale crea un’intimità davvero speciale. “Non riuscivo a decidere quale versione pubblicare”, dice. “Poi mi sono reso conto che non dovevo scegliere. Onestamente non posso dire di preferirne una. È come cercare di scegliere uno dei tuoi due figli! Sono felicissimo di offrirle al mondo insieme.”
Ampiamente riconosciuto come uno degli artisti classici più acclamati dalla critica e la cui fama è cresciuta più rapidamente in streaming, Víkingur Ólafsson ha già al suo attivo quasi 400 milioni di stream. I suoi album con Deutsche Grammophon, caratterizzati da programmi unici e innovativi, sono stati in testa alle classifiche classiche negli Stati Uniti, in Germania, Regno Unito, Belgio e Francia.
TRACKLIST
Pianoforte a coda
01 J.S. Bach: Christe, du Lamm Gottes, BWV 619 (Arr. G. Kurtág)
02 Schumann: Study in Canonic Form, Op.56: No. 1
03 J.S. Bach: Adagio (from Sonata for Solo Violin, BWV 1005) (Arr. Víkingur Ólafsson)
04 Kurtág: Harmonica (Hommage á Borsody László) (From Játékok / Book 3)
05 Bartók: The Peacock (from 3 Hungarian Folksongs from Csík, Sz. 35a/1)
06 Bartók: At the Jánoshida Fairground (from 3 Hungarian Folksongs from Csík, Sz. 35a/2)
07 Bartók: White Lily (from 3 Hungarian Folksongs from Csík, Sz. 35a/3)
08 Brahms: Intermezzo in E Major, Op. 116 No. 4
09 Kurtág: A Voice in the Distance (From Játékok / Book 5)
10 Birgisson: Where Life and Death May Dwell (Icelandic Folk Song)
11 J.S. Bach: Trio Sonata No. 1, BWV 525: I. Allegro moderato (Arr. G. Kurtág)
12 Kaldalóns: Ave María (Arr. Víkingur Ólafsson)
13 Kurtág: Little Chorale (From Játékok / Book 1)
14 Mozart: Laudate Dominum (from Vespers, K. 339) (Arr. Víkingur Ólafsson)
15 Kurtág: Sleepily (From Játékok / Book 1)
16 Schumann: Träumerei (from Kinderszenen, Op. 15)
17 Kurtág: Flowers We Are (From Játékok / Book 7)
18 Adès: The Branch
19 Kurtág: Twittering (From Játékok / Book 1)
20 Schumann: Vogel als Prophet, Op. 82 No. 7
21 Brahms: Intermezzo in E Minor, Op. 116 No. 5
22 Kurtág: Scraps of a Colinda Melody – Faintly Recollected (Hommage à Farkas Ferenc) (From Játékok / Book 3)
Pianoforte verticale
01 J.S. Bach: Christe, du Lamm Gottes, BWV 619 (Arr. G. Kurtág)
02 Schumann: Study in Canonic Form, Op.56: No. 1
03 J.S. Bach: Adagio (from Sonata for Solo Violin, BWV 1005) (Arr. Víkingur Ólafsson)
04 Kurtág: Harmonica (Hommage á Borsody László) (From Játékok / Book 3)
05 Bartók: The Peacock (from 3 Hungarian Folksongs from Csík, Sz. 35a/1)
06 Bartók: At the Jánoshida Fairground (from 3 Hungarian Folksongs from Csík, Sz. 35a/2)
07 Bartók: White Lily (from 3 Hungarian Folksongs from Csík, Sz. 35a/3)
08 Brahms: Intermezzo in E Major, Op. 116 No. 4
09 Kurtág: A Voice in the Distance (From Játékok / Book 5)
10 Birgisson: Where Life and Death May Dwell (Icelandic Folk Song)
11 J.S. Bach: Trio Sonata No. 1, BWV 525: I. Allegro moderato (Arr. G. Kurtág)
12 Kaldalóns: Ave María (Arr. Víkingur Ólafsson)
13 Kurtág: Little Chorale (From Játékok / Book 1)
14 Mozart: Laudate Dominum (from Vespers, K. 339) (Arr. Víkingur Ólafsson)
15 Kurtág: Sleepily (From Játékok / Book 1)
16 Schumann: Träumerei (from Kinderszenen, Op. 15)
17 Kurtág: Flowers We Are (From Játékok / Book 7)
18 Adès: The Branch
19 Kurtág: Twittering (From Játékok / Book 1)
20 Schumann: Vogel als Prophet, Op. 82 No. 7
21 Brahms: Intermezzo in E Minor, Op. 116 No. 5 22 Kurtág: Scraps of a Colinda Melody – Faintly Recollected (Hommage à Farkas Ferenc) (From Játékok / Book 3)